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    Per condividere la memoria

    Archivio Luciano Marescotti

    L’Archivio ha il fine di condividere la memoria di quanti hanno operato per rendere concrete le finalità ideali, sociali e civili da cui è nata la nostra Costituzione e che mettono al centro il valore universale della dignità umana.
    24 aprile 2018
  • Voltana
    La lotta contro il nazifascismo in un piccolo paese della Romagna

    Il dovere di ricordare

    Oggi, a ottant’anni dal 25 aprile 1945, la Resistenza assume un valore ancora più profondo. Qui trovate i frammenti di una storia locale, quella della lotta popolare a Voltana, ma anche tasselli di un mosaico più grande: la lotta collettiva per la libertà, per la dignità umana, contro l’oppressione.
    24 aprile 2025 - Alessandro Marescotti
  • Voltana
    L'opera include testimonianze, documenti e fotografie con l'obiettivo di preservare la memoria

    Finalmente liberi!

    Si ripropone qui un testo che fu scritto dal compianto maestro Francesco Silvagni per ricordare a Voltana, una frazione di Lugo di Romagna, il cinquantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
    24 aprile 2025 - Alessandro Marescotti
  • Europace
    Comunicato stampa del Movimento Federalista Europeo

    25 aprile: la Resistenza continua per un’Europa unita e per la pace

    24 aprile 2025 - Nicola Vallinoto
  • Pace
    Dall'ANPI: approfondisci online

    25 aprile. Utili risorse per approfondire

    Alcuni link proposti dall'ANPI. Che per gli 80 anni dalla Liberazione ha accentuato la propria visibilità online, con numerosi post sui vari Social, oltre che offrendo molte risorse nel web.
    Roberto Del Bianco

Forum: Tarantosociale: le tue news

30 luglio 2012

Ilva, Amministratori e..

Autore: Alekos

IMMEDIATA CESSAZIONE DELLE CAUSE DETERMINANTI SITUAZIONI ILLEGITTIME.
Questo deve essere il principio invocato dalla magistratura. Una sola certezza... nella situazione di disastro ambientale conclamato e certificato dagli sconcertanti dati della OMS (Organizzazione mondiale della sanità) sulla situazione epidemiologica tarantina, nessun provvedimento di adeguamento può di fatto far cessare queste situazioni illegittime. Ce lo dice il buon senso e la storia. Basti pensare all’emanazione delle famose BAT (Best available tecnology) Si è riusciti in base a questi nuovi parametri, a ripristinare condizioni di sicurezza lavorativa ed ambientale? No, non in modo significativo! ! ! Si è riusciti ad abbassare di qualche punto percentuale i dati sulle morti, sull’inquinamento a livello europeo? Ancora……No! ! ! E le malattie, i viaggi della speranza Sono cessati? No NO NO ! ! ! Nessun piano industriale, per quanto accurato, per quanto alimentato da soldi pubblici può risolvere la situazione. Nulla è ormai giustificabile li dove il costo sociale è altissimo in termini di vite e di salute. NON GIUSTIFICABILE NEMMENO LI DOVE CI SONO PROBLEMI OCCUPAZIONALI. Una classe dirigente locale che ha ritenuto risolutive le foreste urbane, le collinette ecologiche, l’andamento a passo lento dei veicoli nello stabilimento, l’irrorazione dei parchi minerali per non far alzare le polveri, le barriere frangivento per evitare che la tramontana sollevasse le polveri (sono questi alcuni punti contenuti in uno dei tanti patti di intesa) è da considerare miope e forsanche corresponsabile di disastro ambientale, sicuramente non degna di rispetto e fiducia. Il fallimento di questi uomini che devono essere ricordati nella storia di Taranto per le loro azioni oggi ha un prezzo enorme ed inevitabile da pagare e a pagare come sempre, sono i più deboli. Le alternative andavano create un decennio fa per prepararsi al passo doveroso e fondamentale della chiusura dell’azienda, senza creare disagio sociale, oggi è troppo tardi; oggi l’unica preoccupazione dell’amministrazione centrale deve essere quella di trovare una soluzione per i lavoratori tarantini che resteranno disoccupati. Una volta chiusa l’azienda, si incominci a creare infrastrutture, si riapra l’aeroporto. Appena chiusa l’azienda, con il recupero della qualità della vita e dell’ambiente, ci sarà interesse ad investire su strutture turistiche volte alla valorizzazione delle bellezze paesagistiche. Intanto si aprirà lo scenario della bonifica del territorio. Innanzi tutto le aree non recuperabili devono essere definitivamente isolate e chiuse, Parte dell’azienda deve diventare museo della memoria, il resto diviso in lotti più o meno grandi e concessi in usufrutto gratuito a 50 anni a investitori stranieri che come unico onere hanno quello del risanamento e bonifica (esenti da qualunque tipo di tassazione per l’ntero periodo di usufrutto). Tempo 15 anni (forse farò pure in tempo a vederlo con i miei occhi) Taranto sarà nuovamente la perla dello ionio. Un sogno forse, una idea irrealizzabile, una str.n.zata ma io sono solo un mediocre cittadino senza particolare infamia e lode, Spetta ad altri, a chi dovrebbe tutelare l’interesse collettivo, trovare e proporre soluzioni che non siano la solita beffa. Fino ad oggi si è scelto di costruire sulla sofferenza, è difficile accettare che si possa continuare in tal senso, occorre porre un termine certo e tempestivo a questa sofferenza.

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