Conflitti

Sudan, una pace da costruire

Newsletter numero 20

15 novembre 2008
Fonte: Campagna Sudan
http://www.campagnasudan.it

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INDICE

I fatti

Darfur / Bashir annuncia il cessate-il-fuoco

Sudan-Ciad / Riallacciate le relazioni diplomatiche

Sudan-Egitto / Mubarak a Khartoum e a Juba

Sudan, 1 / Conferenza di pace tra dinka e missiriya

Sudan, 2 / Sciopero della fame dei giornalisti contro la censura

Sudan, 3 / L'ex presidente Al-Mirghani è morto

Sudan, 4 / Verso il nucleare?

Sud Sudan / Riuniti a Juba una decina di partiti

I documenti

L'ambasciatore scrive un romanzo: In Darfur

Il rapporto dell'Onu sulla missione in Darfur

La Campagna

Appuntamenti

Chi siamo

I fatti (Fonti: Afp, Al Jazeera, Ansa, Ap, Bbc, Misna, Reuters)

Darfur / Bashir annuncia il cessate-il-fuoco

Il 12 novembre il presidente sudanese Omar el Bashir ha annunciato un cessate-il-fuoco unilatrerale «immediato e incondizionato» in Darfur. Bashir ha parlato durante il Forum di pace del popolo sudanese, presentato dal governo di Khartoum come base di partenza per una conferenza di riconciliazione prevista in Qatar entro la fine dell’anno: «Avvieremo una campagna per il disarmo di tutti i gruppi armati». Alla conferenza era presente anche il presidente dell’Eritrea, Isayas Afeworki. Tra le raccomandazioni formulate dal Forum – formato da elementi del governo e dell’opposizione, ma non dei gruppi ribelli del Darfur che hanno deciso di non partecipare – ci sono la liberazione di tutti i detenuti politici darfuriani, la creazione di un fondo di compensazione per le vittime e l’agevolazione per il rientro degli sfollati. Lo Jem, uno dei principali gruppi armati attivi in Darfur, ha rigettato l'offerta e precisato che continuerà a combattere le forze governative.

Sudan-Ciad / Riallacciate le relazioni diplomatiche

Il 4 novembre sono riprese le relazioni diplomatiche tra Ciad e Sudan con lo scambio dei rispettivi ambasciatori. Secondo una nota congiunta, la ripresa dei rapporti diplomatici tra N'Djamena e Khartoum costituisce un primo passo verso la soluzione della crisi in Darfur, regione del Sudan che confina con il Ciad. «È un giorno storico e speriamo che segni la fine delle gravi tensioni diplomatiche che hanno segnato i rapporti tra i nostri paesi negli ultimi sei mesi», ha dichiarato il nuovo ambasciatore del Sudan in Ciad. Khartoum ha finora accusato il Ciad di appoggiare i ribelli del Darfur, mentre N'Djamena ritiene che i ribelli dell'est del Ciad siano direttamente finanziati dal Sudan. Negli ultimi sei anni i due paesi hanno firmato almeno cinque differenti patti di non aggressione.

Sudan-Egitto / Mubarak a Khartoum e a Juba

Il 10 novembre il presidente egiziano Hosni Mubarak ha visitato nello stesso giorno Khartoum, capitale del Sudan, e Juba, capitale del Sud Sudan. È la seconda volta dal 1989 (quando l'attuale presidente Bashir prese il potere con un colpo di stato) che Mubarak si reca a Khartoum: la prima volta era stato, sempre per poche ore, il 4 aprile 2006. L'Egitto ha sempre accusato i servizi segreti sudanesi di essere i mandanti del tentato omicidio di Mubarak ad Addis Abeba nel 1995.

Per quanto riguarda il Sud Sudan, la visita è per molti aspetti storica: era stato Nasser, nel 1962, l'ultimo presidente egiziano a visitare Juba. Mubarak ha detto che l’Egitto «sostiene l’unità del Sudan». Il ministro degli Esteri del Cairo Ahmed Aboul Gheit, di ritorno dal Sudan dove ha accompagnato Mubarak, ha dichiarato all’agenzia di stampa egiziana Mena: «Stiamo lavorando da un lato per favorire la pacificazione del Darfur e la riconciliazione nazionale, dall’altro per eliminare le accuse ed evitare che la Corte penale internazionale (Cpi) muova un procedimento penale che danneggerebbe il paese». Aboul Gheit ha aggiunto che il Cairo ha chiesto alla Lega araba di fare pressioni sulle Nazioni unite affinché chiedano la sospensione per un anno dei procedimenti a carico del presidente Bashir, contro cui a luglio il procuratore generale della Cpi, Luis Moreno Ocampo, ha depositato un rapporto contenente accuse di genocidio e crimini di guerra commessi in Darfur.

