Vendola «senza industria si producono solo cartoline»
TARANTO. «Non mi piace una Puglia che primeggia in un Sud che è in ginocchio. Voglio una Puglia che è prima ma in un Sud che si rimette a correre». Nichi Vendola, presidente della giunta regionale, risponde alla sollecitazione del direttore della «Gazzetta», Lino Patruno, che moderava il dibattito, e all’invito degli industriali pugliesi («la Puglia ha le carte in regola per guidare il riscatto del Mezzogiorno») lanciando una sfida più ambiziosa.
Vendola dice subito di trovarsi su molti aspetti in sintonia con il presidente di Confindustria, Montezemolo, e indica quelle che ritiene debbano essere le priorità. Anzitutto, il lavoro sicuro, dice il governatore, prendendo spunto dalla tragedia delle acciaierie di Torino. «Il lavoro sia luogo della vita» afferma Vendola invitando lavoratori, sindacati e imprese ad «una battaglia culturale. Se chi lavora è relegato ad una condizione di frustrazione, si crea inevitabilmente un corto circuito nello spirito nazionale».
Ma proritaria è anche la lotta per affermare la legalità. Per sbarrare il passo a mafie e criminalità organizzata. «Mai come in questo momento si è vista una sistematica azione di decapitazione delle strutture criminali. Adesso - dice Vendola - tocca alla politica capire che con le mafie e la criminalità organizzata si può rompere definitivamente. Si deve rompere definitivamente. Senza se e senza ma».
Ma siamo a Taranto, in una realtà che per la presenza delle grandi industrie di base (raffinazione petrolifera, siderurgia) vive l’impatto dell’inquinamento sull’ambiente, e Vendola non può dimenticarlo. «Per Brindisi - sottolinea il governatore - abbiamo chiuso un accordo che consentirà la bonifica di un’area di 122 chilometri quadrati. Lo stesso accordo lo vogliamo ripetere anche per Taranto».
Ma attenzione, dice Vendola, a demonizzare l’industria o a pensare di poterne fare a meno. «Chi pensa ad uno sviluppo fatto di turismo e di artigianato, produce solo cartoline illustrate. Quelle ciminiere, che pure hanno causato inquinamento, significano anche lavoro, benessere, evoluzione della civiltà in una regione dove, ancora negli anni ‘50, i suoi abitanti erano affetti dalla pellagra».
Sì all’industria, quindi, ma, soprattutto, attenzione, massima attenzione alla «riconversione ecologica» delle fabbriche, un tema «che deve riconquistare spazio». «Non c’è sviluppo senza industria - ammonisce Vendola -. Dobbiamo batterci per la qualificazione dell’industria». Eppoi il governatore tocca il tema delle energie rinnovabili, che vanno incentivate, e dei costi dell’energia. «La Puglia paga l’acqua che consuma - afferma Vendola -. Ora, non voglio qui entrare nei meccanismi, ma dico che una Puglia che ospita importanti impianti di energia, che offre al Paese il 60 per cento di energia, deve poter contare su un abbattimento delle tariffe per le sue imprese».
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La Regione delle risorse inespresse
143 Kb - Formato pdfRiportiamo l'articolo di Michele Tursi pubblicato sul Corriere del Giorno del 12 Febbraio in relazione alla Visita di Montezemolo.
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