A cinquant’anni dalla morte
di Aldo Capitini,
ripercorriamo il pensiero
e ricostruiamo il profilo del padre
della nonviolenza in Italia.
Libero pensatore,
uomo della religione aperta
e convinto assertore
della omnicrazia,
Capitini è stato un intellettuale
e uomo di azione nello stesso
tempo, poliedrico e controcorrente.
Ma, soprattutto, nonviolento.
Ne parlano, in queste pagine,
illustri firme della nostra cultura
contemporanea.
Si parlerà della prossima marcia Perugia-Assisi (25 settembre) che quest'anno compie 50 anni. Discuteremo delle lotte nonviolente in Italia, a partire da Aldo Capitini, ideatore della marcia.
24 luglio 2011 - Associazione PeaceLink
Filosofia del dialogo, realtà liberata, ordine universale democratico
A translation into English entitled The Nonviolent Revolution - an Intellectual Biography of Aldo Capitini has recently been published by the International Gandhian Institute for Nonviolence and Peace, Madurai, India.
Relazione di Enrico Peyretti al Convegno di studi - Torino 15-16 dicembre 1999 - "Aldo Capitini filosofo della nonviolenza nel centenario della nascita"
Questo è un testo del 1994, quando il movimento pacifista - dopo la prima guerra del Golfo - venne "abbandonato" dalla sinistra "di governo". Fu scritto per un dibattito su PeaceLink proposto da Marino Marinelli per ricordare la figura e il pensiero di Aldo Capitini. E' utile da rileggere oggi che il movimento per la pace ha superato la sua "solitudine"
Partecipava a una protesta in difesa di agricoltori palestinesi in Cisgiordania. L'uccisione dell'attivista turco-americana ha provocato l'indignazione anche dell'ONU il cui portavoce ha dichiarato che i civili "devono essere protetti in ogni momento".
La regina Rania di Giordania a Cernobbio ha ribadito la necessità urgente di una soluzione pacifica al conflitto sottolineando l’importanza del rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Ha denunciato le continue violenze che affliggono il popolo palestinese e in particolare i bambini.
Il documentario di Arte.tv è girato in modo molto realistico e offre una visione unica e profonda della guerra. I personaggi sono presentati in modo molto umano e le loro storie sono raccontate con grande sensibilità. Il film offre una panoramica non retorica della situazione in Ucraina.
Zelensky è ormai consapevole che la guerra in Ucraina sta volgendo a suo sfavore. La prolungata durata del conflitto sta esaurendo le risorse e il morale. Di fronte a questa realtà, Zelensky sembra ricorrere all'unica opzione che gli resta: coinvolgere più profondamente la NATO nella guerra.
Gli studi del generale Samuel Lyman Atwood Marshall hanno evidenziato come molti soldati, anche in condizioni di addestramento e disciplina ferrea, manifestino una forte resistenza all'atto di uccidere. Perché?
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