Taranto Sociale

L’associazione lamenta l’esclusione dal Tavolo tecnico sull’Ilva svoltosi in Prefettura

Diossina: L'AIL scrive al Presidente Prodi

La missiva lamenta l’esclusione delle associazioni ambientaliste dalla riunione del tavolo tecnico sull’ambiente riunitosi lo scorso 9 ottobre in prefettura.
16 ottobre 2007
Paola D'Andria (Presidente AIL)
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno

ILVA di Taranto Il presidente dell’Ail di Taranto, Paola D’Andria ha scritto una lettera al presidente Prodi, al ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, ai parlamentari, al presidente della Regione Puglia Vendola, al prefetto Pironti, al sindaco ed al presidente della Provincia Stefano e Florido.

“Lo scorso 9 ottobre é stato impedito all’Ail (unitamente ad altre 23 organizzazioni territoriali) di partecipare quale uditore ed in qualità di pubblico interessato al Tavolo tecnico di monitoraggio dello stato di attuazione dell’Atto di Intesa con l’Ilva, tenutosi presso la Prefettura di Taranto. Il diritto del pubblico a partecipare alle attività decisionali in materia ambientale é stato riconosciuto, a livello europeo ed internazionale, al fine di salvaguardare il diritto di ogni individuo, delle generazioni attuali e di quelle future, a vivere in un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere.

Negando alle associazioni interessate di partecipare a detto Tavolo tecnico, non solo si é violato il principio di trasparenza del processo decisionale in tutti i suoi aspetti procedurali (siano essi di natura tecnica e/o politico/istituzionale), ma si é ancora una volta, di fatto, impedito al pubblico interessato di conoscere e valutare i rischi in cui incorre continuando a vivere in prossimità dell’industria, e, soprattutto, di conoscere e valutare le azioni intraprese dalle autorità locali e dall’industria stessa per ridurre quelle emissioni inquinanti.

Nell’esporre tali osservazioni mi corre l’obbligo di far presente che l’azione intrapresa dall’AlL-Taranto (attraverso ad es. la presentazione di osservazioni nell’ambito della procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale - AIA - dell’Ilva S.p.A. di Taranto, cfr. lettera AlL del 10.08.07 prot. 369/07) non vuole assolutamente costituire un attacco unilaterale nei confronti dell’Ilva S.p.A., ma si colloca nell’ambito di un’azione più ampia, da svolgersi nei confronti di tutti gli impianti industriali che insistono sul nostro territorio e le cui emissioni possono avere conseguenze negative sull’ambiente e la salute (ad es. l’Eni S.p.A, la Cementir, la centrale Edison, I’Enipower).

Alla luce di quanto innanzi e considerato l’immobilismo dei parlamentari e dei senatori che dovrebbero rappresentare questo territorio, chiedo a tutti i parlamentari e senatori italiani oltre che ai rappresentanti italiani presso le Istituzioni Europee di sostenere, ciascuno nelle sedi di sua competenza, l’azione dell’AlLTaranto e delle associazioni territoriali impegnate nella promozione nella nostra città di uno sviluppo sostenibile, da realizzarsi nel rispetto del diritto al lavoro.

In tal senso, a brevissimo termine, un primo importante obiettivo sarebbe quello di chiedere l’adeguamento della normativa italiana alla normativa europea (cfr. Decisione del Consiglio 2004/259/CE del 19 febbraio 2004, relativa alla conclusione, a nome della Comunità europea, del protocollo sugli inquinanti organici persistenti della convenzione del 1979 sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza, che fissa il limite di emissione di diossina a 0.4 ng TE/m3 -0.4 nanogrammi per metro cubo normalizzato - valore espresso in tossicità equivalente. A tal proposito, si fa osservare che tale limite è stato recepito dalla Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia con Decreto n. ALP. 10-2481-TS/INAT/31-2).

