ILVA. Losappio: Spero in unità per la salute della popolazione
 
“In data 03.09.2008, ILVA S.p.A. ha trasmesso una nota, contenente un aggiornamento del crono programma degli interventi già programmati, da porre in essere per migliorare l’impatto ambientale derivante dai processi produttivi. A seguito di puntuale lettura si è accertato che, nella nota citata, lungi dal proporsi nuove soluzioni tecniche lenitive dell’impatto ambientale sulla popolazione ovvero accelerazioni nel realizzare le opere già in programma, sono presenti gli stessi termini del precedente crono programma, con qualche eccezione di interventi la cui realizzazione viene addirittura procrastinata nel tempo. 
“I ritardi riguardano gli interventi codificati come AC.1 (9 mesi); LC.2 (2 anni e 9 mesi); RV.1: RIV/1 (6 mesi), RIV/3 (9 mesi); SM.10 (almeno 2 anni e 3 mesi); SM.18 (almeno 9 mesi).
“Per quanto attiene l’impianto di Agglomerazione AG.2, oggetto di particolare attenzione in quanto fonte primaria dell’emissione di PCCD/F, non si rileva alcuna “anticipazione” rispetto al precedente termine fissato al giugno 2009. 
“Inoltre, cosa di maggior rilievo, non si fa cenno o riscontro: 
- né all’invito rivolto all’ILVA da parte di questa Amministrazione, la quale aveva auspicato che, nelle more della realizzazione dell’impianto ad urea “definitivo”, si potesse continuare con l’additivazione di urea col metodo provvisorio utilizzato durante la campagna condotta dall’ARPA Puglia nel giugno di quest’anno; 
- né alla necessità di avviare subito ed accelerare i tempi per la realizzazione dell’impianto di abbattimento di PCCD/F ulteriore a quello “ad urea”, per il quale, nel precedente crono programma si prevede di iniziare lo studio applicativo nel terzo trimestre del 2009 e di terminarne la realizzazione addirittura a fine 2014, tempi che sono ritenuti da questa Amministrazione assolutamente inaccettabili;
- né, infine, al limite di emissioni di PCCD/F da raggiungere al termine della realizzazione di questo secondo impianto di abbattimento, fermo restando dunque il solo impegno a raggiungere il limite di 3,5 ng TEQ /Nmc, raggiungibile con l’impianto ad urea.
“Fermo restando dunque, che la Regione Puglia e il sistema delle Autonomie Locali ritengono necessario che si dia un rapido riscontro ai tre punti sopra elencati, iniziando immediatamente l’additivazione di urea in attesa della realizzazione dell’impianto dedicato, ed indicando quali ulteriori tecnologie saranno realizzate, in tempi brevi e certi, per mantenersi al di sotto di un limite di emissioni che va fissato certamente non oltre il valore di 1,0 ng TEQ / Nmc – ritenuto, come già detto, valore soglia al quale la Regione “Puglia subordina il proprio parere positivo al rilascio dell’AIA – si auspica che la Società ILVA ed il Ministero vorranno unirsi allo sforzo di questa Amministrazione teso a salvaguardare la salute delle popolazioni, l’integrità dell’ambiente ed i livelli occupazionali ed industriali dell’area di Taranto-Statte.”
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