«La tutela della salute dei tarantini sia un’unica, grande battaglia»
Un sottile filo rosso ha congiunto la manifestazione di sabato sera per le vie della Città vecchia - la «Fiaccolata della Speranza», come era stata chiamata - con la marcia di domenica dei «Bambini contro l’inquinamento» nel quartiere più massicciamente esposto all’inquinamento della grande industria. Un filo sottile che sembra raccontare di un ancora debole, ma possibile risveglio delle coscienze dei tarantini. «Ora uniamoci», dice Francesco Ruggieri, socio fondatore di «Aiutiamo Ippocrate», che dopo la fiaccolata di sabato ha partecipato alla marcia di domenica mattina ed ora chiama il presidente di quell’associazione, il pediatra Giuseppe Merico, perché anche insieme agli ambientalisti, al Comitato per Taranto, la città «si svegli».
Si svegli e capisca che non si possono attendere altri anni ancora, che contro l’inquinamento che uccide e che ha già fatto troppe vittime occorre fare qualcosa e subito. «Dieci anni fa, quando abbiamo celebrato la prima messa per commemorare i morti per cancro, eravamo a quota mille. Quest’anno ne abbiamo ricordato 1.200. Secondo le previsioni, nel 2020, questo numero potrebbe essere raddoppiato. Ma questo non dobbiamo consentirlo», sottolinea Ruggieri. «Continuerò a lottare come ho sempre fatto.
Questo, aggiunge il parlamentare, «rende l’idea di quanto sia importante che la politica prosegua e renda più serrato il confronto tra istituzioni e grande industria per individuare insieme soluzioni e accrescere la cultura dell’ambiente e della sicurezza». Franzoso rileva come sino a dieci anni fa il «dialogo» fosse «inesistente». Così come «era assente la cultura della sicurezza e dell’ambiente e che ha portato numerosimanager dell’ex Italsider ad essere indagati». Poi c’è stata la privatizzazione dell’Ilva, «un confronto a tratti duro - rammenta Franzoso -ma aperto e sfociato nell’atto di intesa 2003 durante l’amministrazione regionale, provinciale e comunale di centrodestra. Su questa traccia il confronto deve proseguire. Intensificando il dialogo con l’industria - tutta - dall’Ilva all’Agip alla Cementir, e continuando a cercare soluzioni. A diffondere la cultura dell’ambiente come patrimonio di tutti e della sicurezza come diritto. Un dialogo, quello con la grande industria, che va intensificato e migliorato, in un’ottica di scambio e di collaborazione. Come il centrodestra finora ha fatto».
Secondo Franzoso, «è preoccupante, nell’ottica delle relazioni fin qui intrecciate con la grande industria, la perdita di risorse irrinunciabili, previste e studiate dal centrodestra, quali i 49 milioni per la riqualificazione dei tamburi e i 25 milioni per Mar Piccolo. Una dissennatezza gestionale degli attuali amministratori di centrosinistra che ha mandato in fumo anni di collaborazione e di concertazione tra enti, sindacati, parti sociali». «Preservare l’ambiente - conclude Franzoso - non vuol dire inondare la provincia di rifiuti provenienti dal Salento, né tacere colpevolmente dinanzi alle nubi tossiche della raffineria, nè chiudere le porte della discussione agli ambientalisti. La cultura ambientale deve rinforzarsi, con un dialogo sempre più efficace e leale, contemperando le esigenze imprenditoriali con quelle sociali e ambientali».
Invece, il polo oncologico è andato a Lecce, ma non voglio fare una questione campanilistica». Intanto, c'è anche un altro problema che attiene i mancati servizi in città e l’attività della stessa associazione. «E' una vergogna; con i fondi erogati della Regione, pari a 2 milioni e mezzo di euro, ancora non si riesce a far partire il servizio di trasporto dei malati oncologici nella nostra Asl. Proprio a Taranto dove questo tipo di servizio è stato avviato per primo».
Così, mentre nelle altre province il servizio funziona, a Taranto ci siamo bloccati perché mancano alcune virgole sulla convenzione. Non pretendo che sia la nostra associazione ad effettuare il servizio, anche se abbiamo al nostro attivo 800 trasporti e siamo attrezzati per farlo, l’importante è che si faccia. Ma il nostro direttore generale neanche risponde alla nostra richiesta di incontro». Morti per cancro, inquinamento ed occupazione. E’ proprio sull'ultimo anello di questa catena che la continuità si spezza. «Io non ci sto a stare dietro a questa storia del ricatto occupazionale. Ma di quale occupazione parliamo? In dieci anni abbiamo perso 30 mila posti di lavoro e 1.200 persone per cancro. Capirei al limite, per un paradosso, se si dicesse che l’inquinamento e le morti sono il prezzo che si paga per il benessere. Ma qui non abbiamo né occupazione né benessere».
Tornando, infine, alla «Fiaccolata» di sabato sera, Ruggieri evidenzia che è mancata la grande partecipazione dei cittadini e che le assenze più vistose sono state quelle di Regione e Provincia. «Potrei anche dire che è stato un successo, per coloro che c'erano e per le non poche presenze istituzionali (i sindaci di Taranto, Massafra, Statte, Ginosa, Laterza, San Marzano di San Giuseppe, Palagiano, il vice presidente della Provincia, Stefano Fabbiano, il presidente del Consiglio comunale, Gina Lupo, diversi consiglieri comunali, presidenti di circoscrizione, la cantautrice Mariella Nava). Ci fosse stato un solo parente per ognuno dei morti che abbiamo voluto ricordare, la Città vecchia sarebbe stata illuminata a giorno dalle fiaccole. Invece...». Amarezza? «E di cosa dovrei più amareggiarmi? La mia è solo una constatazione della realtà».
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