Il promotore di Peacelink «Gli ambientalisti a Taranto sono la maggioranza»
«A me è sembrata la più grande mobilitazione a Taranto degli ultimi anni ed è bene riflettere su questo. Le persone interessate alla salvaguardia dell’ambiente e della salute, a Taranto, sono la maggioranza».
Alessandro Marescotti, leader di Peacelink, difende la marcia di «Altamarea» per l’ambiente. «Non è vero che mancavano i cittadini e c’erano anche gli operai. Ma scusi un operaio deve marciare con appeso al collo la scritta: sono un operaio?».
Marescotti allora è una manifestazione tutta luci e senza ombre?
«Al contrario. C’è stata la protesta dei referendari. La cosa mi ha amareggiato. Conosco Fabio Matacchiera da anni e conosco il suo impegno per l’ambiente quando nessuno parlava di ambiente a Taranto. Le sue sei querele sono, per me, sei medaglie al valore. Ma i referendari avevano detto chiaramente che non avrebbero marciato. Non era previsto prendessero la parola. Sul referendum confermo il mio pensiero: dev ’essere strumento di dibattito e non di divisione».
E la politica? Non trova ambigua una certa solidarietà? Lo scorso anno marciavano, quest’anno no.
«I politici si sono mantenuti ai margini. Meglio così. Noi abbiamo capitalizzato la fiducia dei cittadini. Per “Altamarea” si sono mobilitati commercianti, ordini professionali. In città, ripeto, siamo la maggioranza. L’ambiente è diventato questione centrale. Il giudizio complessivo sulla classe politica è negativo, ma con qualcuno, nel centrodestra e nel centrosinistra, abbiamo cominciato a parlare. La ragione sembra farsi strada».
Marescotti il movimento ambientalista ha bisogno di una leadership forte. Non può essere la politica a menare le danze. Anche perché di fronte al governo, di fronte all’Europa, visto che si parla di Ilva e di acciaio, bisogna essere pre parati…
«Vero ma “Altamarea” sta discutendo della necessità di avviare un confronto a Roma per spiegare fino in fondo le ragioni dell’ambiente a Taranto carte alla mano, come si dice in questi casi. Io sulla leadership sarei cauto. Io son contento di non essere leader e di stare in un movimento dalle molte voci. Un mondo libero non ha bisogno di eroi. E sull’ambiente deve affermarsi una prospettiva “norvegese”. Qualunque sia il colore politico del governo, l’ambiente resta la questione centrale».
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