Chiesa e guerra

L’appello alla crociata di Urbano II (1096)

Il papa così incitò alla guerra: "A chi dunque incombe l’onere di trarne vendetta e di riconquistarlo, se non a voi cui piú che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle armi?"
14 dicembre 2003
documento storico
Fonte: Da: Robert Le Moine, Historia Hierosolymitana, in F. Gaeta-P. Villani, Documenti e testimonianze, Principato, Milano, 1971

Popolo dei Franchi, popolo d’oltre i monti, popolo – come riluce in molte delle vostre azioni – eletto ed amato da Dio, distinto da tutte le nazioni sia per il sito del vostro paese che per l’osservanza della fede cattolica e per l’onore prestato alla Santa Chiesa, a voi si rivolge il nostro discorso e la nostra esortazione.
Vogliamo che voi sappiate quale lugubre motivo ci abbia condotto nelle vostre terre, quale necessità vostra e di tutti i fedeli ci abbia qui attratti. Da Gerusalemme e da Costantinopoli è pervenuta e piú d’una volta è giunta a noi una dolorosa notizia: i Persiani [cioè i turchi, provenienti dal nord della Persia], gente tanto diversa da noi, popolo affatto alieno da Dio, ha invaso le terre di quei cristiani [la Palestina], le ha devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne ha in parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio paese, parte ne ha uccisi con miserevole strage, e le chiese di Dio o ha distrutte dalle fondamenta o ha adibite al culto della propria religione. [...] Il regno dei Greci è stato da loro già tanto gravemente colpito e alienato dalle sue consuetudini, che non può essere attraversato con un viaggio di due mesi. A chi dunque incombe l’onere di trarne vendetta e di riconquistarlo, se non a voi cui piú che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle armi, grandezza d’animo, agilità di membra, potenza d’umiliare sino in fondo coloro che vi resistono?
Vi muovano, e incitino gli animi vostri ad azioni virili, le gesta dei vostri antenati, la probità e la grandezza del vostro re Carlo Magno e di Ludovico suo figlio e degli altri vostri sovrani che distrussero i regni dei pagani e ad essi allargarono i confini della Chiesa. Soprattutto vi sproni il Santo Sepolcro del Signore Salvatore nostro, ch’è in mano d’una gente immonda, e i Luoghi Santi, che ora sono da essa vergognosamente posseduti e irriverentemente insozzati dalla sua immondezza [atrocità e colpe infamanti commesse dai turchi]. [...] Non vi trattenga il pensiero di alcuna proprietà, nessuna cura delle cose domestiche, ché questa terra che voi abitate, serrata d’ogni parte dal mare o da gioghi montani, è fatta angusta dalla vostra moltitudine, né è esuberante di ricchezza e appena somministra di che vivere a chi la coltiva. Perciò vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e tanto spesso vi uccidete tra voi. Cessino dunque i vostri odi intestini, tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni dissenso ed ogni inimicizia. Prendete la via del Santo Sepolcro, strappate quella terra a quella gente scellerata e sottomettetela a voi: essa da Dio fu data in possessione ai figli di Israele; come dice la Scrittura, in essa scorrono latte e miele.

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