Altamarea chiama a raccolta gli enti
Nei giorni scorsi Adolfo Buffo, rappresentante della direzione Ilva per l’Ambiente, la Sicurezza e la Qualità, riguardo al monitoraggio in continuo dei camini, ha dichiarato che: “Non ci sono strumenti tecnici e leggi che prevedono ora questa attività a proposito di diossina”.
«Dal momento che la legge regionale 44/2008, meglio nota come legge diossina, della Regione Puglia, prescrive testualmente, all'articolo 3 :”Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore delle presenti disposizioni, i gestori di impianti di cui all’articolo 1, già esistenti e in esercizio, devono elaborare un piano per il campionamento in continuo dei gas di scarico e presentarlo all’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia (Arpa Puglia) per la relativa validazione e definizione di idonea tempistica per l’adozione dello stesso. Gli oneri connessi a l l’esecuzione del predetto piano sono a totale carico dei soggetti gestori”, si rileva immediatamente come le dichiarazioni del rappresentante Buffo si smentiscano da sole».
A condannare questa «diffusione di informazioni non corrette che arriva al punto di ribaltare un'inadempienza perseguibile (dal momento che i 60 giorni dalla promulgazione della legge sono abbondantemente trascorsi), in un atto non dovuto e discrezionale» è Altamarea secondo cui l'Ilva di Taranto non può astenersi «dal formulare e sottoporre immediatamente all'Arpa Puglia un piano di campionamento in continuo delle emissioni!». Dopo la grande manifestazione del 28 novembre, Altamarea ha continuato ad operare in modo incisivo attraverso una serie di importanti momenti di aggregazione cittadina e di relazione stringente con le istituzioni locali. Primo fra tutti l’assemblea generale di Altamarea , tenutasi lo scorso 22 dicembre presso l’Istituto Salesiani di Taranto. Sono state raccolte oltre 40 adesioni da parte di cittadini disponibili a partecipare ai gruppi di lavoro istituiti per conferire maggiore incisività alle attività in corso. I 4 gruppi riguardano l’area Tecnica, quella Giuridica, la Medico-Scientifica e la Comunicazione.
Notevole è stato l'apporto dei cittadini avvenuto attraverso un partecipato dibattito
conclusivo .
Nella stessa data alcuni rappresentanti del coordinamento di associazioni hanno incontrato le istituzioni locali per fare il punto della situazione ambientale , delle azioni che la cittadinanza si aspetta dall'amministrazione comunale e per valutare l'iter dei processi autorizzativi alle grandi industrie gestiti in sede ministeriale.
«Il sindaco Stefàno, - si legge in una nota diffusa da Altamarea - ha preso atto della grave valutazione di irrilevanza, dichiarata nel parere della commissione IPPC relativamente all'Aia Ilva, delle 18 osservazioni presentate congiuntamente da Altamarea e dai comuni di Taranto e Statte. Nel corso dell'incontro ha stabilito di opporsi a tale parere e di convocare a gennaio un Consiglio monotematico ambientale che coinvolga tutte le istituzioni locali e gli eletti nazionali della provincia di Taranto. Ha inoltre promesso che emetterà a stretto giro, un'ordinanza per imporre alla grande industria un limite alle emissioni di benzoapirene, sostanza altamente tossica di cui sono accertati notevoli sforamenti ai limiti di legge consentiti. Per il monitoraggio di questo ed altri inquinanti, il sindaco, - si legge sempre nella nota - richiederà l'installazione di centraline di monitoraggio a ridosso delle industrie, attrezzate con il sistema wind-select che permette di accertarne l'impianto di provenienza».
Inoltre il 23 dicembre, Altamarea ha incontrato il presidente della Provincia e l'assessore all'Ambiente con i quali si è stabilito di fissare «una riunione allargata in cui programmare in maniera cadenzata e verificabile un piano pluriennale per l'uscita dalla città dallo stato di grave emergenza ambientale.
Anche il presidente ha preso atto della sottovalutazione delle osservazioni delle istituzioni locali in commissione IPPC e si è impegnato per sollecitare l'ufficio tecnico a formulare delle osservazioni idonee, che tengano conto della grave situazione locale».
Riguardo alla Via per la centrale Enipower, la linea condivisa «è quella di puntare alla chiusura delle tre centrali elettriche ad oliocombustibile, estremamente inquinanti e a rischio di incidenti rilevanti, per la realizzazione di una centrale a metano dimensionata per soddisfare il fabbisogno di energia degli impianti. Anche la Provincia ha quindi espresso parere contrario ad una centrale da 240 Mw, richiesta dall'Eni, destinata prevalentemente alla vendita di energia».
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