Non si può infatti accettare che i cittadini di Taranto, e più in generale i cittadini italiani, siano esposti, in base ad una legge dello Stato, ad una quantità di diossina (sì, diossina come a Seveso!) più elevata di un qualunque altro cittadino europeo e ancor più, di un qualunque altro cittadino del Friuli Venezia Giulia (si ricorda che la diossina, al pari del benzene, é un agente inquinante classificato dall’Agenzia Internazionale
di Ricerca sul Cancro - IARC -, come agente cancerogeno di classe I)!

E’ possibile forse accettare che Taranto resti l’unica città in cui non si riesca a conciliare la necessità di garantire lo sviluppo economico e sociale del territorio con la salvaguardia della “sicurezza” e del diritto al lavoro dei suoi cittadini? In tale contesto, l’AlL-Taranto, in linea con quanto già proposto dal direttore dell’ARPAPuglia, auspica che a breve termine in questa città, inquinata da polveri metalliche, emissioni di IPA, ossidi di zolfo ed anidride carbonica, oltre che da nubi tossiche, ma soprattutto messa in ginocchio da una politica che in questa sede voglio eufemisticamente definire come sconsiderata, si possa creare una struttura polifunzionale di studio, formazione e ricerca in grado di: assicurare rapidi, continui, efficienti ed efficaci controlli ambientali fornire dati completi e scientificamente attendibili sulla mortalità per neoplasie ma, soprattutto, in grado di garantire un’adeguata prevenzione in materia di salute pubblica, di ambiente e di sicurezza del lavoro.

Voglio ancora credere che si possa e si debba garantire la sicurezza sul lavoro e la tutela dei diritti alla vita, alla salute di quei cittadini di Taranto che ancora oggi, nel 2007, si ammalano e muoiono in silenzio per paura di perdere il posto di lavoro!”.

Articoli correlati

  • Tutti i dubbi sulla "decarbonizzazione" dell'ILVA
    Ecologia
    Resoconto della conferenza stampa del 21 agosto 2025

    Tutti i dubbi sulla "decarbonizzazione" dell'ILVA

    Incontro a Taranto presso il Convento San Pasquale. Qui vengono condivisi i materiali di informazione per i giornalisti.
    21 agosto 2025 - Redazione PeaceLink
  • Dal "forno a freddo" alla "piena decarbonizzazione" dell'ILVA
    Ecologia
    Le parole sbagliate del ministro delle imprese Adolfo Urso

    Dal "forno a freddo" alla "piena decarbonizzazione" dell'ILVA

    Il ministro Urso, dopo aver parlato del "forno a freddo" per l'ILVA, ha poi annunciato erroneamente la "piena decarbonizzazione": gas al posto del carbone. Però per la scienza la "decarbonizzazione" non è l'eliminazione del "carbone" ma del "carbonio", elemento presente anche nel metano.
    21 agosto 2025 - Redazione PeaceLink
  • I lavoratori dell'ILVA di Taranto sono ottomila e non diciottomila
    Editoriale
    I numeri lanciati a casaccio sono indice di una trattativa fumosa

    I lavoratori dell'ILVA di Taranto sono ottomila e non diciottomila

    Si è parlato di 18 mila lavoratori, un numero inventato che stride con le fonti ufficiali. I dati veri sono ben diversi. Acciaierie d’Italia gestisce lo stabilimento e ha dichiarato 8.178 occupati a Taranto nel 2022. Ma se non si conoscono gli occupati come si possono stimare gli esuberi?
    19 agosto 2025 - Alessandro Marescotti
  • "Il verbale d'intesa sull'ILVA? Sono 876 parole che non cambiano nulla"
    Taranto Sociale
    Le dichiarazioni di Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink

    "Il verbale d'intesa sull'ILVA? Sono 876 parole che non cambiano nulla"

    “Quella firmata ieri è stata una sapiente operazione pubblicitaria confezionata da esperti di comunicazione, ma che non avvita neanche un bullone del nuovo stabilimento decarbonizzato. È una bolla di convinzioni, una sorta di atto di fede in attesa di un Salvatore che forse non arriverà mai”.
    13 agosto 2025 - Giovanni Pugliese
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.8.17 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)