Il dramma dei migranti e la chiusura delle nostre frontiere. Quale politica in Europa? Quale responsabilità comune mentre vediamo erigere muri e fili spinati?
L’angoscia per le centinaia di migliaia di profughi, le tante famiglie perseguitate e la sofferenza dei bambini hanno trovato una speranza e uno sbocco umanitario.
Voci e testimonianza di chi non si arrende.
E pratica la solidarietà.
Il cambiamento non può che essere culturale: io e te africano siamo uguali. Tutto qui. Se non si parte da questo c’è assistenzialismo e l’assistenzialismo porta alla subordinazione, alla dipendenza. Noi non siamo i salvatori di nessuno, ma possiamo salvarci tutti insieme e con noi salvare anche il territorio.
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I migranti sbarcano da noi per arraffarsi le nostre ricchezze? Semmai il contrario. Sbarcano incessantemente dal 1990 perché, a partire da quella data, noi sbarchiamo incessantemente nei loro paesi, a seguito dei nostri eserciti, per arraffarci le loro ricchezze, a suon di bombe. Il che provoca il loro esodo.
Per cui un modo per fermare le orde migratorie in fuga ci sarebbe: non causarle.
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Don Tonino a confronto con la filosofa ungherese Agnes Heller.
Vite parallele, lontane tra loro ma così vicine negli orizzonti.
Al servizio delle differenze. Accoglienti verso i migranti.
La tragedia degli oltre 900 migranti che hanno perso la vita in mare, le nostre coscienze, il cambiamento necessario. E le conclusioni dell’Assemblea nazionale di Pax Christi che ci invita a essere irriducibili sognatori.
Davanti al dramma di chi cerca di giungere in Europa per fuggire da guerre, miseria, persecuzioni politiche e al fallimento delle attuali politiche sulle migrazioni, l’azione comune deve essere quella per costruire Comunità civili, solidali e accoglienti in Italia e in tutta Europa. Comunità dove non si spendano immensi patrimoni solo per salvare le banche e comprare armi ma basate sull’equità economica e sul riconoscimento dei diritti di tutti, come richiesto anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e da altre convenzioni internazionali.
Nelle presidenziali cilene, la candidata del Partito Comunista Jeanette Jara in lieve vantaggio sul filopinochettista José Antonio Kast al primo turno, ma al ballottaggio del 14 dicembre è assai probabile un’alleanza tra le destre conservatrici ed estreme che lo potrebbe portare alla Moneda
La violentissima operazione scatenata dal governatore bolsonarista dello stato, Cláudio Castro, del 28 ottobre scorso, aveva solo fini propagandistici ed elettorali
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