"Ma quei veleni dell'ilva ci sono sempre stati"
Gentile Direttore,
ho letto con grandissimo stupore quanto apparso sul suo giornale sulla vicenda dell´Ilva. E credo di avere il diritto di dire come stanno le cose.
1) È davvero singolare che il "caso" Ilva scoppi adesso, quando, grazie alle sperimentazioni avviate, è stato rilevato un abbassamento significativo delle emissioni. Un dato che è stato confermato dall´Arpa Regionale, al di là della querelle normativa che l´Agenzia ha avviato col Ministero. A leggere articoli e annesse dichiarazioni sembrerebbe, invece, che le emissioni dell´Ilva siano cominciate nella primavera scorsa, più o meno all´epoca del cambio di governo. Non si comprenderebbe altrimenti perché tutto ciò che c´era da fare non è stato fatto nei due anni del governo Prodi (e della presidenza Vendola) visto che tali emissioni c´erano già, e a livelli anche maggiori di quelli attuali. Ma forse l´inquinamento fa male quando governa Berlusconi, mentre quando governa Prodi i camini emettono delicati effluvi alla lavanda.
2) I componenti della Commissione AIA sono stati sostituiti perché una legge dello Stato ha modificato la composizione dell´organismo che non avrebbe dovuto occuparsi solo dell´Ilva ma dei 200 maggiori impianti industriali italiani. Il condizionale in questo caso è d´obbligo visto che i componenti di quell´organismo si sono dimostrati inefficienti. Infatti la barricadera commissione nominata dal governo Prodi, rimasta in carica dall´ottobre 2007 all´agosto 2008, ha emesso in totale ben 4 pareri, e tutti e quattro l´ultimo giorno in cui è stata in carica, due mesi fa, a scioglimento già annunciato, lasciando un arretrato di 160 richieste. Nei 10 mesi di "intensa" attività la Commissione Aia non ha bocciato l´Ilva, non ha difeso l´ambiente, non era anti o pro diossina. Semplicemente non ha deciso. Ha perpetuato insomma un metodo invalso nel recente passato secondo cui il pubblico che doveva dire sì o no semplicemente non rispondeva, paralizzava. Vendola appreso della "decapitazione" dell´Aia (per usare la sua terminologia) avrebbe dovuto rallegrarsi per la sostituzione di una commissione inefficiente e non in grado di tutelare l´ambiente. Invece si è inquietato. Verrebbe da pensare che per qualche ragione il presidente della Puglia preferisse avere l´Ilva con la pistola dell´AIA alla tempia, piuttosto che un quadro di certezze e prescrizioni precise.
3) Non risulta inoltre che alla riunione svoltasi al ministero il 16 ottobre (e non il 15) fossero presenti rappresentanti dell´Azienda, come sostiene il direttore dell´Arpa regionale. Anche questo dato è facilmente verificabile consultando il foglio delle presenze a quella riunione.
4) Sull´area di Taranto inoltre è stato firmato all´inizio del 2008 (quindi da Vendola e da Pecoraro Scanio, oltre che da imprese ed enti locali) un accordo di programma proprio su questi temi con prescrizioni che l´Ilva sta rispettando. Quell´intesa prevede fra l´altro che l´Ilva realizzi un impianto in grado, intanto, di dimezzare le emissioni. Ma il comune non ha rilasciato l´autorizzazione a realizzarlo perché ricade su un sito inquinato. Ci voleva un via libera del Ministero dell´Ambiente che, nella precedente gestione, non è arrivato. Ora noi l´abbiamo dato. Il Comune darà finalmente l´autorizzazione? O anche in questo caso si preferisce tenere tutto fermo, facendo nel frattempo allarmate denunce?
5) Vendola "minaccia" una legge regionale ad hoc. Ma perché non la fa questa legge, e soprattutto perché non l´ha già fatta? Chi glielo ha impedito fino a questo momento?
Caro direttore, siamo un paese strano. Con un presidente della Regione che da più di tre anni e mezzo governa la Puglia e per tre anni, supponiamo, ha avuto sentimenti "anti-diossina" gelosamente custoditi nel cuore. E dire che aveva il potere e per due anni un ministro dell´ambiente in piena sintonia politica. Avrebbe potuto fare leggi e sfracelli. Invece niente. Caro Direttore, noi siamo consapevoli della complessità dei problemi e stiamo intervenendo con impegno e responsabilità per ridurre radicalmente le emissioni nocive senza, possibilmente, costringere alla chiusura un´impresa che dà lavoro a mezza Taranto. Ma io sono arrivata 6 mesi fa.
I "veleni" e Vendola c´erano già. Da anni.
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