Tenuto conto delle potenzialità di distruzione dell'impianto - circa 1500 manufatti l'anno - e del quantitativo di proiettili in attesa di smaltimento - circa 20.000 - le stime dei competenti organi tecnico-operativi militari portano a prevedere il completamento delle operazioni di distruzione entro il 2022
Sono anni, mese dopo mese, che gli italiani tentano di spiegare ai vari governi che la crescita del debito pubblico è dovuta in buona misura alle spese militari del Paese.
7 dicembre 2011 - Rossana De Simone
Una bellissima lettera sui 150 anni dell'Unità d'Italia
Pubblichiamo con immenso piacere questo bellissimo testo di Arianna Tascone, studentessa universitaria di Vasto e vincitrice del premio "Libero Grassi" per l'intensa "Lettera al caro estorsore", pubblicata nel libro di Salvatore Cernigliaro, detto Totò e che rievoca e attualizza, attraverso le lettere di giovanissimi di ogni parte d’Italia la “Lettera al caro estorsore” scritta dall'imprenditore siciliano Libero Grassi
Sarà il Tar della Sardegna a decidere sui radar di produzione israeliana che la Guardia di finanza intende installare contro le imbarcazioni dei migranti. Un affare per sei milioni di euro con tante ombre e un'insostenibile impatto ambientale
Una breve panoramica delle aziende italiane coinvolte nei contratti militari statunitensi
13 settembre 2011 - Francesco Iannuzzelli
“Sì, l'Impero deve fermare la costruzione di Stelle Morte”.
Metaforicamente parlando, ma il DoD - Department of Defense - non dovrebbe neanche costruirle.
Chi non ha perso tempo ad organizzarsi per affrontare la grande battaglia sulla riduzione delle spese militari è il complesso militare-industriale. Per la prima volta le principali aziende di armi hanno unito le loro forze mettendo da parte l’abitudine che vede “ognuno è per sé”.
Ripubblichiamo un articolo giapponese del 4 ottobre 2003 pubblicato sul giornale online Nikkan Berita, perche' rileggerlo oggi ci aiuterebbe a capire meglio in che mondo viviamo.
Questa strada potrebbe essere decisa al fine di monetizzare le relative partecipazioni per ridurre il debito pubblico, e allentare il rapporto con lo Stato-cliente, azionista, erogatore dei finanziamenti alla ricerca e sviluppo, responsabile delle regole del mercato, regolatore delle esportazioni.
14 luglio 2011 - Rossana De Simone
Noi, sottoscritti cittadini del Vermont, ci opponiamo alla installazione dell’ F-35 Strike Fighter al Burlington International Airport.
Le lobby di aziende di forniture militari svolgono da sempre un ruolo fondamentale nella politica di difesa e di selezione degli apparati. D’altra parte tutta la politica della sicurezza porta con sé il concetto di salvaguardia degli interessi organizzati.
16 giugno 2011 - Rossana De Simone
Sembra un ritorno al passato, al 1992, quando una pesante crisi ha colpito l'industria militare. Eppure una differenza c'è.
Allora è questo il momento di avviare, e non solo pensare, un progetto capace di tenere insieme le lotte dei lavoratori, degli studenti, dei movimenti in difesa del territorio. Bisogna che ci sia un cambiamento nelle decisioni e negli orientamenti produttivi verso una riconversione industriale.
Napoli è la base del coordinamento delle azioni militari in Libia eppure gli italiani stentano a capire il ruolo dell’Italia in questa guerra, si domandano se si può chiamare guerra e non hanno mai visto una immagine di un aereo italiano che bombarda il territorio libico.
"Voterò con convinzione "si" in questo referendum che propone l'abrogazione delle norme delle leggi che impongono la partecipazione di capitali privati nelle operazioni di prelievo dalle fonti naturali"
Vengono costruiti titoli per generare un'accentuata percezione del rischio di invasione in assenza di dati oggettivi. Lo scopo è quello di generare paura e di modificare i sondaggi di opinione che oggi danno in vantaggio un'opinione pubblica contraria alla prosecuzione della guerra.
Questo testo offre una guida pratica per pacifisti focalizzandosi su tre fasi chiave per opporsi efficacemente alla guerra e minare il consenso pubblico verso di essa. Queste tre fasi progrediscono attraverso quindici proposte concrete.
L'invio di armi da parte della Nato, sebbene nelle intenzioni miri a sostenere le forze ucraine, non capovolge la guerra ma la prolunga e ne ingigantisce gli effetti, paradossalmente a tutto vantaggio della Russia. Gli esperti lo definiscono "war paradox" e lo hanno anche studiato.
Come organizzare in vista del G7 una convergenza fra forze diverse attorno al comune obiettivo di contrastare il riarmo e la guerra? E come dimostrare che l'opinione pubblica è ampiamente contraria alla volontà dei G7 di fare guerra alla Russia?
Ma il Festival per il Giornalismo che si svolge nella stessa città continua a snobbarlo. Assange viene perseguitato dal Potere perché considerato reo di aver diffuso, nell’interesse pubblico, documenti segreti che rivelano gli illeciti commessi dai Governi.
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