Sudan, 1 / Conferenza di pace tra dinka e missiriya

Nella regione di Abyei rappresentanti delle comunità dinka malual e misseriya merram nel corso di una conferenza di pace a metà novembre hanno convenuto di istituire un corpo di forze di sicurezza composto dai membri delle due etnie per cercare di controllare la situazione: negli ultimi mesi gli scontri sono stati più volte estremamente sanguinosi. I dinka accusano l'esercito di Khartoum di armare i missiriya, questi accusano l'Spla (a forte presenza dinka) di razziare le loro mandrie. Con l'avvicinarsi della stagione secca i tradizionali spostamenti dei missiriya da nord verso sud, per portare il bestiame a pascolare sulle terre dei dinka, rischia di scatenare nuovi conflitti.

Sudan, 2 / Sciopero della fame dei giornalisti contro la censura

Il 4 novembre oltre 150 giornalisti sudanesi hanno iniziato uno sciopero della fame di 24 ore. Inoltre tre quotidiani, Ajras Al-Hurriya, Al-Maidan e Rayal Al-Shab, hanno sospeso le pubblicazioni per tre giorni in segno di protesta contro la censura del governo nei confronti dei mezzi di comunicazione. Ajras Al-Hurriya è un giornale considerato vicino all'Splm (parte del governo di unità nazionale ma allo stesso tempo principale rivale del Ncp), Al-Maidan è vicino al partito comunista mentre Rayal Al-Shab al Pcp di Tourabi. Molti giornalisti si lamentano di essere quotidianamente censurati, in particolare sulle notizie che riguardano la guerra in Darfur, la Corte penale internazionale, la corruzione e i diritti umani. La situazione è peggiorata a partire da febbraio, quando i giornali hanno iniziato a pubblicare notizie ed opinioni sull'appoggio dato dal governo di Khartoum ai ribelli ciadiani dell'Est che avevano tentato l'attacco su N'Djamena. L'8 novembre l'Spla ha ritirato i propri funzionari che lavorano nel dipartimento dei servizi di sicurezza addetti alla censura perché ritiene che le attività della sezione siano «anticostituzionali». Nello stesso giorno il governo aveva impedito la pubblicazione dei giornali Ajras Al-Huriya e Ray Al-Shab.

Sudan, 3 / L'ex presidente Al-Mirghani è morto

L'ex presidente del Sudan Ahmed Al-Mirghani è morto a 67 anni in Egitto, ad Alessandria, il 2 novembre. Eletto nel 1986, era stato destituito dal colpo di stato del generale Bashir, oggi presidente del Sudan, che aveva estromesso dal potere anche il primo ministro Sadiq al Mahdi, abolendo da quel momento la funzione di primo ministro. Mohamed Osman Al-Mirghani, fratello di Ahmed e leader storico del partito Democratic Unionist Party (Dup), è tornato brevemente a Khartoum per partecipare ai funerali, dopo 15 anni di assenza. Al-Mirghani è anche il leader spirituale della confraternita sufi Khatmiya.

Sudan, 4 / Verso il nucleare?

Il ministro sudanese della scienza e della tecnologia, Ibrahim Ahmed Omer, ha dichiarato all'agenzia di stampa sudanese Suna che il Sudan vuole iniziare un programma di ricerca scientifica sull'energia nucleare per uso civile e che avrebbe già ricevuto il via libera dalla Iaea (l'Agenzia internazionale sull'energia atomica).

Sud Sudan / Riuniti a Juba una decina di partiti

Nove partiti politici sudsudanesi hanno partecipato dal 9 al 12 novembre a una conferenza a Juba organizzata dall'Splm per cercare di unificare la piattaforma politica del Sud Sudan in vista delle elezioni del 2009.

Salva Kiir Mayardit, leader dell'Splm, presidente del Sud Sudan e vicepresidente del Sudan, ha aperto i lavori dichiarando che il governo del Sud Sudan non appartiene solo all'Spla e augurando un'alleanza di tutti i partiti del Sud in vista delle elezioni previste per il 2009.

Riguardo la divisione etnica (che spesso accompagna quella politica) nel Sud Sudan, Kiir ha dichiarato: «Accettiamo che le etnie sono la base della nostra società e dobbiamo promuovere tutte le nostre ricche e diverse culture. Ma il tribalismo è il cancro della nostra unità e dobbiamo fare tutto il possibile per contrastarlo».

