Taranto Sociale

Il valore medio è di 1,93 nanogrammi a metro cubo quando non si dovrebbe superare 1 nanogrammo

Benzo(a)pirene: l'Ilva considera "incoraggianti" i dati pessimi dell'Arpa Puglia

Assurde sono anche le affermazioni del sindaco Ippazio Stefàno che chiede che "i dati Arpa vengano controllati anche da un altro organismo"
2 giugno 2011
Fabio Matacchiera

Foto dal titolo "Il cancro della mia città"

L'Ilva ha così commentato i dati Arpa sul benzo(a)pirene: "Questi dati incoraggianti sono il successo di tutti, dell'area industriale, dell'amministrazione regionale e cittadina, delle autorità di controllo".


Il dato medio emerso non è per nulla incoraggiante, in quanto il valore medio è di 1,93 nanogrammi a metro cubo. Non si dovrebbe superare 1 nanogrammo e, invece, siamo quasi al doppio. L'Ing. Buffo, responsabile Qualità e Ambiente dell'Ilva di Taranto, dichiara: "Prendiamo atto positivamente nel constatare come i valori siano nettamente inferiori a quelli registrati nello stesso periodo del 2010". E aggiunge: "I valori riscontrati parlano di una riduzione di circa il 40%". Questo modo di ragionare non aiuta a capire. L'azienda continua a fornire riduzioni percentuali, ma lo fa prendendo come punto di partenza valori particolarmente altissimi. Se un'auto che va a 300 km/h riduce la velocità del 40%,  non per questo evita la multa. L'azienda invece di dare i valori di partenza e quelli di arrivo, dà riduzioni percentuali. Questo procedimento può accontentare le persone poco attente che si basano su pochi elementi,  ma chi vuole conoscere la verità, deve disporre di sufficienti dati e poterli confrontare tra di loro e i dati che fornisce l'Arpa per l'anno 2011 danno valori troppo alti per i due più pericolosi cancerogeni che caratterizzano Taranto: la diossina e il benzo(a)pirene.

 
La diossina è a 0,7 ng/m3 (quella rilevata solo su un camino e con preavviso), ben oltre lo 0,4 della legge regionale.
Il benzo(a)pirene è a 1,93 ng/m3, ben oltre quel valore di 1 che era fissato dalla legge e che attualmente non è più in vigore per un decreto del Governo (il dlgs 155/2010). Questi sono i dati Arpa. Dati che pesano come macigni. Assurde sono anche le affermazioni del sindaco Ippazio Stefàno che chiede che "i dati Arpa vengano controllati anche da un altro organismo", precisando che tale controllo lo auspica "non per sfiducia". In questo modo i cittadini rischiano di non rendersi conto più di nulla in questa città dove da un lato il Sindaco chiede un controllo sui dati Arpa e dall'altro  l'Ilva trasforma quei dati in motivo di giubilo.

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