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Ambiente e salute tra dati e rilevazioni: come siamo messi?

Riavvolgiamo il nastro di 4 mesi. Tarantoviva fa esaminare il sangue di 10 tarantini, Peacelink esamina un formaggio. Ed è notizia di pochi giorni orsono che la magistratura richiede perizie sul caso di una tarantina affetta da leucemia che ha denunciato l’Ilva. Questa volta la musica potrebbe essere diversa.
7 maggio 2008
Associazione TarantoViva
Fonte: Corriere del Giorno

- Che succede a Taranto? Riavvolgiamo il nastro di 4 mesi. Tarantoviva fa esaminare il sangue di 10 tarantini e comunica in febbraio 2008 la necessità di nuovi e più estesi studi stante la evidenziazione di livelli di diossine e pcb quasi da primato mondiale. Il direttore dell’Arpa Puglia critica indagine e curatori della stessa ed afferma che iniziative di questo genere consentono ad industrie inquinanti come l’Ilva di procedere indisturbate.

Riecheggia anche in questa occasione la denuncia del dottor Patrizio Mazza, primario dell’Ematologia all’ospedale “Moscati” di Taranto, di significative incidenze di malattie come leucemie e linfomi, correlabili con l’inquinamento da diossine ed esaclorobenzeni. Di seguito sono squillati vari campanelli di allarme lungo la linea che dalla fonte di emissione delle diossine porta all’uomo. Peacelink esamina un formaggio dimostrando che c’è un livello superiore alla norma di diossine e pcb, il latte di alcune masserie viene esaminato a Teramo con analoghi riscontri, le scuole e molti cittadini scendono in piazza al seguito dell’“Associazione bambini contro l’inquinamento” capeggiata dal dottor Pino Merico.

Per chi ha a cuore il problema questo è il momento più alto di presa di coscienza della collettività e di rifiuto del tacito dispregio della tutela dell’ambiente e della salute di chi vive a Taranto. I media nazionali parlano di Taranto più volte in questo periodo, con servizi televisivi puntuali, ma che nella loro brevità hanno il limite di non fornire il necessario approfondimento.

E siamo qui a chiederci come mai, pur sapendo che la maggior fonte italiana ed europea di emissione in ambiente di diossine e congeneri sia a Taranto, le bombe mediatiche mondiali dell’ultimo trimestre abbiano riguardato i rifiuti campani e la diossina nelle mozzarelle di bufala. L’ipotesi che la situazione a Taranto probabilmente potrebbe essere molto peggiore non è stata considerata, perché fanno più notizia l’immondizia per strada ed il blocco delle mozzarelle.

L’Arpa Puglia però si dota di un sofisticato strumento per analisi gas/massa, che consentirà l’analisi di diossine e congeneri, nel Centro di Eccellenza che vuole istituire a Taranto e riceve la disponibilità tecnico/professionale dell’Istituto Inca di Venezia per potere partire con le analisi.

L’Ilva eliminerà gli altiforni
Si avvicina finalmente il momento in cui l’Ilva passerà dalla produzione a caldo con gli altiforni (altamente inquinante) alla produzione a freddo (con arco voltaico). Questo perchè - come precisa il Sole 24 ore del 23 aprile, c’è carenza di carbone e minerale di ferro, oltre al livello di prezzi ormai proibitivo per l’Ilva. Tutto grazie a Cina e India che risolveranno il problema dell’inquinamento a Taranto, perchè se aspettiamo che si muovano le autorità locali, faremo tutti in tempo a trasferirci a San Brunone. Ai costi attuali delle materie l’Ilva non è più competitiva con gli altiforni. Quindi da un momento all’altro il signor Riva farà questa dichiarazione: «Poichè voglio bene a questa città non intendo inquinarla oltre, quindi, se lo Stato mi viene incontro trasformo la produzione in acciaio a freddo. Servono tot milioni». La stessa cosa è stata fatta per Genova-Cornigliano, solo che là la soluzione gli è stata imposta. Qui a Taranto busserà a quattrini.

Ing. Stefano Missagli
La Regione Puglia chiama ad un ennesimo tavolo tecnico programmatico le Industrie del Polo Tarantino per definire un programma di interventi che porterebbe l’Autorizzazione Integrata Ambientale, in assenza della quale le stesse non potrebbero oltre operare.

Il dottor Merico comunica, dopo l’esito di opportune analisi, che nel latte materno risulta la presenza di ingenti quantità di diossine e pcb. L’Asl di Taranto estende l’esame del latte prodotto dalla zootecnia locale e sottopone ad esame anche altri alimenti, derivanti dalla agricoltura. A

l momento non risulta che le carni animali ed i prodotti ittici siano stati sottoposti a verifiche. Sembrano interventi sporadici che non testano l’intera catena e che rispondono ad esigenze di forma, piuttosto che di conoscenza.

Mentre aria ed acqua e poi anche gli esseri viventi certamente continuano ad assorbire veleni prodotti da industrie pensate in un’altra epoca ed ora destinate a cedere il passo, qualcosa dobbiamo dire che si è proprio mosso. E questa è la coscienza civica. Ma la sostanza dei problemi è invariata, o peggio, visto che gli ultimi monitoraggi dimostrerebbero incremento degli inquinanti. E quando qualcuno prova a dosare qualcosa, dovunque, scappano fuori diossina e pcb in quantità col regolare seguito di smentite e di polemiche.

Per non dire che è del tutto assente un progetto per la Taranto che domani consegneremo ai nostri figli. Ancora megaindustrie ed inquinamento? Oppure industria ecocompatibile? Oppure uno slancio verso la bonifica ed il turismo, magari non più improvvisato, ma organizzato, o, come si dice, industriale?

Ed è notizia di pochi giorni orsono che la magistratura richiede perizie sul caso di una donna tarantina affetta da leucemia che ha denunciato l’Ilva e la conseguenza che saranno effettuati esami su microinquinanti organici sul sangue di 20 tarantini, malati oncoematologici e non, con la supervisione del dottor Mazza e con l’impegno
dell’Ail. Questa volta la musica potrebbe essere diversa.

Dott. Mario Collura
Associazione TarantoViva

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