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19 marzo 2003

Le testate nucleari in Italia

Due scienziati americani hanno monitorato per anni le testate nucleari europee. In Italia ce ne sono una trentina tra Aviano e Ghedi Torri
Autore: fdsgfdhgd
Fonte: Alessandra Fava - 19.03.2003 - Archivio Stampa e mia intervista a Norris via mail

Alcune basi Usa italiane ospitano testate nucleari. In Italia se ne contano 30 tra Aviano (Verona) e Ghedi Torri (Brescia), per un totale di 150 tra Gran Bretagna, Italia, Turchia, Germania, Olanda, Grecia e Belgio. Il calcolo è di due scienziati del Natural Resources Defence Council di New York che promuove l’utilizzo di energie alternative, combatte l’effetto serra e monitora la presenza di ordigni nucleari nel mondo (gli arsenali maggiori sono quello americano, russo, pakistano e indiano). Robert Norris e William Arkin sul “Bollettino degli scienziati nucleari” dell’autunno ‘99, scrivevano infatti che il Pentagono aveva consegnato loro solo alla fine degli anni ’90 parte di un rapporto che ricostruiva la presenza degli ordigni atomici nei paesi Nato dal ’45 al ’77. Così si è scoperto che 18 paesi, più nove territori americani o inglesi hanno ospitato bombe nucleari, che la prima fuori del territorio Usa fu stivata in Marocco, che ce n’erano anche in Groenlandia, Taiwan e Islanda.
Seguendo le bombe passo per passo anche nella fase di ritiro, gli scienziati sono riusciti a ricostruire numeri e percorsi sino al ’99 e a calcolare che il picco era nei primi anni ’70, quando c’erano 7 mila testate in Europa e 2 mila nel Pacifico. Norris, contattato in questi giorni dice che “la situazione da allora non è cambiata”.

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