Ecco perché diciamo nuovamente NO al raddoppio dell'Eni a Taranto
No, no, assolutamente no: l'ENI non può raddoppiare gli impianti a Taranto. La nube inquinante che ha portato in ospedale più di 40 cittadini non lascia spazio a incertezze. Siamo in presenza non di una semplice "puzza" ma di qualcosa di ben più serio.
L'odore acre si è avvertito non solo nelle vicinanze dello stabilimento Agip/ENI ma anche nel quartiere Italia Montegranaro, Salinella e Taranto Due. Irritazione agli occhi, mal di testa, nausea e anche malori, questi i sintomi di una notte che non va per nulla dimenticata sebbene vi siano state nei mesi scorsi altre fuge di gas. E' una notte invece da ricordare perché una parte della città ha capito di essere stata abbandonata senza informazioni. In piena notte infatti è stato preso d'assalto il centralino dei Vigili del Fuoco che non hanno saputo dare alcuna spiegazione certa.
La situazione è fuori controllo. Ecco perché diciamo nuovamente NO al raddoppio dell'Eni a Taranto.
Prima di parlare di raddoppi occorre parlare di sicurezza e di controllo degli inquinanti. Il raddoppio dell'ENI, su cui l'Arpa Puglia ha scritto una relazione molto severa, non porta un sostanziale aumento dei posti di lavoro (gli impianti sono automatizzati). Il raddoppio degli impianti Agip/ENI porta invece forti dubbi e interrogativi ulteriori su come la nostra città possa sostenere questo ulteriore carico.
PeaceLink si è attivata in passato chiedendo alla precedente giunta regionale - con un formale raccomandata con ricevuta di ritorno - i dati delle centraline di monitoraggio perimetrale dell'ENI. Questi dati non ci sono mai stati comunicati. Eppure sono proprio le centraline perimetrali di monitoraggio dello stabilimento Agip/ENI che ci consentirebbero di individuare la provenienza e la composizione chimica delle nubi "misteriose" che si sprigionano nell'area industriale.
Nei giorni scorsi, prima che si spigionasse questa nube tossica, abbiamo nuovamente chiesto all'Arpa Puglia che vengano rilevati e resi pubblici i dati delle centraline perimetrali dell'Agip/ENI e anche quelli dell'Ilva in modo da avere il quadro della situazione.
PeaceLink rinnova con maggiore convinzione questa richiesta di pubblicizzazione dei dati di monitoraggio Agip/ENI alla luce della nube tossica che ha scombussolata mezza città.
Confidiamo nell'Arpa che costituisce l'unico riferimento certo in un territorio da Far West.
Invitiamo i cittadini a collegarsi al sito www.arpa.puglia.it e a segnalare all'Arpa Puglia tutti gli elementi informativi che possano servire ad individuare le fonti inquinanti.
Invitiamo i cittadini a formare comitati e gruppi di pressione spontanei perché i politici della "casta" non solo hanno dimenticato il cuore ma hanno perso anche il naso: non avvertono più neanche la puzza del gas. Se quancosa perviene alle loro vie olfattive è semmai l'inebriante profumo dei soldi.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
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