Via i sigilli al parco «Cimino». Sarà riaperto prima dell'estate
Il pubblico ministero Pietro Argentino ha revocato il sequestro del parco comunale «Cimino», nonchè del bar, del ristorante e delle altre attrezzature che si trovano all’interno della stessa area. Il parco, la cui gestione è oggetto di un’inchiesta giudiziaria, era stato posto sotto sequestro il 27 maggio 2006.
Il provvedimento è stato notificato dai carabinieri della Compagnia di Taranto al sindaco, Ippazio Stefàno, che nei giorni scorsi aveva scritto al magistrato inquirente chiedendo la completa restituzione del parco comunale, per anni punto di ritrovo per le famiglie tarantine, in modo da poter indire una nuova gara d’appalto per la gestione della struttura.
«La pineta Cimino - è detto in una nota del Comune - torna alla città e con ogni probabilità potrà essere riaperta e restituita ai tarantini prima che inizi la stagione estiva». La gestione provvisoria potrebbe essere affidata alla Protezione civile.
Riaprono i cancelli del parco «Cimino». Il pubblico ministero Pietro Argentino ha revocato il sequestro, disposto il 27 maggio del 2006, del più grande polmone verde della città, del bar, del ristorante e delle altre attrezzature che si trovano all'interno della struttura ricreativa.
I carabinieri della Compagnia di Taranto, diretti dal capitano Giovanni Sozzo, hanno notificato ieri il provvedimento al sindaco Ezio Stefàno, che nei giorni scorsi aveva scritto al magistrato inquirente chiedendo la completa restituzione del parco comunale, per anni punto di ritrovo per le famiglie tarantine, in modo da poter indire una nuova gara d'appalto per la gestione della struttura.
«La pineta Cimino - è detto in una nota del Comune - torna alla città e con ogni probabilità potrà essere riaperta e restituita ai tarantini prima che inizi la stagione estiva». L’assessore ai Lavori Pubblici e al Patrimonio Alfredo Spalluto ha già preso contatti con il presidente del cda dell’Amiu per avviare le operazioni di pulizia della pineta e di ripristino dell’intera struttura (compresa la sostituzione dei cavi elettrici, ormai fuori uso ndr)».
Tra le ipotesi di affidamento provvisorio della gestione dell’area, in attesa della gara d’appalto, il Comune starebbe pensando alla Protezione civile e ad alcune associazioni ambientaliste. Da valutare, infine, se l’area potrà essere fruibile per tutta la giornata o solo nelle ore diurne, per consentire al Comine di ridurre i costi di manutenzione. Anche su questo aspetto, a partire da lunedì, inizierà il confronto nella Direzione Patrimonio del Comune.
A due anni dal sequestro, il magistrato ha ritenuto che sono ormai cessate le esigenze cautelari. L'inchiesta riguarda le procedure di affidamento e la gestione della struttura da parte della ditta «Day Service». Sono 24 in tutto gli indagati tra esponenti politici, imprenditori, ex dirigenti e funzionari comunali, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, falso ideologico, truffa pluriaggravata, peculato, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e riciclaggio. Coinvolti anche l'ex sindaco Rossana Di Bello e l'ex vicesindaco Michele Tucci, deputato Udc.
Nove indagati furono raggiunti da ordinanze di custodia cautelare il 13 settembre del 2006. Tra questi Giuseppe Ladiana e Adele Aloisio, già amministratori unici della società Day Service Srl, e i dirigenti comunali Santo Barracato, Luigi Lubelli e Carlo Patella. Secondo gli investigatori, attraverso accordi illeciti tra i funzionari comunali e l'azienda vincitrice dell'appalto nel 2001, sarebbero stati adottati provvedimenti amministrativi illegittimi per favorire la stessa ditta.
I dirigenti comunali avrebbero consentito la liquidazione e il pagamento da parte del Comune di lavori, servizi e forniture di materiali benchè i costi fossero a carico del gestore. L'area verde del parco fu dissequestrata l'1 luglio 2006, ma l'imprenditore Ladiana rinunciò a riaprire la struttura.
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