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Lettera aperta ad Angelo Bonelli: "Giustizia per Taranto, si indaghi anche sui complici degli inquinatori"

2 dicembre 2010
Alessandro Marescotti (Presidente di PeaceLink)

Oggi sei a Taranto e considero positivamente il tuo impegno a sostenere la lotta dei movimenti locali.
Non mi sarà possibile essere presente, per impegni scolastici. Ma mi piace l'idea che si uniscano Comitati, Movimenti e Associazioni in una rete sia locale sia nazionale. Una rete che dia voce e forza i cittadini trasformi ogni vertenza locale in un'urgenza nazionale.

Già a Roma sei stato con noi a Montecitorio per sostenerci nella lotta sul benzo(a)pirene, per cambiare il cosiddetto "decreto salva-Ilva".

Oggi a Taranto, città simbolo dell'inquinamento nazionale, ci porti un sostegno che cerchiamo da tutte le parti politiche, per una lotta che ha al centro la salute e la dignità dei cittadini.

A Taranto occorre una forte attenzione della politica e una rinnovata pressione dell'opinione pubblica perché sia avviata un'azione di risarcimento danni per inquinamento.

E' necessario chiedere un risarcimento sia per i danni già accertati nei processi terminati in Cassazione (danni da polveri e cokeria) sia i danni collegabili ai processi che si preannunciano (danni da diossina e benzo(a)pirene).

Apprezzo il tuo impegno nel sostenere queste iniziative e su questo collaboreremo.

Chiedere il risarcimento per i danni ambientali è la giusta direzione. Occorre studiare le forme più efficaci. Anche per mettere sul banco degli imputati chi nello Stato che non ha informato i cittadini sui pericoli della diossina. Per anni è stata diffusa "diossina privata" con la "complicità pubblica". Lo Stato aveva il dovere di avvisare i cittadini che alcuni alimenti non andavano mangiati. Come mai non è stato fatto? Come mai nei controlli sugli alimenti lo Stato non ha mai trovato diossina a Taranto e PeaceLink invece sì? Come mai tanta superficialità? Chi ha fatto finta di non vedere la diossina?

Lo Stato doveva dire che a Taranto c'era diossina e non ha informato i cittadini.

Sul banco degli imputati devono comparire non solo gli inquinatori ma anche i loro complici nello Stato, coloro in quali sono rimasti in silenzio, coloro i quali, posti in posizioni apicali avevano cariche di alto livello e di grande responsabilità nello Stato. Chi non ha fatto nulla per tutelare i cittadini deve pagare non meno di chi ha inquinato. Deve essere estromesso da ogni incarico statale e processato. Vogliamo conoscere i nomi e i cognomi.

E' assurdo che l'allarme diossina sia stato lanciato a Taranto nel 2005 da PeaceLink con un comunicato stampa (aprile 2005) quando lo avrebbe dovuto lanciare molti anni prima chi nello Stato aveva il dovere di informare e tutelare.

I grandi inquinatori hanno goduto di grandi protezioni ad altissimo livello: su queste complicità non si è ancora indagato. Sono complicità tali che sono entrate persino negli allegati tecnici delle leggi. Allegati tecnici assurdi, con limiti assurdi, scritti apposta per chi inquinava.

Già dal 2001 alcuni conoscevano il pericolo. Gliene dava conto la Commissione europea nel promemoria “Strategia comunitaria sulle diossine, i furani e i bifenili policlorurati”. La Commissione esplicitava “timori per gli effetti negativi che l’esposizione a lungo termine a quantità anche infinitesimali di diossine e PCB (i bifenili policlorurati, ndr) può produrre sulla salute umana e sull’ambiente”. Esortava le autorità sanitarie nazionali a “informare l’opinione pubblica” e avvertiva che “la sinterizzazione dei minerali ferrosi potrebbe diventare in futuro la fonte principale di emissioni industriali” di diossina.

Dato che a Taranto c'è il più grande impianto di sinterizzazione di Europa (all'interno dello stabilimento Ilva) come mai le autorità statali investite dalla Commissione Europea non hanno fatto nulla per informare la popolazione così come previsto da quel documento?

Dobbiamo chiedere risarcimento e giustizia. A 360 gradi. Sul banco degli imputati devono salire tutti. Sia quelli che hanno inquinato sia quelli che hanno consentito di farlo impunemente. Chi ha protetto gli inquinatori non è meno colpevole, anzi ha tradito i cittadini invece di proteggerli.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink

Note: Agli Organi di Informazione

AI Comitati, Movimenti ed Associazioni Ambientaliste

LORO SEDI

I Verdi per la Costituente Ecologista della Provincia di Taranto,

propongono la più grande class-action italiana con un pool di avvocati coordinati dall'Avv. Valentina Stefutti in cui si chiederanno risarcimento danni per un inquinamento, quello di Taranto, che ha fatto e continua a fare una strage di vite.

Organizzano, quindi, una

CONFERENZA STAMPA

con:

On. Angelo Bonelli

Presidente Nazionale dei Verdi per la Costituente Ecologista



Avv. Valentina Stefutti

Avvocato penalista e amministrativista specializzato in diritto dell'ambiente

il giorno 3 dicembre 2010 alle ore 11 e 30, Ex Sala Giunta del Palazzo della Provincia di Taranto - 4° piano, Via Anfiteatro n°4 - Taranto,

A Taranto negli ultimi decenni si è determinata una vera e propria strage difficile da quantificare.

I Verdi per la Costituente Ecologista della Provincia di Taranto chiedono, a gran voce, verità e giustizia sul caso Taranto.

Gregorio Mariggiò - presidente dei Verdi per la costituente ecologista della provincia di Taranto.


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