Taranto Sociale

Ilva, Napolitano scrive ai bambini "Anche io volli la fabbrica"

«Mi diedi molto da fare e partecipai a delle battaglie perché si costruisse il grande impianto siderurgico a Taranto. Abbiamo imparato, dopo, che bisognava essere più prudenti». Parole grondanti di amarezza, ma che rispondono ai sentimenti che oggi alimentano la battaglia per l´ambiente che sta mobilitando Taranto.
28 novembre 2008
Mario Diliberto
Fonte: Repubblica

Giorgio Napolitano
«Mi diedi molto da fare e partecipai a delle battaglie perché si costruisse il grande impianto siderurgico a Taranto. Abbiamo imparato, dopo, che bisognava essere più prudenti»: così si esprime il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nella lettera ai bambini che lo hanno invitato a Taranto per partecipare alla manifestazione contro l´inquinamento prodotto dalle grandi industrie della città, prima fra tutte l´Ilva.

"Conosco la realtà di Taranto e sono particolarmente attento alle problematiche ambientali". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano risponde ai bimbi di Taranto in prima linea nella battaglia contro l´inquinamento della città.

Quei bimbi lo avevano invitato a Taranto per condividere la lotta per far tornare il cielo blu sopra le loro case.

"Nel corso di un incontro al Quirinale, scrive il presidente nella sua lettera, proprio rispondendo ad una domanda di alcuni studenti di Taranto dissi che bisogna rendersi conto che per tanto tempo il problema numero uno è stato il problema del lavoro, di creare posti di lavoro, specialmente nel Mezzogiorno d´Italia e sembrava che la strada maestra fosse quella di costruire fabbriche».

In questo senso - continua il presidente - ho peccato anch´io: mi ricordo che mi diedi molto da fare e partecipai a delle battaglie perché si costruisse il grande impianto siderurgico a Taranto. Abbiamo imparato, dopo, che bisognava essere più prudenti, e che bisognava mettere nel conto anche tutte le conseguenze negative della industrializzazione. Ma si è dovuti passare per quell´esperienza, per capirlo".

Parole grondanti di amarezza, ma che rispondono ai sentimenti che oggi alimentano la battaglia per l´ambiente che sta mobilitando Taranto. "Ci rivolgiamo a lei come ad un nonno" avevano scritto lo scorso 23 ottobre i piccoli dell´associazione "bambini contro l´inquinamento", presieduta dal pediatra Giuseppe Merico, invitando Napolitano in città.

Insieme alla loro avevano spedito al presidente la lettera degli studenti della scuola elementare "Giusti". Le loro aule sono nel cuore del quartiere Tamburi, costretto a vivere gomito a gomito con le ciminiere della zona industriale. Tra quelle fabbriche troneggiano l´Ilva e la grande raffineria Eni. I tarantini ora hanno scelto di battersi e domani a migliaia scenderanno in strada rispondendo all´appello lanciato dalle associazioni ambientaliste. Nel corteo che si snoderà nel centro cittadino ci saranno anche quei bambini che si erano rivolti al loro Presidente.

Napolitano, però, per ora non verrà a Taranto. Nella lettera, infatti, mediante il suo consigliere Pasquale Cascella, pur ribadendo la vicinanza alla comunità pugliese, il Presidente specifica che non è possibile al momento individuare una data in cui fissare una sua visita in riva allo Ionio. Ma l´appuntamento sembra solo rinviato.

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