Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

L'Ultimo tabù e l'ILVA

Come interpretare il ricorso dell'Ilva per impugnare impegni già presi con le istanze pubbliche? E come leggere il Piano per ridurre l'inquinamento ambientale che per quanto riguarda tempi, quantificazione e modalità della riduzione delle emissioni, rimanda tutto alle calende greche?
4 luglio 2008
Vito Bruno
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- D'accordo, tira una brutta aria, la congiuntura economica a livello nazionale è quella che è. Pessima. Qui da noi le cose vanno se possibile ancora peggio, prova ne sia — tra l'altro — la crisi del distretto del salotto, nonché la ripresa dell'emigrazione interna, non solo di chi cerca lavoro, ma anche dei ragazzi che vanno a studiare negli atenei del nord nella speranza di trovare quegli spazi che nelle nostre città ormai non esistono più.

Quindi, come ci viene ricordato spesso da autorevoli commentatori, conviene non fare tanto i difficili e aggrapparci a quelle poche industrie che tirano. L'Ilva, ad esempio. C'è qualcuno in giro che se la sente di tagliare uno dei pochi rami su cui siamo seduti? Certo che no. E allora zitti e mosca.

Se qualche ingenuo si azzarda ad avanzare qualche timida osservazione, finisce paro paro nel calderone degli oscurantisti medievali che hanno in odio l'industria o peggio, nel girone degli ecologisti un tanto al chilo che sono bravi solo a dire no. Ma è evidente a tutti — o quasi tutti — che messa così la questione assume un evidente carattere ricattatorio. E chi ha il coltello dalla parte del manico ne approfitta per lasciare le cose esattamente come stanno. E cioè male.

Come altro interpretare il ricorso dell'Ilva alle carte bollate per impugnare impegni già presi con le istanze pubbliche? E come altro leggere il Piano per ridurre l'inquinamento ambientale che per quanto riguarda tempi, quantificazione e modalità della riduzione delle emissioni, rimanda tutto alle calende greche?

Ora mettetevi nei panni dei genitori con bambini da crescere: come pensate reagiranno alla notizia che i veleni che respiriamo e che fanno schizzare in alto la possibilità di contrarre malattie mortali saranno abbattuti, se va bene, da qui a otto anni?

Qualche mese fa si parlò di diossina nel latte materno, e tra le tante voci che si levarono, non ce ne fu nessuna che sottolineò l'aspetto simbolico che vi era implicito, e cioè la profanazione dell'ultimo tabù che ci è rimasto: la maternità. Le nostre donne, nell'atto di nutrire i propri figli, li «avvelenano».

C'è al mondo oltraggio più grande? Profanazione più sacrilega? E quale futuro può avere una società che mette in discussione persino il valore della vita? Che non si ferma neanche davanti a ciò che per millenni abbiamo considerato sacro? Che davanti all'accertata presenza di veleno nel latte delle madri fa spallucce? Qui non si tratta di sognare improbabili ritorni ad arcaiche civiltà del-l'oro, o di dichiarare guerra alla civiltà industriale. Ci mancherebbe altro. Si tratta di esigere controlli rigorosi e credibili nonché l'adozione urgente e inderogabile di quelle misure che vigono nei Paesi più civili del nostro e che rendono quanto meno compatibile la coesistenza con le industrie a forte impatto ambientale. E' chiedere troppo?

Articoli correlati

  • Si fa presto a dire
    Laboratorio di scrittura
    Cronaca della presentazione di un esposto sulle emissioni dell'ILVA

    Si fa presto a dire

    Il maresciallo comincia a scrivere. Sembriamo a buon punto. La felicità dura poco. Blackout elettrico. Il computer dei Carabinieri perde tutti i dati. Si ricomincia da capo. Così per tre volte mentre fuori si superano i quaranta gradi. L'esposto è proprio sulle vittime delle future ondate di calore.
    18 luglio 2024 - Alessandro Marescotti
  • La valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva
    Ecologia
    Comunicato stampa con allegati

    La valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva

    Sono di particolare importanza i dati dello studio “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”. Al centro c'è la questione dell'impatto transfrontaliero e transgenerazionale.
    18 luglio 2024 - Redazione PeaceLink
  • Ex Ilva: diffida a ministro dopo sentenza Corte Ue, stop Taranto
    Ecologia
    Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea su Acciaierie d’Italia

    Ex Ilva: diffida a ministro dopo sentenza Corte Ue, stop Taranto

    Le associazioni ambientaliste Genitori Tarantini e Peacelink hanno inviato una diffida al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e alla direzione Valutazioni ambientali del ministero, chiedendo di “volere immediatamente sospendere l’attività produttiva” della fabbrica di Taranto.
    11 luglio 2024 - AGI
  • Spiegazione della sentenza della Corte di giustizia dell'UE sull'ILVA
    Ecologia
    Piccolo Bignami per chi si fosse perso

    Spiegazione della sentenza della Corte di giustizia dell'UE sull'ILVA

    La Corte di Giustizia dell'UE ha stabilito che le autorità nazionali devono effettuare una valutazione degli impatti sulla salute umana prima di autorizzare l'ILVA. In presenza di gravi rischi per l'ambiente e la salute, devono sospendere le operazioni piuttosto che concedere proroghe.
    25 giugno 2024 - Redazione di PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)