Le emissioni diffuse e fuggitive e le polveri pesanti
I deposimetri a Taranto rivelano criticità irrisolte
Le informazioni dei deposimetri che smentiscono i facili ottimismi sulle "diminuzioni" di diossine e benzo(a)pirene. Infatti il PM10 rappresenta la frazione delle polveri sottili che rimane in sospensione. Ma le polveri pesanti di depositano e raccontano un'altra storia: continuano a rimanere una criticità irrisolta anche per via delle inadempienze dell'AIA Ilva
5 aprile 2013
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VEDERE DIAPOSITIVA 16 su 23 (Tamburi, Via Orsini)
Legenda
LINEA BLU - TEQ è la somma dei 12 PCB diossina simili e dei 17 congeneri di diossine e furani, espressa in tossicità equivalente
LINEA ROSSA - PCB - è invece la somma tal quale di tutti i PCB (che sono 209)
(espressi come somma di tutti i singoli congeneri dal monocloro al decaclorobifenile, la somma non è espressa in tossicità equivalente)
LINEA GIALLA - BaP vuol dire benzo(a)pirene, indica quello che si deposita con le polveri grossolane e non quello che rimane in sospensione con le polveri sottili (ossia il PM10)
Posto 100 il dato del 2008, si nota che non vi è stata una sostanziale diminuzione progressiva per i valori delle diossine e dei pcb (sommati ed espressi in TEQ); vedere la linea blu; essa infatti torna a risalire alla fine del 2011 nel dato delle deposizioni, mentre invece nei controlli al camino E312 si verificavano diminuzioni drastiche, in ottemperanza della legge antidiossina.
Perché?
Due possibili spiegazioni
1) Il deposimetro è infatti un "campionamento continuo" al suolo e in un certo senso "supplisce" all'assenza di quel campionamento continuo al camino previsto dall'art.3 della legge antidiossina.
2) I deposimetri sono più rappresentativi di quelle emissioni diffuse e fuggitive delle polveri grossolane (che di depositano e non rimangono in sospensione come il PM10, ossia le polveri sottili); le polveri grossolane non viaggiano a grandi distanze ma rimangono nel quartiere Tamburi e nei terreni vicini, sono anch'esse polveri con diossina e pcb, a cui la prescrizione 58 dell'AIA (che dispone di confinare le aree di gestione e movimentazione delle polveri) tenta di porre rimedio con il confinamento delle aree stesse. Tale prescrizione dell'AIA risulta ad oggi non ottemperata.
Quindi nei deposimetri (e pertanto anche nelle matrici ambientali) non vi è stata una contestuale diminuzione dell'inquinamento da diossina paragonabile alla diminuzione dell'inquinamento da diossina riscontrata al camino E312 (è il camino impianto di sinetrizzazione, il più alto dell'Ilva e il più importante come flusso orario) durante i controlli dell'Arpa. Tali controlli Arpa al camino pertanto non risultano rappresentativi della situazione complessiva delle ricadute delle emissioni sull'ambiente ma sono rappresentativi unicamente delle emissioni del camino durante la finestra delle 6 ore di controllo dell'Arpa. Quando vi è assenza dei controlli Arpa sulla diossina dell'E312 non vi è alcun altro controllo sulla diossina di tale camino e non è pertanto dato sapere quali siano le reali emissioni nel resto dell'anno (e non è dato neppure sapere quanta diossina emettono gli altri camini dei reparti "acciarierie" e "altiforni", che producono diossine). L'impianto di agglomerazione lavora più di 8000 ore/anno e i controlli della diossina sul suo camino E312 durano solo 54 ore/anno (in assenza di campionamento continuo, art. 3 legge antidiossina resta inapplicato). Quindi i controlli riguardano meno dell'1% del tempo di emissione del camino. Non riguardano le emissioni alla base del camino (perdite elettrofiltri).
Va detto infatti che sono le emissione diffuse e fuggitive allaa base del camino quelle che rappresentano il vero problema (vedere la depositiva 20 che documenta la similitudine fra impronta polveri base camino e impronta polveri deposizioni) a cui la prescrizione 58 tenta di porre rimendio, ma è slittata a giugno 2014.
Allegati
Deposimetri ARPA Puglia
3594 Kb - Formato pdfRelazione sulle polveri depositate
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