Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

Inquinamento Ilva, rischio infrazione per l'Italia

Il caso alla Ue L'europarlamentare Vernola: «Accordo fuori tempo, pericolo multa da 500 milioni. Dopo il primo richiamo e in assenza di una risposta adeguata dovrebbe scattare la sanzione per l'Italia - spiega Vernola - quantificabile in centinaia di milioni»
22 luglio 2008
Rosanna Lampugnani
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- ROMA — Secondo Marcello Vernola è molto probabile che il governo italiano non abbia ancora ottemperato alle richieste dell'Unione europea, non abbia cioè ancora recepito appieno la direttiva IPPC sulle emissioni industriali e non l'abbia quindi applicata, nonostante il primo avvertimento scritto che obbligava l'Italia a presentare entro il 6 luglio eventuali osservazioni allo stesso richiamo. Di qui l'interrogazione presentata dall'eurodeputato Pdl - segue altre sulla stessa materia - il 14 scorso, con cui chiede di avere certezza sul comportamento italiano e, nel caso di negligenza, «quali misure intende imporre la Commissione per sanzionare i ritardi e le inadempienze dello Stato italiano ».

Interrogazioni di Vernola, risposte del commissario Dimas si sono intrecciate dal giugno 2007, in merito alle emissioni inquinanti degli impianti industriali tarantini. Vernola pone l'accento sul colosso siderurgico dell'Ilva, ma il tema riguarda anche Cementir, Eni/Power, Eni, Amiu chiamate ad adeguare il livello delle loro emissioni ai parametri europei. In realtà un provvedimento cogente in tal senso - per dotarsi cioè dell'Aia, Autorizzazione integrata ambientale - non è stato mai predisposto dal governo italiano, nè in Puglia nè nel resto del Paese, e anche l'accordo di programma sottoscritto l'11 aprile scorso - fuori tempo massimo e a due giorni dal voto - tra la Regione e il ministero dell'Ambiente guidato da Alfonso Pecoraro Scanio (capolista Arcobaleno nel Tacco) di fatto non è altro che un'ulteriore dilazione delle prescrizioni, perchè disciplina tempi e modalità autorizzativi. Di fatto, in base ai testi delle interrogazioni e delle risposte del commissario Ue, è davvero probabile che l'Italia sia inadempimenti. Questo cosa può comportare?

«Dopo il primo richiamo e in assenza di una risposta adeguata dovrebbe scattare la sanzione per l'Italia - spiega Vernola - quantificabile in centinaia di milioni. Soldi che verrebbero decurtati dai fondi destinati al nostro Paese e di cui lo Stato si avvarrebbe sulla Regione. Non dimentichiamo - aggiunge l'europarlamentare Pdl - che si sta ancora parlando della vecchia direttiva. A settembre cominceremo a discutere di quella nuova, ancora più severa, perchè la Ue in materia ambientale e di tutela della salute non fa sconti a nessuno». Conclude Vernola: «A questo punto dobbiamo chiederci: è preferibile pagare 500, 600 milioni di penale o piuttosto dare incentivi ad Ilva perché si metta in regola? ». Il colosso dell'acciaio, di suo, starebbe già lavorando in questa direzione (500 milioni di investimento) per presentarsi all'appuntamento del nuovo accordo di programma fissato nel 2009 nelle migliori condizioni.

Articoli correlati

  • Si fa presto a dire
    Laboratorio di scrittura
    Cronaca della presentazione di un esposto sulle emissioni dell'ILVA

    Si fa presto a dire

    Il maresciallo comincia a scrivere. Sembriamo a buon punto. La felicità dura poco. Blackout elettrico. Il computer dei Carabinieri perde tutti i dati. Si ricomincia da capo. Così per tre volte mentre fuori si superano i quaranta gradi. L'esposto è proprio sulle vittime delle future ondate di calore.
    18 luglio 2024 - Alessandro Marescotti
  • La valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva
    Ecologia
    Comunicato stampa con allegati

    La valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva

    Sono di particolare importanza i dati dello studio “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”. Al centro c'è la questione dell'impatto transfrontaliero e transgenerazionale.
    18 luglio 2024 - Redazione PeaceLink
  • Ex Ilva: diffida a ministro dopo sentenza Corte Ue, stop Taranto
    Ecologia
    Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea su Acciaierie d’Italia

    Ex Ilva: diffida a ministro dopo sentenza Corte Ue, stop Taranto

    Le associazioni ambientaliste Genitori Tarantini e Peacelink hanno inviato una diffida al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e alla direzione Valutazioni ambientali del ministero, chiedendo di “volere immediatamente sospendere l’attività produttiva” della fabbrica di Taranto.
    11 luglio 2024 - AGI
  • Spiegazione della sentenza della Corte di giustizia dell'UE sull'ILVA
    Ecologia
    Piccolo Bignami per chi si fosse perso

    Spiegazione della sentenza della Corte di giustizia dell'UE sull'ILVA

    La Corte di Giustizia dell'UE ha stabilito che le autorità nazionali devono effettuare una valutazione degli impatti sulla salute umana prima di autorizzare l'ILVA. In presenza di gravi rischi per l'ambiente e la salute, devono sospendere le operazioni piuttosto che concedere proroghe.
    25 giugno 2024 - Redazione di PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)