«L’Ilva inquina e deve finanziare la bonifica»
Il Comitato referendario per la tutela della salute e del lavoro «Taranto futura» annuncia la sua nuova iniziativa, rivolta, ancora una volta, a tutelare i cittadini del capoluogo contro i danni causati dall’inquinamento, in particolare di quello proveniente dai camini e dai parchi minerali dell’Ilva. Ad illustrarla ieri, in una conferenza stampa, il portavoce dell’associazione, Nicola Russo, il quale annuncia che, nel caso in cui la Regione non dovesse accogliere l’invito al rispetto del Quadro strategico nazionale per la politica regionale 2007-2013 redatto dal ministero dello Sviluppo economico, «Taranto Futura» sarà costretta ad impugnare la delibera con cui si procederà all’approvazione del nuovo accordo di programma per l’ambiente e a segnalare il caso alla Corte dei Conti.
Il documento al quale l’associazione si richiama, spiega Russo, contiene un espresso riferimento al principio comunitario in base al quale «chi inquina, paga». E dal momento che l’Ilva è stata già condannata con sentenza definitiva per il reato di inquinamento nel 2005, sembra chiaro, dice il comitato, che, una volta acclarata la responsabilità, spetti proprio alla proprietà dell’azienda provvedere a riparare i danni causati dalle emissioni inquinanti, in particolare al quartiere Tamburi e ai suoi abitanti.
In base a tale premessa, i 78 milioni di euro a disposizione della Regione e di provenienza Cipe «non devono essere utilizzati dall’ente locale per riparare ai danni causati dall’Ilva, ma dovrà essere l’Ilva ad adoperarsi, di tasca propria, per cancellare, o quanto meno diminuire, gli effetti nocivi per la salute e per l’ambiente prodotti dalle attività industriali dello stabilimento.
In caso contrario - rileva Russo - i cittadini si vedrebbero privati di risorse preziose da poter investire in altre importanti opere come la riqualificazione urbana o in altri interventi che possano risultare di completamento rispetto a quelli necessari per migliorare la qualità della vita all’interno dei Tamburi».
Russo sottolinea che solo l’Ilva deve «agire per avviare la bonifica dei siti inquinati, “restituendo all’uso collettivo - come si legge nello stesso Quadro strategico - le aree compromesse da inquinamento, valorizzando le opportunità di sviluppo imprenditoriale e garantendo, al contempo, la tutela della salute pubblica e delle risorse ambientali”»
Articoli correlati
- Le dichiarazioni di Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
"Il verbale d'intesa sull'ILVA? Sono 876 parole che non cambiano nulla"
“Quella firmata ieri è stata una sapiente operazione pubblicitaria confezionata da esperti di comunicazione, ma che non avvita neanche un bullone del nuovo stabilimento decarbonizzato. È una bolla di convinzioni, una sorta di atto di fede in attesa di un Salvatore che forse non arriverà mai”.13 agosto 2025 - Giovanni Pugliese - E' stata consegnata una lettera al Prefetto di Taranto
ILVA, conferenza stampa delle associazioni sul ricorso al TAR per impugnare l'AIA
Oggi Giustizia per Taranto e PeaceLink hanno annunciato ufficialmente il proprio ricorso contro la nuova Autorizzazione Integrata ambientale che autorizza l'uso del carbone per altri 12 anni a Taranto. Raccolti in 48 ore oltre cinquemila euro per pagare le spese del ricorso.12 agosto 2025 - Redazione PeaceLink - Lettera a PeaceLink dal quartiere Tamburi
Non possiamo più tollerare che Taranto venga trattata come una zona sacrificabile
Vi chiedo, come associazione storicamente impegnata nella difesa dell’ambiente e della salute, di:Intensificare la pressione pubblica e legale sulle autorità italiane affinché siano sospese tutte le attività industriali incompatibili con la tutela ambientale e sanitaria.28 luglio 2025 - Giovanni Russo - Impietosi i dati che emergono dall’analisi delle emissioni inquinanti convogliate dai camini ILVA
Più inquinamento da qui al 2031 con l’Accordo di Programma per l’ILVA
Gli stessi dati ufficiali dell’Accordo di Programma smentiscono la narrazione secondo cui saremmo a non passo dalla svolta green dell’ILVA. Per sei anni avremmo un aumento dell’inquinamento, con rischi sanitari non calcolati per bambini e soggetti fragili.28 luglio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network