Veleni, lavoratori e cittadini

Il sindacalista e la diossina

Mario Ghini, dirigente nazionale della UILM, critica la legge della Regione Puglia sulla diossina proprio ora che deve essere applicata...
10 febbraio 2009

Il segretario generale nazionale della UILM Mario Ghini è intervenuto sulla questione delle emissioni di diossina dell'Ilva per criticare la legge regionale. Ha dichiarato che l'Ilva potrebbe non rispettare il primo limite fissato per aprile di quest'anno.
Cartellone alla manifestazione del 29 novembre 2008 contro l'inquinamento a Taranto


Arriva a dire che con l'applicazione della legge regionale: "verrebbe messa in discussione la sopravvivenza dello Stabilimento Ilva di Taranto".

Ma come fa a sostenere una cosa del genere? L'Ilva ha già dimostrato di potere rispettare quel limite (2,5 ng/m3) utilizzando sperimentalmente un sistema di assorbimento delle diossine basato sull'urea. Riva deve adesso solo sborsare il denaro per rendere continuativo ed effettivo quel sistema di abbattimento della diossina. Come mai ora che deve "aprire il portafogli" un sindacalista fa una dichiarazione allarmistica all'ANSA con la quale quel portafogli torna a chiudersi?

PeaceLink ha da tempo inviato ai sindacati provinciali FIOM, FIM e UILM la scheda tecnica delle tecnologie con cui è possibile tagliare del 97% le emissioni di diossina siderurgica in 16 mesi. L'ha mandata anche al ministro dell'Ambiente e l'ha poco fa inviata anche alla UILM nazionale di Mario Ghini perché se la studi.

Mario Ghini interviene come se non esistessero tecnologie di abbattimento della diossina applicabili in 16 mesi. La UILM nazionale poteva almeno chiedere lumi alla UIL provinciale e regionale che da tempo hanno avviato un percorso di studio e di ricerca assieme alle associazioni ambientaliste.

Ma il problema va ben oltre la mancata conoscenza dei problemi su cui si fanno dichiarazioni.

Mai una parola è stata spesa in 12 anni di mancata applicazione della normativa europea IPPC per la riduzione dell'inquinamento ambientale mentre il resto le industrie europee hanno fatto investimenti e si sono adeguate sopportando la concorrenza di quanti non lo facevano.

Il vero problema è che manca la volontà di impegnarsi per il rispetto dei limiti europei. La dirigenza Ilva sta dando prova di voler prendere continuamente tempo allontanando le scadenze in attesa di eventi "favorevoli".

 

Che poi l'Ilva possa spostarsi all'estero per l'adozione della legge sulla diossina è un'ipotesi fantasiosa. Le norme antidiossina si applicano in tutt'Europa e non per questo c'è il fuggi fuggi generale in Cina.
L'impianto di abbattimento delle diossine costa 80 milioni di euro quando gli utili annui del gruppo Riva sono mediamente superiori a 700 milioni di euro. E' una spesa che rientra pienamente nelle capacità di investimento di Riva.
La verità è che più viene ritardata l'adozione delle migliori tecnologie più diventa antieconomico adottarle in uno stabilimento che ha già mezzo secolo.

L'Ilva è come una vecchia auto a cui si devono mettere le cinture di sicurezza, la marmitta catalitica, i copertoni e i freni nuovi. Qualcuno sta accampando le scuse più fantasiose pur tirare avanti così e non spendere soldi per la tutela della salute e della sicurezza. Vogliamo mettere il filtro antidiossina quando l'Ilva sarà diventata ancora più obsoleta? Se si vogliono adottare le nuove tecnologie di ambientalizzazione esse vanno implementate adesso e non domani quando l'Ilva sarà ad un passo dalla rottamazione.

Infine PeaceLink ritiene che convocare i sindacati a Roma senza convocare anche le associazioni ambientaliste è una violazione della legge 108/2001 che recepisce la Convenzione di Aarhus. Tale normativa impone l'obbligo di consultazione di tutto il pubblico interessato senza distinzione fra sindacati, associazioni e comitati di cittadini.

La riunione di domani al Ministero dell'Ambiente è pertanto da considerarsi lesiva dei diritti di partecipazione di quei soggetti portatori di interessi collettivi.

Abbiamo presentato ufficialmente osservazioni sull'Autorizzazione Integrata Ambientale e non siamo convocati a Roma: perché quest'esclusione?

 

Alessandro Marescotti
Biagio De Marzo

Associazione PeaceLink
www.peacelink.it

Articoli correlati

  • E' a rischio il polo dei microinquinanti dell'ARPA Taranto
    Taranto Sociale
    L'inquinamento persiste ancora a Taranto

    E' a rischio il polo dei microinquinanti dell'ARPA Taranto

    La questione è stata sollevata da Antonio Lenti che ha ottenuto un voto unanime sulla mozione a sostegno del polo in consiglio comunale di Taranto e sarà oggetto di un'audizione nella commissione ecologia della regione Puglia.
    27 settembre 2024 - Fulvia Gravame
  • Salviamo il Polo di Specializzazione Microinquinanti dell'ARPA di Taranto!
    Taranto Sociale
    Comunicato stampa di Europa Verde Taranto

    Salviamo il Polo di Specializzazione Microinquinanti dell'ARPA di Taranto!

    Forte presa di Gregorio Mariggiò a difesa della struttura che svolge le analisi per cercare i microinquinanti, tra i quali le diossine, che danneggiano gravemente l'ambiente e la salute a Taranto. Sarà presentato un ordine del giorno al Comune di Taranto tramite il consigliere Antonio Lenti.
    31 luglio 2024
  • La lotta prosegue nel nome del piccolo Lorenzo Zaratta
    Editoriale
    Nel suo cervello polveri finissime di minerali usati nei processi siderurgici

    La lotta prosegue nel nome del piccolo Lorenzo Zaratta

    Il processo Ambiente Svenduto molto probabilmente andrà rifatto per un problema procedurale. Sempre che - con un ricorso in Cassazione - non sia possibile evitare lo spostamento da Taranto a Potenza. Noi però continuiamo per dare giustizia al piccolo Lorenzo, morto per un tumore al cervello.
    16 settembre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Ogni tanto occorrono scuse solenni a nome dello Stato
    Editoriale
    Come è accaduto in Gran Bretagna

    Ogni tanto occorrono scuse solenni a nome dello Stato

    A Taranto lo Stato - inteso come potere legislativo ed esecutivo - è venuto meno al suo dovere di proteggere e ha fermato persino la magistratura che ha fatto di tutto per svolgere un ruolo di supplenza. Il dovere di proteggere è il cardine di tutto. Ma il presidente Mattarella è silente.
    5 settembre 2024 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)