Taranto Sociale

Taranto, conferenza stampa

"Ci batteremo ancora"

Il Comitato cittadino per la salute e l’ambiente, ieri mattina in piazza della Vittoria, dopo aver esaminato la sentenza emessa dai giudici amministrativi di secondo grado, ha ribattuto così alla sua interpretazione divulgata nelle scorse ore.
26 giugno 2021
Paola Casella
Fonte: Quotidiano di Puglia 26.6.2021

Alessandro Marescotti alla conferenza stampa del Comitato Cittadino per la Salute e l'Ambiente a Taranto

«Anche il Consiglio di Stato ha riconosciuto che a Taranto c’è un’emergenza sanitaria e ambientale». Il Comitato cittadino per la salute e l’ambiente, ieri mattina nel corso di una conferenza stampa in piazza della Vittoria, dopo aver esaminato la sentenza emessa dai giudici amministrativi di secondo grado, ha ribattuto così alla sua interpretazione divulgata nelle scorse ore. A parlare con i giornalisti c’erano il presidente di PeaceLink Alessandro Marescotti e Massimo Castellana, presidente dell’associazione Genitori tarantini.
«Il Consiglio di Stato - ha fatto notare Marescotti - ha scritto questo: “Che nella città di Taranto vi sia una problematica correlata all’attività industriale, anche dello stabilimento Ilva, e che vi sia quindi un problema di carattere sanitario e ambientale è, ormai, un fatto che può reputarsi pacifico”. Secondo, il Consiglio di Stato, dunque, Taranto è una città che ha un problema ambientale e sanitario ormai di tipo cronico. Infatti, i giudici hanno richiamato persino la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 24 gennaio 2019 che dà ragione ai cittadini che si sono rivolti appunto a tale organismo per porre fine a questa situazione di violazione dei diritti fondamentali della popolazione di Taranto».
Per il Comitato, dunque, elemento chiarificatore nel dibattito pubblico è stata la lettura delle carte: «Quindi, è abbastanza chiaro che tutta l’interpretazione della sentenza volta a sminuire la gravità dell’impatto ambientale e sanitario connesso al polo industriale è assolutamente fuori luogo, mentre noi dobbiamo - e questo è lo scopo della conferenza stampa di oggi (ieri per chi leghe ndr) - continuare con ancora più forza a denunciare la violazione di diritti fondamentali, proprio perché lo stesso Consiglio di Stato non ha potuto negare l’evidenza della gravità della situazione ambientale e sanitaria».
Il Comitato ha invitato così i tarantini a proseguire il proprio impegno civico, facendo ulteriore pressione, anche a livello internazionale, perché l’Italia venga richiamata ai propri obblighi di protezione della popolazione.
Marescotti ha poi spiegato la motivazione con cui, nonostante il riconoscimento dell’emergenza sanitaria e ambientale, il Consiglio di Stato abbia poi deciso per il proseguimento dell’attività dell’area caldo: «Il Consiglio di Stato fa una sottile distinzione tra un pericolo ordinario e un pericolo straordinario. Qual è la distinzione? Facciamo un esempio, immaginiamo che vi sia un bambino che in famiglia venga costantemente picchiato. Quando scatta la distinzione tra un pericolo ordinario e un pericolo straordinario? Quando il papà picchia ancora di più il piccolo e gli fa uscire il sangue dal naso o il bimbo sviene? Questa distinzione, personalmente, mi sembra terribile da accettare. Che mi risulti, la magistratura quando interviene lo fa nelle situazioni di pericolo, al di là del fatto che il pericolo sia ordinario o straordinario. Faremo di tutto perché la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, il Comitato Onu per i Diritti dell’Infanzia e la Commissione europea raccolgano il nostro grido d’allarme».

Quante vittime ancora?

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