Vendola, Taranto marcisce nei cassetti della Regione!
Spett.le presidente Vendola,
mi permetto di inviarle una foto della mia Città. E’ un’immagine tristemente familiare non solo per la gran parte dei tarantini ma anche per quanti ci osservano distrattamente da Bari. Ricordo i suoi comizi in terra jonica, di recente in occasione dell’elezione a sindaco del Dott. Ezio Stefano, quando volgendo lo sguardo verso lo stabilimento Ilva, trovava doveroso agitare l’immagine di una clessidra per rendere l’idea della pazienza della Regione verso l’insubordinazione di Riva. La sera, tornato a casa, quelle parole e quelle promesse erano già dimenticate. La città continua a morire, i cittadini sono costretti a pagare a caro prezzo il ritardo di scelte che qualunque amministratore assennato avrebbe adottato da tempo, lasciate, al contrario, marcire nei cassetti della Regione Puglia. A Taranto possiamo continuare a respirare diossina per altri 40 anni e magari a quel punto forse in città non saranno rimaste che poche zanzare a tossire.
Nessuno che potrà più supplicare i politici di salvare Taranto. Presidente, Lei gode di una posizione di assoluto privilegio rispetto al passato, ai tempi in cui era all’opposizione e si indignava per lo scempio ambientale impunemente perpetrato in terra jonica che oggi non risparmia nemmeno i più piccoli.
E’ tempo di intervenire Presidente, è tempo di scelte coraggiose e di liberare la politica, che ha il dovere di rappresentare e difendere la comunità, dalle logiche di un’economia che non vuole guardare in faccia nessuno in nome dei propri interessi. Voi no, voi dovete guardarci in faccia invece e leggere la nostra disperazione, per cercare di tutelarci e ridare a Taranto ed ai tarantini dignità e vivibilità.
Lei sa quanto la Legge sui limiti alle emissioni di diossina sia scriteriata ed iniqua, dispone della sensibilità per rendersene conto, ma anche dei mezzi per porvi rimedio. Si metta una mano sulla coscienza
Cordialmente
Anna Ambrosino
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Taranto è anche crocevia di grandi interessi
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Singolare coincidenza quella in cui nelle stesse ore un personaggio dello spettacolo conquista l’attenzione in Italia di tutti i mezzi di comunicazione usandone il suo personale collaudatissimo,ed un altro, il sindaco di Taranto che cerca di comunicare attraverso la stampa locale con la sua città.
Egli,in esso, ancora una volta invita noi tutti a reagire, cerca ancora di scaldare i cuori e le coscienze con il suo esempio,invita a collaborare fattivamente. Grillo paventa una bancarotta politica e morale della Nazione,noi l’abbiamo verificata da due anni a questa parte e cerchiamo con tanta fatica di uscirne. Molto più faticoso e difficile, però, più che accusare è ricostruire ripartendo dalla politica stessa attraverso l’esempio personale ed il mettersi in gioco ed è per questo che il primo cittadino invita le tante forze sane esistenti nella città a contribuire ciascuna secondo le proprie possibilità e disponibilità,”tutte le singole iniziative possono divenire un veicolo di civiltà” egli afferma.
Compito arduo e difficilissimo perché la città è ancora in massima parte quella degli ultimi decenni, incredula ma non ancora reattiva,lo stesso voto plebiscitario a Stefano è dovuto probabilmente,in larga parte, a quello spirito di delega che per un ventennio ci ha dominato. Abbiamo tutti capito però che sul fondo del barile non c’è più niente da “grattare” ma anche che non basta una semplice ma difficilissima gestione tecnico-amministrativa con il supporto d’eventuali e né scontati contributi nazionali per uscirsene.
Per questo basterebbe un semplice commissario, occorre invece una profonda riforma intellettuale e morale dell’intera città ed un mutamento radicale del rapporto tra politica ed economia. Nello stesso territorio coesistono, infatti, un’azienda impoverita drammaticamente del suo capitale naturale, calpestata nella sua dignità ed alla bancarotta economica, il comune, insieme ad altre fiorenti e competitive nel mercato mondiale e che traggono utile.
Taranto è un gran crocevia d’interessi nazionali ed internazionali, le grandi forze economiche sono anch’esse disorientate da quest’inaspettata vittoria, cercano di cucire un rapporto già nei fatti realizzato e non concluso con parti di ambedue gli schieramenti politici nazionali e locali usciti sconfitti dalla contesa, con la nuova amministrazione.
Il raddoppio dell’ENI, la creazione di un grande polo energetico,il rigassificatore funzionale a tali progetti,la crescita ai massimi livelli consentiti dagli impianti siderurgici, fanno parte di un disegno ben visto a Roma e Taranto passando per Bari.
Giarncarlo Girardi
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