Vendola invia gli ispettori all´Ilva
La Regione mette l´Ilva sotto sorveglianza. I propri tecnici, insieme con quelli dell´Arpa, saranno domani in fabbrica per controllare se il siderurgico stia rispettando gli accordi presi nel protocollo d´intesa firmato nel 2006 dal governo Vendola con l´azienda. «I nostri esperti - dice il presidente della Regione, Nichi Vendola, insieme con l´assessore all´Ambiente, Michele Losappio - andranno per valutare se quell´accordo è rispettato, così come prevedeva il cronoprogramma: parlo non delle diossine, ma di tutti quei progetti di ambientalizzazione che l´azienda si era impegnata a fare nel 2006 quando sottoscrivemmo l´intesa».
I report che le strutture dell´assessorato fornirono alla giunta quest´estate non erano incoraggianti: parlavano di un cinquanta per cento degli impegni presi dall´Ilva già rispettati, ma di un altro cinquanta per cento ancora da realizzare. «Andremo a verificare lo stato di quell´accordo» ha detto Vendola ieri sera, in quello che lui stesso ha definito «un momento storico per la Puglia, per Taranto e per i tarantini».
Nell´atrio della presidenza della Regione ha infatti presentato il nuovo disegno di legge sulle diossine, approvato in giunta due settimana fa: una legge che impone all´Ilva di dimezzare subito le attuali emissioni per poi scendere al limite europeo entro il 2010. «Ci siamo permessi di alzare la voce non contro l´Ilva di Taranto - ha detto Vendola - non contro la fabbrica e il lavoro, non contro il governo nazionale, ma contro l´idea che in una sola città e in una sola produzione si possa concentrare il 90 per cento di tutta la produzione di diossina in Italia». Accanto a lui, oltre a Losappio, c´erano l´attore Alessandro Langiu e Nando Popu, il leader della band salentina Sud Sound System.
Entrambi hanno fatto della questione Ilva, e più in generale dei problemi ambientali a Taranto e nel Salento, un argomento di denuncia e di battaglia. «E´ fantastico che si riesca a mettere la denuncia visionaria del mondo della cultura e il pragmatismo che invece è dovuto alla politica: significa che questa legge non appartiene a uno schieramento ma alla società civile, risponde a un bisogno immediato della gente. Non abbiamo trattato l´Ilva con i guanti bianchi - ha ricordato Vendola - abbiamo mantenuto una razionalità scientifica e non abbiamo mai detto "chiudiamo l´Ilva".
Abbiamo semplicemente imposto, dati alla mano, limiti che sono assolutamente possibili oggi investendo nell´ambientalizzazione». Le emissioni chieste all´Ilva subito sono le stesse che l´azienda ha dimostrato di poter rispettare lo scorso anno, durante una campagna di campionamento, quando sono stati utilizzati dei particolari additivi chimici. «La crisi economica non può essere una scusa per nessuno - ha detto Vendola - Non si può affrontare la crisi dei mercati finanziari rinviando la crisi ambientale, non c´è tempo. Ecco perché non vorrei fare soltanto mia questa battaglia: vorrei invece sottoscrivere col ministro Prestigiacomo questo percorso, perché serve una gigantesca opera di bonifica».
Vendola annuncia che dopo questa sulle diossine ci sarà una nuova battaglia: «L´Enel di Cerano deve abbattere l´utilizzo del carbone di almeno il 30 per cento».
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