Arriva Pecoraro ma si attende la firma sul decreto
A dire il vero, ieri mattina, era circolata l’indiscrezione in base alla quale il ministro Pecoraro avrebbe firmato il decreto attuativo che sblocca ed avvia l’iter dei dragaggi dei fondali. Indispensabili, questi, per far attraccare alle banchine del porto le navi transoceaniche portacontainer
In realtà, da quel che risulta alla «Gazzetta», la notizia non troverebbe conferma in ambienti ministeriali. O meglio, il ministro Pecoraro sta lavorando per firmare il decreto entro la fine di questa legislatura. Questo è l’obiettivo di Pecoraro e questo assicurerà domani pomeriggio.
E’ molto probabile, inoltre, che il ministro dell’Ambiente replichi alle numerose critiche ed accuse piovutegli addosso, in questi giorni, da parte di parlamentari e consiglieri regionali del centrodestra. Anche se, per la cronaca, non vanno dimenticate anche le perplessità manifestate da settori del centrosinistra (l’on. Vico del Pd ha scritto una lettera allo stesso ministro chiedendogli di firmare il prima possibile il decreto).
Fonti ministeriali, appunto, confermano che la procedura che precede la firma del decreto attuativo è abbastanza complessa e se c’è un ritardo questo è addebitabile soltanto agli esami ed agli studi scientifici ancora in corso. Per questo, sulla vicenda dragaggi, il ministero dell’Ambiente sta lavorando d’intesa con l’Icram, una sorta di braccio operativo dello stesso ministero.
Dal ministero, infatti, fanno sapere che prima di dare il via libera è opportuno accertare se lo svolgimento delle attività di dragaggio possa far superare o meno alcuni limiti sulla presenza di inquinanti. Bisognerà prima verificare, fanno sapere sempre dal ministero, se il dragaggio dei fondali possa causare delle problematiche all’ecocompatibilità ambientale del sistema faunistico marino. Di certo, se da un lato la mancata firma sul decreto attuativo dei dragaggi comporta un oggettivo rallentamento per diversi porti italiani, dall’altro la situazione di Taranto ha in sè delle peculiarità specifiche.
L’Ilva, per esempio, versa in mare circa 140mila litri all’ora di acque derivante dal processo industriale e questo, evidentemente, consiglia maggiore cautela in un contesto europeo (quello dei dragaggi, appunto) che non offre molta chiarezza. Avanti con cautela. Con l’impegno a firmare il decreto entro fine legislatura.
Il pezzo di ferro ha perforato il casco. Soccorso in infermeria, l’operaio è stato medicato e giudicato guaribile in 7 giorni. “Si ripropone - si legge in una nota delle Rls-Rsu Ilva - la scarsa attenzione di chi dovrebbe provvedere alla prevenzione e alle procedure di sicurezza nello stabilimento.
Qualcuno potrebbe pensare, in questo caso, che si sia trattato di mera fatalità. Ma non è vero, dato che insistenti segnalazioni e comunicati da parte sindacale, erano già stati inoltrati ai responsabili del reparto. Ogni incidente, grave o meno, fa riflettere sulla necessità di uscire da quel tunnel mentale oscurato dal profitto e dalla corsa ai record”.
Articoli correlati
- Cronaca della presentazione di un esposto sulle emissioni dell'ILVA
Si fa presto a dire
Il maresciallo comincia a scrivere. Sembriamo a buon punto. La felicità dura poco. Blackout elettrico. Il computer dei Carabinieri perde tutti i dati. Si ricomincia da capo. Così per tre volte mentre fuori si superano i quaranta gradi. L'esposto è proprio sulle vittime delle future ondate di calore.18 luglio 2024 - Alessandro Marescotti - Comunicato stampa con allegati
La valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva
Sono di particolare importanza i dati dello studio “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”. Al centro c'è la questione dell'impatto transfrontaliero e transgenerazionale.18 luglio 2024 - Redazione PeaceLink - Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea su Acciaierie d’Italia
Ex Ilva: diffida a ministro dopo sentenza Corte Ue, stop Taranto
Le associazioni ambientaliste Genitori Tarantini e Peacelink hanno inviato una diffida al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e alla direzione Valutazioni ambientali del ministero, chiedendo di “volere immediatamente sospendere l’attività produttiva” della fabbrica di Taranto.11 luglio 2024 - AGI - Piccolo Bignami per chi si fosse perso
Spiegazione della sentenza della Corte di giustizia dell'UE sull'ILVA
La Corte di Giustizia dell'UE ha stabilito che le autorità nazionali devono effettuare una valutazione degli impatti sulla salute umana prima di autorizzare l'ILVA. In presenza di gravi rischi per l'ambiente e la salute, devono sospendere le operazioni piuttosto che concedere proroghe.25 giugno 2024 - Redazione di PeaceLink
Sociale.network