Le prime bombe della Seconda guerra del Golfo caddero su Bagdad nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2003. Cinque anni dopo venne calcolato che costò più di 500 miliardi di dollari per una strage di civili iracheni, soprattutto, almeno 650mila civili, dieci volte più dei 63mila militari iracheni uccisi e cento volte più dei 5-6mila tra soldati e contractors occidentali. Gli italiani caduti furono 36. Ricordiamo l'orrore di quella notte con i versi di Dino Frisullo.
Un sondaggio dell' NDI rivela che dopo la distruzione del paese, malgrado un milione e mezzo di tombe, milioni di orfani, quattro milioni di sfollati e una carneficina che continua ogni giorno, da quasi un decennio - le cose stanno migliorando. Quasi da non crederci.
Ancora una volta, "gli eserciti vincitori cercano di annientare anche la memoria storica, di cancellare l'identità dei popoli vinti. Ciò dimostra quanto nell'uomo contemporaneo sia rimasto vivo il primitivo bisogno d'imporre al futuro un unico messaggio. Quello della cultura dominante."
Il 9 aprile 2003 le truppe americane entravano nella capitale irachena. Quattro anni di occupazione hanno ridotto la popolazione allo stremo. Per gli iracheni, ostaggio di occupanti e milizie armate, l'unica possibilità è lasciare il paese. Ma come?
Un giornalista e un medico oppositori dell'occupazione raccontano i rischi, negano la guerra civile, accusano le milizie e distinguono fra resistenti e terroristi
7 aprile 2007 - Marinella Correggia
Da "Un ponte per...", dalla Biblioteca Centrale di Firenze e dalla Regione Toscana un'iniziativa di recupero del patrimonio culturale iracheno. Oggi alle 12.30 la presentazione del progetto (vedi fonte).
Testimonianze, immagini, appelli e iniziative per le università, i docenti, gli studenti e gli operatori culturali in Iraq dopo due anni di guerra infinita
Dicono che un veggente riusci' a cogliere in uno strano volo degli uccelli, l'imminente rogo della biblioteca d'Alessandria. Chissa' se altri, attraverso un qualsiasi altro segnale atipico della natura, avrebbero potuto mai presagire il bivacco dei marines a Babilonia?
I docenti universitari di Baghdad chiedono aiuto agli atenei italiani: ''Vogliamo riprendere a insegnare, vogliamo che i nostri giovani possano tornare agli studi: aiutateci''
Una storia che fa il paio con quella di Agitu e anche in Puglia si tratta di una donna. La mia generazione è cresciuta convinta che la terra non fosse un lavoro adatto alle donne anche se già allora c'erano delle eccezioni ed ora le ragazze del ventunesimo secolo sono in prima linea.
Le basi erano 10, di forma triangolare, con tre missili ognuna. Nell'ottobre del 1961 furono colpite quattro testate nucleari da fulmini, e in due casi venne attivato il processo fisico-chimico preliminare all'esplosione (che non avvenne). Un museo della pace e della memoria è oggi possibile
La presenza di tali ordigni sul territorio italiano è in contrasto anche con il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, al quale l’Italia ha aderito nel 1975 impegnandosi a «non ricevere da chicchessia armi nucleari né il controllo su taliarmi, direttamente o indirettamente».
Per Peace History si intende lo studio delle cause più profonde della guerra nonché dei mezzi per contrastarla e per gestire risoluzioni non violente dei conflitti. In questa pagina web vi sono alcuni riferimenti per la Peace History e link utili per tracciare una storia della pace
L'evoluzione dell’educazione civica ha portato a un sempre maggiore avvicinamento della stessa all’educazione alla pace, fino ad una sovrapposizione di competenze, che oggi può in certi contesti rendere difficile distinguere le due discipline.
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