Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

A noi cittadini spetta il compito di sostenere questa svolta a favore della legalità

Peacelink: impressionante catena di omissioni e complicità

I beni di chi ha realizzato profitti illeciti andrebbero sequestrati. Bene ha fatto la magistratura a sequestrare la produzione di questi ultimi mesi, realizzata nonostante il sequestro degli impianti senza facoltà d'uso.
26 novembre 2012
Alessandro Marescotti (Presidente di Peacelink)
Fonte: Comunicato stampa - 26 novembre 2012

 

E' una ventata di legalità. Attendevamo un sussulto di giustizia ed è finalmente arrivato.

A Taranto la cupola del malaffare ambientale comincia a crollare, colpo su colpo. 

A noi cittadini spetta il compito di sostenere questa svolta a favore della legalità. foto di Taranto

Fermo restando la presunzione di innocenza individuale, che è alla base del nostro ordinamento, ci sembra che emerga un sistema complessivo che è assolutamente inquietante e anomalo.

Siamo di fronte alla demolizione di un sistema di potere che ha avvelenato peranni, distruggendo le vite, il futuro e la stessa dignità di una comunità.

Una impressionante catena di omissioni e complicità viene alla luce.

E' la politica la chiave di volta di un sistema che ha consentito di inquinare per tanti anni senza ritegno alcuno.

Quella che viviamo è la più grande rivoluzione che poteva esserci a Taranto. Una rivoluzione di legalità fatta con il codice penale alla mano. E' la svolta che ci ridà speranza. E' la rottura della rete di complicità che inchioda alle sue responsabilità quella politica omissiva e fallimentare che per decenni ha favorito il disastro ambientale, un distastro è sotto gli occhi di tutti e che ha decretato ogni anno la strage di decine di persone, uccise dall'inquinamento industriale.

Le persone sono morte per le omissioni su cui la magistratura indaga.

Una politica di grandi alleanze e di finte alternanze ha depredato trasversalmente il nostro territorio non avviando mai bonifiche e non richiedendo mai i risarcimenti a chi inquinava. "Chi inquina paga" è un principio mai applicato e a pagare sono stati solo gli inquinati.

Adesso è il momento di ricostruire una città devastata non solo dall'inquinamento ma dalla malapolitica che ha omesso controlli e ha chiuso entrambi gli occhi di fronte allo scempio che era di fronte agli occhi di tutti. 

I beni di chi ha realizzato profitti illeciti andrebbero sequestrati. Bene ha fatto la magistratura a sequestrare la produzione di questi ultimi mesi, realizzata nonostante il sequestro degli impianti senza facoltà d'uso.

 

Articoli correlati

  • Il ministro Urso evita il confronto sui debiti di Acciaierie d'Italia
    Ecologia
    La replica del governo ad Angelo Bonelli

    Il ministro Urso evita il confronto sui debiti di Acciaierie d'Italia

    Nella seduta odierna è stata discussa l'interpellanza urgente sui debiti ILVA presentata da Angelo Bonelli al ministro Adolfo Urso.
    24 gennaio 2025 - Fulvia Gravame
  • Vogliamo sapere quanti debiti ha Acciaierie d'Italia?
    Ecologia
    Interpellanza urgente di Angelo Bonelli

    Vogliamo sapere quanti debiti ha Acciaierie d'Italia?

    Se i debiti di ADI a dicembre 2022 erano pari a 4,7 miliardi di euro, a quanto saranno arrivati in due anni? Domani, 24/1/25, il ministro Urso risponderà all'interpellanza. Oggi il governo Meloni ha svuotato definitivamente il fondo per le bonifiche per garantire la continuità produttiva.
    23 gennaio 2025 - Fulvia Gravame
  • Vendola, Riva e Dio
    CyberCultura
    Esperimento con ChatGPT

    Vendola, Riva e Dio

    E' stato chiesto a un modello linguistico di Intelligenza Artificiale generativa di sviluppare un articolo in chiave ecologista partendo una dichiarazione di Nichi Vendola del 2011, in cui esprimeva stima verso Emilio Riva. Ecco cosa è venuto fuori.
    17 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti
  • Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese
    PeaceLink
    Ilva di Taranto:

    Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese

    La tesi di Monia Torre, basata su un’approfondita ricerca antropologica, analizza la percezione del rischio legate all’Ilva di Taranto. Attraverso le testimonianze di operai come Piero Mottolese, attivista di PeaceLink, emergono le dinamiche tra fabbrica, ambiente e comunità.
    14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.27 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)