I negoziati per il TLC tra USA e Ecuador, nel contesto del cosiddetto TLC Andino, hanno avuto un finale inaspettato e per alcuni versi sorprendente: è stata la delegazione di Washington a chiudere unilateralmente il processo, nel maggio 2006 senza essere giunti ad alcun accordo definitivo tra le delegazioni dei due paesi
la compagnia petrolifera OXY è considerata la più inumana tra quelle statunitensi ed ha una lunga storia di violenze contro le popolazioni civili: la Procura generale dello stato boliviano ne ha chiesto la recissione del contratto stipulato nel 1999 per ripetute violazioni della legge sugli idorcarburi
al di là del destino politico del timoroso Alfredo Palacio dopo il blocco al TLC che stava negoziando con la Casa Bianca e le sue riforme alla Legge degli Idrocarburi che sono risultate indigeste a George W. Bush, tre scenari si prefigurano nel futuro dell' Ecuador
le forze di polizia hanno represso milgiia di indigeni che cercavano di giungere a Quito per esporre i loro prodotti, che spariranno in conseguenza del TLC con gli USA
il governo mantiene lo stato d'emergenza fino a quando si otterrà la completa pacificazione. Le organizzazioni indigene si riuniranno il 31 marzo per ridefinire le azioni di protesta e continuare la lotta
Jorge Herrera, presidente del "Movimiento Indígena y Campesino" di Cotopaxi, una delle organizzazioni che hanno partecipato attivamente, dal 13 marzo, alle proteste convocate dalla CONAIE ha dichiarato che "le diverse comunità e popolazioni hanno preso una decisione ferma e chiedono al ogverno di non firmare il trattato di Libero Commercio con gli USA perche' non è giusto che per gli interessi di 200 persone si svenda la sovranità economica e politica del paese"
i lavoratori petroliferi delle province di Orellana e Subumbios continuano con gli scioperi e le mobilitazioni che sono state duramente represse. Maestri, studenti, donne e indigeni stanno aderendo al movimento in tutto il paese. Le mobilitazioni denunciano che il governo sta trattando duramente le azioni dei lavoratori petroliferi nelle regioni amazzoniche. Nonostante ciò lo stato di emergenza decretato dal governo in amazzonia non viene tolto e le provincie continuano ad essere militarizzate
Nel testo "La qarta via al potere" Heinz Dieterich prova a comprendere le chiavi della logica del Plan Colombia e del trattato di libero commercio (TLC) andino sattunitense. e per estensioone alla crisi attuale ecuadoriana
una incursione delle forze aeree colombiane nella zona di frontiera ecuadoriana di Barranca Bermeja ha terrorizzato gli abitanti: il governo ecuadoriano parla di un'azione premeditata
mentre in tutta l' america latina si assiste, dal Venezuela al Perù dove il nazionalista Humala è in testa ai sondaggi, alla vittoria delle forsae che si oppongono alla globalizzazione, il governo di Alfredo Palacio continua a erodere pezzi di sovranità nazionale
In questo piccolo paese andino, gli avvenimenti politici sviluppatisi negli ultimi 10 anni sono l'esempio piu' vivo del fallimento delle democrazie latinoamericane basate sui dogmi neoliberisti imposti per quasi 30 anni, che hanno condotto il paese ad essere considerato il terzo paese con maggior disuguaglianza, dopo Brasile e Cile, di tutto il continente
così come è successo in Bolivia, in Ecuador si contesta alle multinazionali petrolifere di portare via la maggior parte dei proventi laaciando nelle zone di prelievo contaminazione ambientale e povertà
Incontro con la stampa a Taranto, in via Pitagora 32 presso ilConvento San Pasquale. Qui vengono condivisi i materiali di informazione per i giornalisti.
Si è parlato di 18 mila lavoratori, un numero inventato che stride con le fonti ufficiali. I dati veri sono ben diversi. Acciaierie d’Italia gestisce lo stabilimento e ha dichiarato 8.178 occupati a Taranto nel 2022. Ma se non si conoscono gli occupati come si possono stimare gli esuberi?
Nel primo turno del 17 agosto scorso, i due candidati di sinistra raccolgono briciole a causa di un vero e proprio suicidio politico del Mas, frammentato a causa di una sempre più inspiegabile guerra senza quartiere tra evismo e arcismo
Lubna mi scrive per la prima volta il 21 settembre 2024. Le sue parole fanno male: «Soffriamo da tanti anni, soprattutto nella Striscia di Gaza, ma quello che accade ora è più di quanto qualsiasi essere umano possa sopportare».
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