ILVA, "prescrizioni ambientali non attuate"
Da tempo PeaceLink controllava il sito del Ministero dell'Ambiente per leggere l'esito della visita ispettiva di aprile 2016 dell'ISPRA.
Tale rapporto è stato pubblicato il 7 settembre 2016 e riporta un preoccupante aggiornamento di Ispra sullo stato di attuazione delle prescrizioni dell'AIA. Emerge – come abbiamo anticipato - la non attuazione di diverse prescrizioni che l'azienda da tempo avrebbe dovuto ottemperare. Abbiamo studiato e sintetizzato il rapporto ispettivo dell'ISPRA in questa pagina web:
http://www.peacelink.it/ecologia/a/43527.html
Siamo impressionati per quello che abbiamo potuto leggere in quel rapporto. L'AIA segna pesantemente il passo e proprio le prescrizioni più importanti risultano non attuate. E non va dimenticato che la Corte Costituzionale nel 2013 considerava la prima legge salva-ILVA compatibile con la Costituzione a patto che il cronoprogramma dell'AIA fosse stato rispettato. Cosa che il rapporto ISPRA smentisce in modo clamoroso e documentato.
Leggiamo ad esempio nel rapporto dell'ISPRA, a seguito dell'accertamento di violazioni dell'AIA, la conseguente proposta di diffida: "Violazione AIA e normativa ambientale: in considerazione del risultato delle analisi eseguite da ARPA sul campione di rifiuto CER 100202 che ne escludevano la possibilità di recupero (per attività R10), appreso dal Gestore che tale rifiuto è stato invece recuperato da ILVA, si potrebbe configurare il reato di “gestione illecita di rifiuti” ai sensi art. 256 D.Lgs 152/06".
Sarà per la gravità di tale situazione che il sito del Ministero dell'Ambiente pubblica solo ora gli esiti di questa verifica ispettiva che risale al 20 e 21 aprile 2016?
Sarà una coincidenza che la magistratura avrebbe avviato indagini nell’ILVA - così apprendiamo dalla stampa il 18 luglio di quest’anno - per “gestione illecita dei rifiuti”?
I finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Taranto – stando a notizie apparse sulla stampa - sarebbero entrati infatti nell’ILVA per svolgere delle indagini.
Il rapporto dell’ISPRA non a caso è datato 15 luglio ed è stato inviato al Ministero dell’Ambiente e per copia all’Arpa Puglia. Il 15 luglio era venerdì e il 18 luglio era lunedì, data in cui è apparsa sulla stampa la notizia dell’ispezione della Guardia di Finanza all’interno dell’ILVA per verificare la gestione dei rifiuti.
PeaceLink manderà alla Commissione Europea tale documentazione in quanto l'autorizzazione AIA è un adempimento indispensabile rispetto alle norme ambientali europee per le quali è in corso una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia sul caso ILVA.
Per PeaceLink
Antonia Battaglia
Fulvia Gravame
Luciano Manna
Alessandro Marescotti
Articoli correlati
- Cittadinanza attiva significa diventare noi stessi motore del cambiamento
Le onde di Taranto: la rivoluzione silenziosa di PeaceLink
Il vento di Peacelink è nato nel 1991 da un gruppo di visionari con l’idea che la conoscenza dovesse essere libera e che l’informazione potesse diventare arma di riscatto. Erano anni difficili: pochi mezzi, qualche computer, e tanta ostinazione.21 agosto 2025 - Giovanni Pugliese - Resoconto della conferenza stampa del 21 agosto 2025
Tutti i dubbi sulla "decarbonizzazione" dell'ILVA
Incontro a Taranto presso il Convento San Pasquale. Qui vengono condivisi i materiali di informazione per i giornalisti.21 agosto 2025 - Redazione PeaceLink - Le parole sbagliate del ministro delle imprese Adolfo Urso
Dal "forno a freddo" alla "piena decarbonizzazione" dell'ILVA
Il ministro Urso, dopo aver parlato del "forno a freddo" per l'ILVA, ha poi annunciato erroneamente la "piena decarbonizzazione": gas al posto del carbone. Però per la scienza la "decarbonizzazione" non è l'eliminazione del "carbone" ma del "carbonio", elemento presente anche nel metano.21 agosto 2025 - Redazione PeaceLink - I numeri lanciati a casaccio sono indice di una trattativa fumosa
I lavoratori dell'ILVA di Taranto sono ottomila e non diciottomila
Si è parlato di 18 mila lavoratori, un numero inventato che stride con le fonti ufficiali. I dati veri sono ben diversi. Acciaierie d’Italia gestisce lo stabilimento e ha dichiarato 8.178 occupati a Taranto nel 2022. Ma se non si conoscono gli occupati come si possono stimare gli esuberi?19 agosto 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network