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Nuove audizioni in V commissione per DDL diossine

Durissimo comunicato dell'Assessore Pelillo "“Risposte evanescenti e prive di fondamento scientifico quelle giunte per voce del rappresentante della grande industria, il quale non ha apportato alcun elemento interessante alla corposa produzione tecnico scientifica già redatta dall'ARPA Puglia”.
1 dicembre 2008

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Continua il percorso di audizioni della commissione ambiente del Consiglio regionale sul disegno di legge che fissa limiti alle emissioni in atmosfera di diossina ed altre sostanze.

Questa mattina sono stati ascoltati i rappresentanti dell’Ilva di Taranto, i sindacati dei lavoratori, l’associazione degli industriali, l’Eni-Agip Petroli, il dipartimento d’igiene e sanità dell’Asl TA/1 e Legambiente.

Questo ulteriore percorso di ascolto formalizzato dal presidente dell’organismo consiliare, Pietro Mita, è stato richiesto dal presidente del gruppo Forza Italia, Rocco Palese. “Non c’è la volontà di perdere tempo - ha detto Palese - ma questo passaggio è necessario per acquisire ulteriori elementi di conoscenza e indicazioni utili quale eventuale contributo per migliorare il testo”. Il presidente di FI ha confermato la disponibilità dell’opposizione a portare in Aula l’iniziativa legislativa il 9 dicembre.

Disco verde al Ddl arriva dalla Uil che ha sottolineato quanto sia necessario questo intervento legislativo per fissare i paletti che impediscano alle imprese di inquinare senza limiti.

La Cisl ha invece espresso qualche perplessità sulle modalità di elaborazione del testo che “avrebbe avuto bisogno di una maggiore concertazione, “anche perché – ha detto il rappresentante della Cisl – il Ddl sembra un testo monco, limitato, non compiuto”.

Anche dal presidente di Confindustria arriva qualche lamentela sulle modalità: “abbiamo sempre avuto un eccellente collaborazione – ha detto Nicola De Bartolomeo – ma su questo tema così importante invece, sembra sia proprio saltato il confronto, soprattutto se consideriamo che c’è addirittura l’intenzione di portare la legge in aula il 9 dicembre”.

Ma questa considerazione, secondo De Bartolomeo, non deve indurre a pensare che gli industriali siano contrari alle nuove regole. “Anzi tutt’altro – ha continuato il presidente degli industriali – chi opera nel settore, le aziende le imprese, hanno tutto l’interesse a lavorare al meglio, senza danneggiare l’ambiente, non bisogna farsi condizionare dal contesto, dall’animosità del momento su questi temi, occorre affrontarli con serenità e con una approfondita riflessione”.

Il rappresentante dell’Ilva di Taranto ha dichiarato “la disponibilità della società che gestisce il più grande impianto siderurgico d’Europa, a lavorare sul testo della legge predisposta del governo regionale, chiedendo però che i limiti siano fissati tenendo presente quelli del Comitato europeo di normalizzazione”.

I dati dell’Arpa registrano un aumento della diossina e furani dal 71,4 g/a del 2002 ai 91,5 del 2006, dati stimati sulla base delle tecnologie e della produzione di Ilva e pertanto forniscono indicazioni di massima. Ma dall’Ilva arrivano risposte differenti: loro stimano invece le emissioni di diossina, intorno ai 25 g/a.

Dalla relazione dell’Arpa si evince ancora che, complessivamente la situazione è fortemente degradata dal punto di vista ambientale e sanitario, da qui la necessità di definire i limiti emissivi degli impianti industriali in particolare dell’area tarantina.
Il rappresentante dell’Asl di Taranto, ha presentato ai componenti della commissione i dati relativi alla campagna di verifica della catena alimentare.

La Regione ha avviato nel 2008 una campagna di misurazione della diossina in area di circa 10 kilometri dalle area interessate dalle emissioni di diossina. Sono stati effettuati controlli in 41 allevamenti dei quali 33 sono risultati conformi, mentre 8 non conformi. Si pensa di allargare il raggio di indagine nei 20 kilometri, in questo caso la campionatura sarebbe relativa a 220 allevamenti.

Risultano conformi ai limiti di legge i campionamenti effettuati sulle matrici alimentari di origine animale e non, come prodotti di pesca molluschi bivalvi, olio di oliva, frutta e ortaggi.

Dalle associazioni ambientaliste presenti alle audizioni, arriva il monito a fare presto perché la situazione diventa ogni giorno più preoccupante.

Pelillo contro ILVA e Confindustria

“Come anticipato e come era assolutamente prevedibile, l'audizione dell'Ilva in commissione ambiente non ha riservato alcuna novità”. Questa la dichiarazione dell'assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, nel commentare l'iter procedurale che sta affrontando il DDL sulle diossine. “Risposte evanescenti e prive di fondamento scientifico – riferisce l’assessore - quelle giunte per voce del rappresentante della grande industria, il quale non ha apportato alcun elemento interessante alla corposa produzione tecnico scientifica già redatta dall'ARPA Puglia.

Quando si parla di salute dei cittadini e di inquinamento non ci si può basare su ipotesi non supportate scientificamente e ad oggi gli unici dati che hanno rilevanza ed attendibilità sono quelli derivanti dalla puntuale attività di ricerca scientifica operata dall'estate scorsa dai responsabili di ARPA Puglia, sotto la guida del professor Giorgio Assennato”.

“Due le questioni che ho personalmente posto alla grande industria – riferisce Pelillo - Innanzitutto sorprende verificare che solo sulla spinta forte dell'azione dell'ARPA e dell'imminente legge regionale l'Ilva abbia ritenuto perseguibile la strada dell'urea per abbattere, sebbene in maniera parziale, le emissioni di diossina. Ci si chiede perché mai sebbene con l'applicazione delle nuove tecnologie questo obiettivo è da tempo perseguibile, nulla sia stato fatto sino ad oggi? Altro elemento di discussione è stata la paventata difficoltà dell'Ilva ad adeguarsi al secondo step previsto dalla legge regionale, ovvero il rispetto dei limiti europei entro il 2010.

Le argomentazioni proposte a tal proposito dall'ILVA prosegue Pelillo – qualunque non sono state supportate da evidence tecnico scientifiche ma il tutto è lasciato a valutazioni e considerazioni dell'azienda, non sostenute da piani di fattibilità validati scientificamente o da esperienze pregresse similari in altre parti d'Europa. !A questo punto – conclude - mi auguro che non si perda più tempo prezioso perché la politica ha un obbligo morale nei confronti non solo dei 20mila che sabato hanno sfilato per le strade di Taranto, ma anche delle generazioni future alle quali abbiamo il sacrosanto dovere di lasciare in dono un ambiente più salubre e una città vivibile”

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