“Aiutateci a far emergere la verità"
(AGI) - Taranto, 6 apr. - “Aiutateci a far emergere la verità. I dati sono stati raccolti e adesso possiamo sapere quanti metalli pesanti ci sono nel sangue di chi vive vicino alle varie Ghisal dell'Italia inquinata”. È un passo della lettera che oggi l’associazione ambientalista Peacelink ha inviato a Sabrina Ferilli, Simona Izzo e Richy Tognazzi, rispettivamente protagonista principale e ideatori della fiction in onda su Canale 5, “Svegliati amore mio”. In essa, pur senza riferimenti diretti a Taranto e ad ArcelorMittal, si parla di un’acciaieria (Ghisal il nome della fabbrica), del suo inquinamento e di una bambina ammalatasi di leucemia a causa delle emissioni. Due dipendenti di ArcelorMittal, ex Ilva, sono stati sospesi dal lavoro dall’azienda, in via disciplinare, perché hanno condiviso, sui rispettivi profili social, l’invito a vedere la fiction. Una vicenda che ha sollevato molte polemiche. L’associazione Peacelink, partendo da uno studio del 2018 commissionato per scoprire la presenza di metalli pesanti nel sangue, studio effettuato anche a Taranto e del quale non si sono conosciute le conclusioni, afferma che la fiction “ "Svegliati amore mio" ha scosso le coscienze ed è il momento per fare rumore tutti assieme per far emergere la verità e portare alla luce i dati di quello studio oggi inabissatosi nei silenzi”. Rivolgendosi a Ferilli, Izzo e Tognazzi, che hanno solidarizzato, con post social e interviste, sia con i lavoratori sospesi da ArcelorMittal che con i tarantini colpiti dall’inquinamento, Peacelink dichiara che “insieme possiamo trasformare la vostra fiction in una potente forza che scuote le coscienze assopite e che può riportare al centro dell'attenzione i veri problemi per cui è giusto preoccuparsi”. “Insieme - dichiara Alessandro Marescotti di Peacelink - possiamo provare a fermare i veleni e salvare almeno i bambini. Insieme possiamo fermare i metalli pesanti che scorrono nelle loro vene. Insieme - conclude - possiamo tentare di svegliare gli ignavi e coloro che, ancora oggi, sono assuefatti alla banalità del male”. (AGI)
TA1/SEP

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