Losappio «Ilva, saremo inflessibili sull'Aia»
TARANTO — Diminuire l'inquinamento mantenendo i livelli attuali di produzione di acciaio. E' questo l'obiettivo da raggiungere nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Il sistema pubblico respinge l'equazione che più si produce e più si inquina, la ritiene inaccettabile. Anzi stringe i tempi per l'adeguamento degli impianti tarantini alle esigenze dell'ambiente e della salute collettiva.
A settembre sarà effettuata una ricognizione in acciaieria per verificare lo stato di avanzamento della così detta ambientalizzazione, cioè degli interventi indicati nel protocollo d'intesa per contrastare le fonti d'inquinamento. I risultati di quest'accertamento saranno poi al centro di un confronto dal quale potrebbe scaturire la necessità di ulteriori migliorie, ora non previste. E' questa la linea d'azione su cui intendono muoversi le istituzioni pubbliche (Regione, Provincia, Comune), naturali controparte dell'imprenditore privato Emilio Riva titolare dell'acciaieria tarantina.
Per ottenere il risultato più utile ai cittadini e all'ambiente, e compatibile con le necessità produttive industriali, nel procedimento dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) saranno introdotti due elementi vincolanti per l'azienda: tempi certi e abbreviati rispetto a quelli indicati fino ad oggi per l'applicazione dei sistemi antinquinamento e i limiti da non superare per le emissioni non solo dell'area di agglomerazione (diossine) ma anche per quelle della cokeria fino ad oggi trascurate.
Ilva, in sostanza, potrebbe essere indotta a rivedere il proprio cronoprogramma sulla base delle indicazioni che l'organo tecnico-scientifico della Regione, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa), fornirà. «Se nel procedimento dell'Aia - ha esplicitamente detto l'assessore regionale Michele Losappio durante l'incontro con la stampa a Palazzo di città - introdurremo dei tetti per le sostanze nocive e il tetto non viene rispettato dall'azienda non concederemo l'autorizzazione integrata ambientale che autorizza il funzionamento dell'industria».
Dopo la terza campagna di rilevazione sulle diossine conclusa l'altra settimana, ieri mattina è stato fatto il punto sulla situazione partendo dai risultati ottenuti. A Palazzo di città erano presenti i rappresentanti delle istituzioni Regione (Losappio), Comune (Stefàno), Provincia (Florido), Statte (Piccoli), e il direttore generale dell'Arpa Giorgio Assennato. Le emissioni di diossine e furani, con l'applicazione del metodo-urea, sono diminuite. Ma, è stato sottolineato, questo sistema non è sufficiente tanto è vero che il valore di 2.5 nanogrammi per metro cubo registrato durante i campionamenti è ben lontano dal valore pari a 1 che si vuol raggiungere a Taranto.
Per questa ragione sarà necessario introdurre altri tipi di interventi già a disposizione delle industrie che vogliano impegnarsi in questa direzione. L'assessore Losappio ha confermato che «indipendentemente dal protocollo d'intesa è decisivo per il rilascio dell'Aia l'inserimento di nuovi interventi nel protocollo accompagnati da tempi certi e limiti adeguati».
Secondo il presidente della Provincia, Gianni Florido, «lo stabilimento dell'Ilva deve diventare il più compatibile d'Europa » e ha messo in evidenza che «con la giunta Vendola c'è stata un'accelerazione dei tempi di applicazione delle misure». Vuole recuperare «il tempo perduto» il sindaco di Taranto Ezio Stefàno secondo il quale «la diminuzione degli ultimi rilevamenti ancora non basta».
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