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Avrà sede presso l’Oncologico di Bari e mette insieme Asl, Regione e Arpa

ASL, Regione & ARPA: In arrivo il registro tumori dell’area ionico-salentina

È lo strumento che spiegherà quali cause incidono di più sulle neoplasie
Assennato: più si è vicini all’area industriale e maggiore è il rischio in città. La situazione 2002 e 2003 col Bollettino epidemiologico: Mortalità per cancro l’aumento è a Taranto
8 novembre 2007

ILVA di Taranto Potrà presto diventare una struttura operativa il Registro dei tumori dell’area ionico-salentina. In stretto coordinamento interistituzionale tra Asl, assessorato e Arpa, avrà il suo quartier generale presso l’Istituto Oncologico di Bari.

La Regione ha di recente definito la struttura organizzativa prevedendo la copertura economica con l’ultimo testo finanziario. Da parte sua, l’Arpa ha completato la raccolta dei dati che sono stati monitorati in maniera sperimentale nel periodo 1999-2001. D’ora in avanti, i dati che confluiranno nel Registro tumori stabiliranno con chiarezza il nesso dell’incidenza tumori con le cause, mentre il Bollettino epidemiologico di ciascuna Asl fornisce i dati prevalenti legati alla mortalità per neoplasie, una sorta di dati preliminari su cui approfondire l’analisi.

Insomma, sia pure in ritardo rispetto ad altre realtà italiane, e soprattutto in ritardo rispetto all’emergenza ambientale e sanitaria locale, ci si avvia verso un modello operativo concreto. Intanto, i dati certi e scientifici non mancano anche se riferiti a qualche anno addietro lasciando in realtà scoperto il periodo più recente. Ma sono quei dati ufficiali a costituire l’evidenza scientifica. Tanto da cogliere nelle parole del professor Giorgio Assennato, direttore generale dell’Arpa Puglia, cui era stato demandato il compito di assemblare i dati da rinviare al Registro tumori, un certo imbarazzo per più recenti indicazioni emerse a livello locale che parlano di un aumento esponenziale e di raddoppio di casi di leucemie e di altre forme di tumori. «Da dove vengono fuori quei dati?» chiede Assennato.

I documenti scientifici parlano chiaro: il problema c'è. Ma pare implicito anche qualche invito alla prudenza. I dati raccolti - scrive Assennato in una sintesi dei principali dati epidemiologici disponibili per l’area di Taranto, conferiti all’istituendo Registro dei tumori e già resi noti in occasioni di convegni e iniziative pubbliche - indicano la «persistenza di una condizione di rischio aumentato di sviluppare patologie neoplastiche e specificamente quelle per cui è nota, e ampiamente consolidata, l’associazione causale con fattori di rischio di tipo professionale e ambientale». Ed ancora: «Anche le stime di incidenza per il triennio 1999-2001 vanno nella stessa direzione e ribadiscono la presenza di una condizione specificamente preoccupante a carico della cosiddetta area a rischio (tra cui Taranto, appunto). Appare importante sottolineare la presenza di un gradiente di rischio che aumenta con l’approssimarsi all’area industriale».

Ma una certa cautela sembrerebbe, comunque, d’obbligo. Più in dettaglio, nel periodo preso in esame 1999-2001, i dati elaborati per il Registro tumori riscontrano nella realtà tarantina «una mortalità generale nel sesso maschile superiore del 10,6% a quella regionale e dell’11,6% riferendosi alle sole cause tumorali. E’ riscontrato un eccesso di mortalità statisticamente significativo per malattie del sistema cardiocircolatorio (eccesso del 7%), dell’apparato digerente (eccesso del 17%), del sistema nervoso (eccesso del 48%), per tumore del polmone (eccesso del 33%), per mesotelioma (con un rischio più di quattro volte superiore a quanto atteso sulla base dei dati regionali). Anche nel sesso femminile sono stati riscontrati eccessi di rischio per mortalità per tutte le cause, per cause tumorali, per malattie cerebrovascolari, dell’apparato digerente, dell’apparato respiratorio e, tra le cause tumorali, del tumore del polmone del mesotelioma».

Per neoplasie sono 1.258 le persone decedute nel 2002 e 1.254 quelle decedute nel 2003. Il Bollettino epidemiologico pubblicato dall’Asl lo scorso anno - che contiene i cosiddetti dati «prevalenti» ed indaga, tra le altre cose, la mortalità per neoplasie - arriva sino a quella data e registra una situazione di stabilità a livello provinciale. Esaminata da sola, invece, la città di Taranto presenta un aumento del tasso di mortalità per neoplasie del 3.3% dal 2001 al 2002 e del 1.7% dal 2002 al 2003. La ripartizione per età dei soggetti deceduti per neoplasie mostra un picco in corrispondenza delle fasce d’età 71-75 e 76-80 anni con un numero di deceduti più alto rispetto alle fasce d’età superiori agli 81 anni, ponendo in evidenza un’età media di vita più bassa per i soggetti deceduti per neoplasie rispetto alla media della mortalità generale.

Come dire che tra i giovani aumenta la mortalità a causa di un tumore. Invece, per quanto riguarda il sesso ogni anno muoiono per neoplasie più di 700 maschi e circa 500 femmine quindi in rapporto di quasi 3/2. Nei maschi, nel 2003, gli organi più colpiti sono stati, in ordine decrescente, T.B.P., prostata, intestino, fegato, stomaco, vescica. Il Bollettino epidemiologico riporta anche nell’ultimo triennio preso in considerazione (rispetto al triennio precedente) un aumento della mortalità per il tumore del pancreas di circa il 31,9%, del 38,1% per i tumori della pelle, del 26,7% per i tumori della prostata, del 3,6% per i tumori dell’apparato respiratorio Calato, invece, il tasso di mortalità per tumori della laringe del 36,7% e per i tumori del rene del 55.5%. Nelle donne, nel 2003, il maggior numero di decessi è stato causato dai tumori della mammella e quindi, in ordine decrescente, per quelli dell’utero, intestino, T.B.P., pancreas, fegato.

Pur essendo tra le principali cause di morte per neoplasia, il tumore della mammella è segnalato, però, in quel triennio in calo dell’11%. Raddoppiata, invece, la mortalità per tumori di esofago e tiroide ed aumentata del 22% la mortalità per i tumori del snc-snp (sistema nervoso centrale e periferico). Sempre nell’ultimo triennio preso in esame, risultano dimezzati i tumori del rene, ridotti del 41% i tumori della pleura e del 30% i mielomi e le leucemie.

Ma stanno per giungere dati più aggiornati e più analitici che vanno a evidenziare come e quanto ci si ammali nelle diverse aree della città, in quali casi e per quali patologie la vicinanza e la maggiore esposizione ai fattori inquinanti incida sulle condizioni di salute. L’Asl - dice il dottor Sante Minerba, responsabile dell’Unità statistico-epidemiologica - sta concludendo e potrebbe rendere noti già alla fine del mese, al massimo entro Natale, ulteriori dati di confronto tra aree.

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