I documenti

L'ambasciatore scrive un romanzo: In Darfur, di Lorenzo Angeloni

Lorenzo Angeloni è stato ambasciatore italiano in Sudan dal 2003 al 2007. Ha scritto e recentemente pubblicato un romanzo, intitolato In Darfur, che si trova su internet, a pagamento, sul sito il miolibro.kataweb.it . Questa la presentazione: «Sullo sfondo della crisi del Darfur il romanzo, liberamente ispirato a fatti realmente accaduti, narra le vicende di Giorgio Respighi, esperto di mantenimento della pace in servizio all’Onu, spedito a Khartoum per contribuire alla analisi e comprensione politica della grave situazione creatasi con l’avvio della ribellione nella remota regione occidentale del Sudan. A contatto con le drammatiche situazioni vissute dalle popolazioni vittime del conflitto Respighi compie un percorso interiore che lo condurrà a compiere scelte imprevedibili e dirompenti. Intorno a lui una serie di personaggi simbolizzano la varietà umana che la crisi del Darfur ha riunito e messo confronto: gli sfollati, con i racconti delle loro terribili storie; gli operatori umanitari e le difficoltà di ambientamento patite; i ribelli e le loro aspirazioni; i janjawid e la ferocia dei loro attacchi; i funzionari governativi e internazionali, con le loro idee a confronto. La guerra viene presentata in tutta la sua sconvolgente crudezza».

(Ricordiamo anche che Angeloni per la Campagna Sudan ha scritto un'analisi sull'attuazione dell'Accordo complessivo di pace come contributo al libro Scommessa Sudan).

Il rapporto dell'Onu sulla missione in Darfur

L’ultimo rapporto (di 15 pagine) del segretariato generale delle Nazioni Unite sul Darfur è uscito il 17 ottobre 2008. Il documento è incentrato sull’intervento dell’Unamid (la missione congiunta di Ua e Onu in Darfur) nella regione sudanese, definita ancora estremamente precaria. Il dispiegamento della forza di pace procede lentamente rispetto al progetto di pieno funzionamento previsto per il mese di gennaio. L'Unamid ha finora 10.527 soldati con compiti di peacekeeping, monitoraggio del territorio e controllo della sicurezza.

Nell’incontro del 7 ottobre a Khartoum tra il vicesegretario Onu per le operazioni di pace Susana Malcorra, i rappresentanti del governo e la commissione dell’Unione africana, sono emersi alcuni punti critici: il rafforzamento dei mezzi e delle linee di trasporto, la capacità di coinvolgimento dei locali, il monitoraggio continuo.

Il serio deterioramento della sicurezza in Darfur negli ultimi quattro mesi, ha reso ancora più difficile l’implementazione delle azioni di peacekeeping.

La parte finale del rapporto è rivolta alla situazione generale dell’area: lo scenario è quello di una violenza dilagante a danno dei civili e delle stesse forze dell’Unamid, di una difficoltà di accesso degli aiuti umanitari e di impercettibili progressi sul fronte degli accordi di pace. In queste condizioni gli obiettivi di protezione dei civili e implementazione di azioni per la costruzione di una pace duratura sembrano essere lontani. Il rapporto si può leggere in inglese, al link

http://daccessdds.un.org/doc/UNDOC/GEN/N08/553/95/PDF/N0855395.pdf?OpenElement . (a cura di Cristiana Paladini)

La Campagna Sudan

Appuntamenti

In occasione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani la Campagna italiana per il Sudan organizza alcune attività e iniziative di sensibilizzazione e informazione in collaborazione con Enti locali, università, organizzazioni della società civile e fondazioni. Verrà presentato anche il libro Darfur. Geografia di una crisi, a cura di Diego Marani, pubblicato da Altreconomia.

Venerdì 21 novembre – Cremona

Sabato 22 novembre – Modena

Lunedì 24 novembre - Lucca

Lunedì 24 novembre – Napoli

Martedì 25 novembre – Pavia

Martedì 25 Novembre – Mirandola

Mercoledì 26 Novembre – Padova

Giovedì 27 Novembre – Milano

Sabato 29 Novembre – Modena

Tra i relatori delle varie iniziative ci saranno:

Mudawi Ibrahim Adam, presidente dell’associazione Sudan Social Development Organization, partner dei progetti di Campagna italiana per il Sudan.

Mariam Yassin, direttore esecutivo di Iida, Women's Development Organization.

Per ulteriori informazioni su orari e relatori di ciascun evento: www.campagnasudan.it .

Chi siamo

La Campagna italiana per il Sudan è una campagna nazionale di informazione, sensibilizzazione ed advocacy che opera dal 1994. Raggruppa organizzazioni della società civile italiana (Acli Milano e Cremona, Amani, Arci, Caritas ambrosiana, Caritas italiana, Mani Tese, Ipsia Milano, Missionari e missionarie comboniane, Nexus, Pax Christi) e lavora in stretta collaborazione con enti pubblici e privati italiani e con varie organizzazioni della società civile sudanese. In Italia la Campagna ha fatto conoscere la situazione del Sudan e ha sostenuto i processi volti al raggiungimento di una pace rispettosa delle diversità sociali, etniche, culturali, religiose della sua popolazione. Per informazioni: www.campagnasudan.it .

Note: Contatti: Cristina Sossan, segreteria Campagna Sudan, telefono 02-7723285, segreteria@campagnasudan.it

Questa Newsletter, aggiornata al 15 novembre 2008, è a cura di Diego Marani. Si ringraziano le Acli di Cremona e Cristiana Paladini per la collaborazione.

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