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Come i bambini hanno cambiato la lotta all'inquinamento dell'ILVA

La forza della nonviolenza

Si chiude una settimana che passerà nella storia delle lotte popolari nonviolente italiane. Taranto ha scritto, con i suoi bambini e con il suo dolore, una delle pagine più luminose della resistenza nonviolenta alle ingiustizie. Adesso occorre fare altri passi avanti
9 marzo 2019
Alessandro Marescotti (Presidente di PeaceLink)
Papà uccidi il mostro, disegno di Federico un bambino di Taranto morto di tumore Si chiude una settimana che passerà nella storia delle lotte popolari nonviolente italiane. Taranto ha scritto, con i suoi bambini e con il suo dolore, una delle pagine più luminose della resistenza nonviolenta alle ingiustizie.
La presenza dei bambini ha dato un'impostazione gandhiana alla lotta e ha garantito che la contrapposizione Popolo/Palazzo assumesse una forte valenza simbolica senza degenerare nella contrapposizione fisica. La folla doveva proteggere i bambini da ogni pericolo e per questo ha messo al centro il loro girotondo e la loro voglia di vivere. Questo ha garantito il successo. La forza della mobilitazione è stata centrata sulla fragilità del bene da proteggere: i bambini e la loro salute. E così ai simboli del potere si è contrapposto il potere dei simboli. Don Tonino Bello avrebbe espresso la sua ammirazione. 
Inoltre è fallito miseramente il tentativo di delegittimare PeaceLink come soggetto credibile e serio di informazione. I dati diffusi da PeaceLink, dopo una settimana di polemiche pretestuose, si sono dimostrati veri. E chi credeva che l'inquinamento stesse diminuendo si è dovuto ricredere.
Ci ha molto ferito il fatto che fossimo accusati di procurato allarme, quando ciò che procura allarme non siamo noi, ma l'inquinamento. Manifestazione del 6 marzo 2019 davanti alla prefettura per l'inquinamento ILVA La narrazione di comodo di un inquinamento che fosse ormai ridotto e sconfitto, oggi appare come una narrazione ingannevole del potere. Una narrazione che è stata sconfitta non solo con la solidità dei dati diffusi da PeaceLink, ma anche dalla forza delle mamme e dei bambini, dei genitori indomiti e coraggiosi, che hanno portato i cartelli e i bambini con una scritta chiara e inequivocabile: "Vogliamo vivere". Una scritta che sintetizza la condatta della Corte Europea dei Diritti Umani, con sede a Straburgo, che ha condannato lo Stato Italiano per non aver protetto la popolazione e per aver violato i diritti umani. Questa colpa di aver violato i diritti umani è pesante come un macigno e tocca anche questo governo, oltre ai precedenti.
Adesso occorre individuare la strada per uscire da questo dramma. Il riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (con l'inserimento di prescrizioni di grande severità) appare come il primo passo e bene ha fatto la Regione Puglia a intraprendere tale strada. Cartello portato in una manifestazione: "Tutto l'acciaio del mondo non vale la vita di un bambino"
PeaceLink chiederà nei prossimi giorni al Sindaco i dati della mortalità 2018 per verificare se sussiste un eccesso di mortalità e in quali quartieri. Nell'Osservatorio Salute, concordato fra i cittadini e il Sindaco, va subito incluso l'Osservatorio Mortalità perché può subito fornire la panoramica istantanea dello stato di salute, andando a individuare la speranza di vita dei tarantini, quantificando, disaggregando e comparando i dati.
Siamo di fronte ad una rinascita della consapevolezza, a una forte presa di coscienza della popolazione, a cui va fatta seguire un'informazione tempestiva. La manifestazione dell'8 marzo 2019 a Taranto davanti al Municipio per protestare contro l'inquinamento dell'ILVA
Questa settimana di iniziative è bene che prosegua nelle scuole con ore di educazione ambientale in cui vi sia un'alfabetizzazione ecologica e una formazione alla cittadinanza attiva. Questi bambini che sono scesi in piazza ricorderanno per sempre questa settimana. Sono loro la nostra speranza. Sono loro il nostro fine.
Spezzare le ali a questi bambini e reprimere la voglia di cambiamento dei loro genitori sarebbe gravissimo, straccerebbe il principio di fondo della carta costituzionale: "la sovranità appartiene al popolo". Noi abbiamo visto un sogno negli occhi di tante persone. Occorre rispettare questo sogno, coltivarlo, prenderne cura.
Ogni azione utile va tentata, con la consapevolezza che l'unità dei cittadini è stata e sarà - insieme alla noviolenza - la vera forza del movimento civile che è nato a Taranto.

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