Le sanzioni contro la Russia non hanno portato al crollo immediato come molti nella Nato speravano. Questo ha causato un cambiamento di rotta privilegiando l'invio di armi che in un primo tempo dovevano servire a far resistere l'Ucraina in attesa che le sanzioni paralizzassero Putin.
1 aprile 2024 - Redazione PeaceLink
La UE ha fatto saltare il sistema dei dazi per favorire l’Ucraina
L’UE ha deciso di finanziare Kiev sia attraverso fondi diretti (i 50 miliardi di euro alla base della nota controversia con l’Ungheria) sia attraverso fondi indiretti - chiamiamoli così - costituiti dagli sgravi derivanti dal non pagamento dei dazi.
A Bruxelles i trattori hanno occupato i centri nevralgici. A Parigi c'è un faccia a faccia fra blindati e trattori. La crisi ha collegamenti profondi con la guerra: importazioni agricole a basso costo dall'Ucraina e stangata energetica conseguente alle sanzioni verso la Russia.
Invece di essere sempre sulla difensiva, cercando di smontare le accuse false fatte contro Julian Assange dai governi USA/UK, due gruppi di attivisti, suoi estimatori – uno a Londra e l’altro a Roma – hanno deciso di passare all'attacco.
16 ottobre 2021 - Patrick Boylan
Precisazione riguardante l’ipotesi di sanzioni UE contro gli USA e l’UK
Il movimento Our Voice (www.ourvoice.it) approva la richiesta di sanzioni contro gli USA e l’UK per i loro continui abusi contro il giornalista Julian Assange: “E’ una provocazione”, dice, “utile per evidenziare i doppi standard dell’UE”. Ma aggiunge che le sanzioni richieste devono essere mirate.
9 ottobre 2021 - Patrick Boylan
Basta con la criminalizzazione dell’editore di Wikileaks!
Attivisti statunitensi e italiani residenti a Roma hanno chiesto all’UE di sanzionare gli USA e il Regno Unito per i loro atti persecutori contro Julian Assange: detenzione arbitraria, tortura psicologica, censura – misfatti regolarmente sanzionati dall'UE quando a commetterli sono regimi autoritari
7 ottobre 2021 - Patrick Boylan
La mia mente va ai dibattiti presidenziali delle ultime settimane negli Stati Uniti. Il presidente Barack Obama e il governatore Mitt Romney facevano a gara per promettere le più "paralizzanti" sanzioni contro l'Iran.
Le sofferenze dei superstiti della guerra chimica Iran-Iraq di venticinque anni fa sono ancora dolorose e attuali. Ma cure e medicinali sono "bloccati" dalle sanzioni.
E l'autore si chiede: - La "comunità internazionale" ha deciso che è "legale" annientare una popolazione fino a questo punto. Ma è morale? E' giusto? -
28 novembre 2012 - Shahriar Khateri, Narges Bajoghli
Il caso alla Ue L'europarlamentare Vernola: «Accordo fuori tempo, pericolo multa da 500 milioni. Dopo il primo richiamo e in assenza di una risposta adeguata dovrebbe scattare la sanzione per l'Italia - spiega Vernola - quantificabile in centinaia di milioni»
I 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA. Il DDL 1359 evidenzia che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale".
Le iniziative di Trump stanno generando nervosismo e malumore tra coloro che speravano in una vittoria militare dell'Ucraina e nel suo ingresso nella NATO. La prospettiva di negoziati che potrebbero comportare concessioni significative alla Russia è vista come una minaccia.
Da Vicks VapoRub a ILVA VapoRub, il nuovo unguento per uso inalatorio è pronto per tutti i bambini di Taranto. Il governo stanzia 400 milioni per questo trattamento balsamico nelle affezioni delle vie respiratorie. La motivazione è che chiudere l'ILVA provocherebbe un "rilevante rischio ambientale".
Il decreto è in contrasto con il principio “chi inquina paga”, destinando a finalità produttive fondi per la decontaminazione di terreni e falde. Occorre poi dare all'ISS l'ultima parola nella Valutazione di Impatto Sanitario e includere i lavoratori ILVA nella verifica dei danni alla salute.
La guerra in Nord Kivu ha già fatto in pochi giorni almeno 3.000 morti secondo stime Onu. Occorrono fatti: «L’Ue deve cancellare il protocollo d’intesa sulle materie prime critiche firmato nel 2024 con il Ruanda», un paese che nel sottosuolo non ha queste risorse e le estrae in Congo illecitamente.
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