“Dobbiamo riaprire anche se ci saranno più morti”
Mentre il democratico Cuomo - governatore di New York - ha dichiarato che "prima riapriamo e maggiore sarà il costo in vite umane", il presidente repubblicano Trump ha dettato la sua linea che è quella di riaprire anche a costo di più morti.
ACCETTARE UN RISCHIO INACCETTABILE
Due linee di pensiero opposte si confrontano negli Stati Uniti. Cuomo chiude le scuole, ma Trump invita a disubbidire e a ripartire subito, mentre la pandemia è in piena crescita negli Stati Uniti.
La linea di Trump è anche quella di Salvini: PRIMA l'economia e poi la vita.
AL LAVORO COME IN GUERRA
Il coronavirus ha fatto più morti della guerra del vietnam.
Se passa questa linea di pensiero allora il modello ILVA diventa un modello globale, un paradigma di pensiero. Infatti ci diranno, ad ogni latitudine, che la vita viene DOPO, non solo a Taranto ma in tutto il mondo. Il modello ILVA - se la vita viene DOPO la produzione - si estenderà in tutte le nazioni come risposta al coronavirus. Ci diranno che il lavoro viene PRIMA di tutto, che l'economia viene PRIMA di tutto, PRIMA della vita stessa. Se questo avverrà abbiamo perso già ora non solo a Taranto ma ovunque, e il movimento dei lavoratori, oltre al movimento dei cittadini attivi, sarà sconfitto duramente, con conseguenze letali, sotto ogni profilo.
PATRIOTTISMO CONTRO PRECAUZIONE
Sbarazzarsi del principio di Precauzione diventerà una virtù, se passa la linea Trump, e diventerà una virtù internazionale: per lavorare si può e si deve anche morire. Lavorare, vedrete, sarà celebrato come un atto di eroismo, di patriottismo. Lavoratori americani contro lavoratori cinesi, come una guerra con le vittime immolate in nome della competizione e della supremazia economica internazionale.
Ecco perché la linea di Trump deve allarmare: va ben oltre l'America e va ben oltre il coronavirus.
Perché il modello imperante sarà quello di mettere al secondo posto la vita umana.
PER UN PROGETTO DI SOSTENIBILITA'
Occorre fare molta attenzione al modello "il lavoro prima di tutto" perché pone in secondo piano l'idea della sostenibilità. Dovremo promuovere una forte azione culturale e progettuale per comprendere come salvare la vita e salute attraverso un modello di economia che sia sostenibile.
E' tuttavia confortante sapere che i fondi di investimento sostenibile sono quelli meno toccati dalla crisi del coronavirus.
E' invece poco confortante vedere quanti sciocchi ci sono in giro in Italia che applaudono Trump, un presidente rozzo che incarna la risposta sbagliata.
IL NOSTRO OBIETTIVO
In questa situazione terribile, vi è tuttavia un'opportunità che va colta.
Dobbiamo sfruttare il coronavirus per rendere permanente il monitoraggio giorno-dopo-giorno su tutte le cause di mortalità, estendendolo anche all'inquinamento ambientale, che uccide e non poco. Portare in tutte le città un osservatorio mortalità e dei ricoveri potrà servire tantissimo a dare ai sintaci quei poteri di controllo effettivo della salute, in tempo reale, che nella stragrande maggioranza dei casi non sono in grado di esercitare.
Un'analisi dei dati con strumenti matematici evoluti, anche predittivi, deve entrare nella prassi quotidiana e nella cultura della sicurezza. E' una rivoluzione culturale che la crisi del coronavirus ha innescato e che occorre promuovere con l'analisi dei big data e con la cultura della cittadinanza digitale. Essere cittadini attivi - dopo questa crisi - significherà spostare l'attenzione su una cittadinanza scientifica e su una cultura della prevenzione che entri nella scuola, nell'università, nella società civile.
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