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Peacelink: "Non sprechiamo il Recovery Fund per prolungare l'agonia dell'ILVA"

Peacelink fa appello a tutti i candidati perché si esprimano contro un intervento assistenziale che prolunghi l'agonia dell'Ilva di pochi mesi, bruciando centinaia di milioni di euro che sarebbero invece necessari per una riconversione del sistema economico
7 settembre 2020
AGI (Agenzia Giornalistica Italia)

ArcelorMittal: Peacelink, non sprechiamo qui Recovery Fund 

Pubblicato: 06/09/2020 12:23 
(AGI) - Taranto, 6 set - “Peacelink, in occasione delle elezioni regionali in Puglia, fa appello a tutti i candidati perché si esprimano contro un intervento assistenziale che prolunghi l'agonia dell'Ilva di pochi mesi, bruciando centinaia di milioni di euro che sarebbero invece necessari per una riconversione del sistema economico”. Lo dichiara a proposito di ArcelorMittal, l’ex Ilva, l’associazione ambientalista Peacelink, tra le realtà piu attive nella protesta contro l’acciaieria. Peacelink, attraverso il suo coordinatore Alessandro Marescotti, chiede ai candidati al Consiglio regionale pugliese una scelta non in favore del mantenimento del siderurgico, ma “nell'investimento strategico da più parti auspicato: l'investimento nei giovani e nella formazione del capitale umano”. (AGI)  
TA1/DAN

ArcelorMittal: Peacelink, non sprechiamo qui Recovery Fund (2) 

Pubblicato: 06/09/2020 12:23 

(AGI) - Taranto, 6 set. - “Un investimento - si afferma - che accompagni i processi di digitalizzazione e di acquisizione di competenze innovative necessarie per la riconversione ecosostenibile. Tutti gli economisti in questi giorni si stanno sforzando di spiegare che il Recovery Fund va usato per tre obiettivi: la formazione dei giovani, la digitalizzazione e l'economia green. Ma per Taranto il Recovery Fund viene letto come Ilva” sostiene Peacelink.  “Ricordiamo che oggi l'Ilva, in queste condizioni di mercato - rileva Peacelink -, perde cento milioni di euro al mese. E' un'azienda fallita da anni che non si sorregge più. Anche ArcelorMittal ha gettato la spugna perché le speranze di rilancio si sono infrante contro ostacoli ritenuti insormontabili persino dal primo colosso mondiale dell'acciaio”. Secondo Peacelink, “difronte a questa evidenza, bisognerebbe trarne le conseguenze e predisporre un piano B per salvare prima di tutto il lavoro di operai che non arriveranno mai in pensione con l'Ilva. Questo è chiarissimo a tutti coloro che sono dotati di buon senso. Un uso del Recovery Fund in chiave assistenziale sarebbe peraltro censurabile come aiuto di Stato ai sensi delle norme europea del TFUE”.Peacelink conclude sostenendo che “il Recovery Fund è una grande opportunità di riconvertire l'economia. Ma se si sprecheranno quei miliardi di euro per rallentare la fine di un sistema insostenibile - conclude -, il drammatico risultato sarà solo quello di scaricare sulle generazioni future costi economici enormi”. (AGI) 
TA1/DAN
ILVA

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