«La anti-diossina è compatibile con la normativa Ue»
ROMA — Secondo Monica Frassoni, capogruppo dei Verdi/Ale al Parlamento europeo, la legge regionale contro le emissioni, a normativa vigente, è compatibile con la legislazione europea.
Onorevole, la Puglia può legiferare in merito alle emissioni?
«La competenza legislativa delle Regioni rispetto alla Stato nazionale è questione interna e non riguarda il diritto comunitario. Nel caso specifico la Regione Puglia si appella a un diritto dovere di difesa della salute dei cittadini (vedesi ultimo paragrafo punto 1 pagina 3 del disegno di legge, ndr). Si tratta quindi di un intervento che si basa sull'articolo 117 della Costituzione italiana, così come modificato dalla legge del 2001 che stabilisce competenze e responsabilità tra Stato e Regioni in materia di tutela della salute. Senza entrare in profondità nell'intricata questione, cosi come emersa dalla modifica del titolo V della Costituzione, sembrerebbe che non vi sia un problema di competenza della Puglia se la materia della legge regionale rientra nelle attività di tutela della salute».
Il Parlamento europeo ha legiferato sulle emissioni: sono state prese in esame anche quelle delle acciaierie?
«Il disegno di legge pugliese, pur citando la necessità di adeguamento alla normativa comunitaria, non fa riferimento a specificità. Sembra però evidente, per il soggetto trattato e il riferimento alle Bat (Best avaible techniques) che ci si riferisca alla direttiva Ippc (Integrated pollution prevention and control), introdotta nel 1996 e che ha lo scopo di prevenire e controllare in modo integrato l'inquinamento di aria, acqua e suolo di attività industriali, o agricole, esistenti o nuovi, altamente inquinanti e tra le attività della direttiva vi è anche la produzione e trasformazione di metalli.
La norma prevede che gli Stati forniscano un'autorizzazione all'attività delle stesse imprese che devono adoperare, appunto, le Bat, che avrebbero dovuto essere applicate entro il 30 ottobre 2007. Attualmente l'Italia è sottoposta ad una procedura d'infrazione della direttiva 2008/1/Ce, che ha recepito la precedente. In conclusione si può dire che a priori la Regione Puglia può legiferare in nome della tutela della salute e che vi sia una inadempienza da parte dell'Italia riguardo la direttiva Ippc entro cui ricade l'obbligo di riduzione dell'inquinamento di impianti come l'Ilva».
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