Taranto Sociale

Ferrero: Vendola parli ai deboli

Il neo segretario di Rifondazione comunista ha avviato il «nuovo» corso con una visita agli operai dello stabilimento siderurgico di Taranto. Alcuni operai hanno fischiato il leader Lo accusano: trascurati quando eri ministro.
1 agosto 2008
Cesare Bechis
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- TARANTO — «Veramente sono venuto qui perché c'è la più grande fabbrica del Mezzogiorno e perché qui ci sono molte contraddizioni. Non sono qui a Taranto per proseguire all'infinito il congresso di Rifondazione già durato abbastanza. Penso che le cose fatte da Nichi (Vendola, ndr) con la lettera al governo siano positive. Magari mettessimo assieme così il partito su tutte le questioni. Bisogna, da un lato verso il governo dall'altro verso l'azienda, obbligare ad assumersi responsabilità e finalmente cambiare qualcosa».

Il neo segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, è agli ingressi della portineria D dello stabilimento siderurgico di Taranto per parlare con gli operai; per riprendere il discorso «dal basso a sinistra» da fabbriche e luoghi di lavoro. Respinge ogni tentativo di riaprire lo scontro congressuale con il governatore della Puglia che, manco a farlo apposta, proprio ieri ha convocato a Bari il sindaco di Taranto Ezio Stefàno per la questione ambientale. Ferrero glissa su queste casualità e guarda avanti.

Ha visto che non c'è il sindaco Stefàno?

«Non c'è, è casuale ma stiamo facendo comunque una cosa buona tutti e due, io e Nichi che ha preso l'iniziativa sull'inquinamento. L'importante è che stiamo lavorando nella stessa direzione».

La sua è una mano tesa verso Vendola, un tentativo di riconciliazione?

«Io penso che il partito possa trovare la sua riunificazione nel lavoro politico e il modo migliore per riunificarlo sia proporre la gestione unitaria come dico sin dal primo momento dopo l'elezione. Il partito è di tutti e nessuno deve sentirsi come un ospite. La riunificazione del partito della rifondazione avviene sul fare le cose, insomma o il partito comunista serve a stare con la povera gente o non serve a niente».

Per questa ragione ha scelto Taranto e l'Ilva come punto di partenza?

«Dobbiamo ripartire in questo modo parlando con i lavoratori. Inoltre la mia prima uscita da segretario l'ho voluta proprio qui perché questa è una fabbrica piena di contraddizioni ».

Cosa vuol dire?

«Ci sono i giovani, molta precarietà e un numero di incidenti inaccettabile per una società civile. Nello stesso tempo è una fabbrica che inquina mentre i livelli di profitto altissimi. Il padrone guadagna, su ogni singolo dipendente, più dello stipendio di quel lavoratore. I soldi, gli utili vanno usati per migliorare l'ambiente e i salari. E' una questione di intervento pubblico per garantire le trasformazioni ambientali ma deve essere anche l'iniziativa privata a farlo. In Italia gli stipendi fanno schifo mentre i padroni guadagnano e fanno profitti».

I lavoratori qui attorno si chiedono cosa avete fatto in passato, mentre Rifondazione era al governo, e cosa farete in futuro.

«Io sono sempre stato dagli operai, sono stato a Melfi alla Fiat, non sono venuto qui ma sono operai anche quelli».

Le rimproverano che qui si muore di amianto e diossina.

«La critica va raccolta, evidentemente il nostro impegno fino a oggi non è stato sufficiente. Dobbiamo essere più attenti ai lavoratori anche perché non c'è da scegliere tra diritto alla salute e diritto al lavoro. C'è solo da far scucire soldi a Riva perché migliori salari e condizioni di lavoro».

Le rimproverano anche di non essere venuto prima.

«Sì, ma ora sono qua, sono venuto a parlare con loro. Il fatto di esserci è la condizione per ricostruire un rapporto, per ascoltarli».

Come raggiungere questi obiettivi di miglioramento dei salari e delle condizioni sul posto di lavoro?

«In autunno c'è la vertenza aziendale, chiederemo aumenti per trecento euro e di partecipare alle lotte nazionali per fermare il governo Berlusconi. E se siamo qua è perché si pensa che sia giusto essere qui».

Con il Partito democratico è possibile un'intesa?

«Se il Pd si mette a fare opposizione troveremo certamente punti di convergenza. Se Veltroni dismette l'atteggiamento dell'abbracciamoci a tutti i costi è possibile che in autunno si trovino punti di contatto perché proprio non ci sono le condizioni per governare con questi qua».

C'è bisogno di una stagione referendaria?

«Ritengo di sì sui temi sociali ».

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