Fiamme a Taranto, paura all´Eni
TARANTO - Brucia la provincia di Taranto. Due incendi di grosse dimensioni sono divampati nel pomeriggio di ieri, alle porte della città, nella zona vicina alla raffineria Eni e all´ospedale Testa, e nelle campagne tra Avetrana e Manduria, in un sito di notevole interesse paesaggistico, posto sotto tutela della Regione Puglia. Per entrambi si sospetta l´origine dolosa.
Una decina circa gli ettari andati in fumo ad un tiro di schioppo dalla città, in contrada Rondinella, a nord del capoluogo. A prendere fuoco sono state sterpaglie ma anche rifiuti.
Tre mezzi del comando provinciale dei vigili del fuoco e due autobotti hanno immediatamente raggiunto contrada Rondinella per circoscrivere l´incendio che ha lambito l´ospedale Testa, struttura che ospita i locali destinati al servizio per il recupero dei tossicodipendenti. Molta paura tra gli operatori del centro, il Sert è stato evacuato, ma paura soprattutto per la vicinanza delle fiamme alla raffineria e a un deposito delle Ferrovie dello Stato, dove sono stipate bombole di acetilene.
Il fuoco ha anche lambito un sito di stoccaggio del carburante, e proprio per questo si sono registrati momenti di grossa tensione: a dare supporto ai colleghi della caserma di Taranto, i vigili del fuoco di stanza nello stabilimento Ilva, pure sfiorato dalle fiamme, ed i mezzi antincendio della stessa raffineria. Il direttore dell´Arpa di Taranto Gioacchino Di Natale, immediatamente sul posto, ha comunque rassicurato sui possibili rischi di carattere ambientale.
«La città non ha corso pericoli», ha dichiarato, «grazie al pronto intervento delle squadre antincendio dell´Ilva e dell´Eni». A dare una mano è stato comunque anche il vento, che ha soffiato verso il mare, allontanando le fiamme dall´area più pericolosa.
Ma ancora più complessa si è rivelata l´opera di spegnimento di un altro incendio, anch´esso di notevoli dimensioni e scoppiato praticamente in contemporanea a quello di contrada Rondinella. Il fuoco ha devastato la zona "Urmo", nella parte orientale della provincia ionica. Lì a bruciare sono stati quasi trenta ettari di bellissima macchia mediterranea. Un´autentica oasi naturalistica, non a caso ritenuta di estremo interesse anche dalla Regione.
In questo caso, oltre a tre mezzi dei vigili del fuoco ed a due autobotti, si è reso necessario l´utilizzo degli aerei: ad entrare in azione i piccoli ed agili Fireboss, versione ridotta dei celebri Canadair. Aerei che hanno bombardato con ettolitri d´acqua la zona interessata dall´incendio.
Le fiamme sono state domate soltanto dopo diverse ore, con l´ausilio degli uomini del Corpo Forestale dello Stato. «Si tratta di una zona di notevole importanza paesaggistica che ha riportato seri danni», spiega con rammarico il comandante Silletti. Evacuate a scopo precauzionale anche alcune villette ed abitazioni nei pressi dell´area interessata dal fuoco.
In entrambi gli incendi che hanno caratterizzato il pomeriggio infernale vissuto in terra ionica non si registrano danni alle persone.
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