Taranto, i veleni della città nei disegni dei bambini
I bambini non vogliono morire. Il fatto stesso di parlare di morte per chi ha 8 o 10 anni, è da rabbrividire. "Io ho paura di morire" confessa Roberto. "Io perfino di uscire da casa o di mangiare" dice Sabrina. Gli alunni di sei scuole elementari di Taranto, circondata da polveri sottili e diossina, si occupano d'inquinamento. Scrivono, disegnano: pensieri e schizzi sono la narrazione di un incubo, materializzato da complessi industriali grandi come città: l'Ilva, il più imponente siderurgico d'Europa. "Ciminiere sbruffanti", sempre e ovunque, difficili da esorcizzare. "Potrebbe essere che la mia città è l'anticamera dell'inferno?".
Dagli istituti Egidio Giusti, XXV Luglio, Europa, Gabelli, Gianni Rodari, Cesare Giulio Viola inondano di lettere e d'immagini colorate quanto strazianti come il sole soffocato dallo smog che grida "Aiuto", il presidente della giunta regionale Nichi Vendola.
Vendola che alla fine decide di farne un libro. Perché, spiega, bisogna "imparare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini".
Sono centinaia di pagine: l'abbecedario della disperazione. Il titolo è una speranza: "Sognando nuvole bianche". Come "quelle dei cartoni animati" scarabocchia su un foglio a quadretti il giovanissimo Stefano, che al governatore confida: "La prego, faccia qualcosa". Fabiola, 9 anni, insiste: "Il cielo è grigio, mi pare di vedere un lampadario spento. Ti prego, se puoi accendi la luce". Domenico Basile è impietoso: "Il verde non è verde, il blu è malato, gli animali sono pochi, l'uomo sta morendo a causa di tante malattie legate all'inquinamento. Ma avere un futuro è un nostro diritto".
Parole semplici. E affilate come la lama di un rasoio. "Servono a fare chiarezza nei nostri programmi" avverte Vendola, che non rinuncia a ricordare tra il malinconico e l'indispettito: "Per anni la Puglia ha subìto crimini ambientali e forme di colonialismo economico. E' stata trasformata in un territorio 'a perdere', bucato eroso avvelenato spolpato". Ma non vuole arrendersi, il rivoluzionario gentile: "Noi abbiamo provato a reagire. A Taranto per la prima volta abbiamo imposto il monitoraggio costante delle diossine negli stabilimenti dell'Ilva.
Quell'Ilva che dà lavoro e che dà la morte". Le neoplasie, quelle gravi all'apparato respiratorio, stringono d'assedio una comunità, ostaggio del terrore. Claudia Marino, 10 anni, azzarda una soluzione: "Proprio a causa di questa industria, molte persone muoiono di cancro. Le chiediamo di far chiudere l'Ilva e costruire piccole industrie, per occupare le persone che lavorano lì".
Poiché "non bisogna barattare la vita con il posto di lavoro" avvisa Graziano Donotelli: "Mio padre lavora all'Ilva, però se qualcuno mi dovesse chiedere cosa preferisco tra la morte e la malattia sicura, io preferisco la vita di mio padre, le sue coccole".
Le paure d'Italia passano da Taranto. "Noi la questione intendiamo risolverla" promette Vendola. Francesco veste i panni del novellista: "Chiedo a mio padre come mai le nostre nuvole sono così dense e scure? E mio padre mi risponde, caro figlio sono ricche di una sostanza dannosa e velenosa. Io chiedo a mio padre come si chiama questa sostanza e lui mi risponde figliolo non è il caso che io ti rispondo è cosa da adulti. Ed io adesso mi chiedo come mai questi adulti non sono ancora riusciti a risolvere questo problema? E come mai siamo stati chiamati noi bambini che di queste cose non dovremmo sapere niente?".
Articoli correlati
- Esperimento con ChatGPT
Vendola, Riva e Dio
E' stato chiesto a un modello linguistico di Intelligenza Artificiale generativa di sviluppare un articolo in chiave ecologista partendo una dichiarazione di Nichi Vendola del 2011, in cui esprimeva stima verso Emilio Riva. Ecco cosa è venuto fuori.17 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti - Ilva di Taranto:
Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese
La tesi di Monia Torre, basata su un’approfondita ricerca antropologica, analizza la percezione del rischio legate all’Ilva di Taranto. Attraverso le testimonianze di operai come Piero Mottolese, attivista di PeaceLink, emergono le dinamiche tra fabbrica, ambiente e comunità.14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink - A Bari le associazioni ambientaliste hanno preso la parola
L'ILVA inquina ancora: audizioni nella commissione ambiente del Consiglio regionale pugliese
Le emissioni in aria di ossido di azoto prodotte dall’altoforno AFO4 e le concentrazioni di fenoli e cianuri nei reflui dello stabilimento superano i limiti di legge. Tutto questo nonostante le promesse di "ambientalizzazione".14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink - L'inquinamento ILVA va in scena
Teatro e cittadinanza: sul palcoscenico la resistenza al disastro ambientale
Un teatro che educa e mobilita sotto la regia di Maria Elena Leone. Strumento riflessione collettiva e mobilitazione delle coscienze. Vengono portate in scena emozioni e storie che parlano di dolore, lotta e speranza. Presente il regista teatrale tedesco Joscha Zmarzlik, studioso di Luigi Nono.10 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
Sociale.network