"Environmental Justice nei siti industriali contaminati: documentare le disuguaglianze e definire gli interventi", a cura di Roberto Pasetto e Alessandra Fabri, prende spunto dall’esperienza maturata nel sito inquinato di Taranto.
Una vittoria storica per la giustizia climatica. Per la prima volta un giudice ordina a una grande società inquinante di rispettare l'accordo sul clima di Parigi
Il campo tematico della giustizia ambientale collega l'ecologia ai diritti umani e alla giustizia ambientale ed è il terreno su cui coltivare una cultura della cittadinanza attiva declinata sulle modalità della nonviolenza
Perché non si è costruita consapevolezza condivisa e perché il mondo della cultura non ha saputo comprendere e denunciare il disastro ambientale causato dal polo industriale?
La settimana scorsa Copernicus, il programma satellitare europeo di osservazione della Terra, ha pubblicato l'immagine del giorno con la temperatura media della superficie del Mar Mediterraneo.
Con questa ordinanza verrebbe vietata anche una iniziativa di volantinaggio e sensibilizzazione dei turisti sui temi della pace e del rispetto dei diritti umani. Si promuove un'idea di turismo ridotto a svago passivo, privo di confronti con la realtà sociale e che limita persino la democrazia.
I metalmeccanici FIM-FIOM-UILM intervengono sulla Palestina: "Restare in silenzio è impossibile". I sindacalisti denunciano: "Questo è un massacro. È occupazione. È apartheid".
Sono strumenti partecipativi e decentrati che consentono di fare informazione dal basso. E' stato inoltre da oggi attivato www.noriarmo.it che rappresenterà sul web un riferimento sempre aggiornato per i gruppi impegnati nel movimento contro il riarmo.
Il 23 giugno settantasette associazioni della provincia di Taranto e della Basilicata hanno inviato un appello accorato al neo presidente della provincia jonica, al neo sindaco del capoluogo e al sindaco di Statte per chiedere di essere coraggiosi in questo momento delicato della vicenda ILVA
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