Una visita al carcere di Pul-i-Charki, il più vecchio del paese, in funzione da sempre con tutti i regimi. Dove ci sono anche le celle con aria condizionata, per «gli americani che sbagliano»
L’anno si conclude. All’insegna della repressione.
I segni di nonviolenza si moltiplicano. Lasciano sperare.
Le parole delle suore in prigione negli Stati Uniti.
Per Marcelino e Leonardo Miranda, sequestrati, arrestati, torturati e condannati a 29 anni di carcere per difendere la terre indigene, la loro cultura e per essere membri del COPINH organizzate azioni presso le ambasciate honduregne
"Riduzione della pena": le parole del Papa alla Camera dei deputati sono suonate forti, alte e generose. E inequivocabili. Non è stata invocata semplicemente la "clemenza", non è stata chiesta una sospensione della pena, non sono state proposte genericamente misure e provvedimenti migliorativi, comunque utili e necessari per ridare dignità e speranza a chi vive nelle carceri, ma anche a chi ci lavora o vi svolge attività sociali e di volontariato.
L’attenzione che Giovanni Paolo II ha voluto riservare, nel suo discorso alle Camere, al mondo dei detenuti è coerente con una visione della Politica più volte già affermata: un servizio al bene comune perché a tutti, nessuno escluso, sia concesso l’accesso alla speranza, ai diritti realmente esigibili e al vivere decoroso. Nemmeno la pena detentiva può interrompere questa dimensione fondamentale della vita — sottolinea il Papa — e perché le parole non suonino stanche, logore o svuotate di senso propone "un atto di clemenza mediante la riduzione della pena".
Abbiamo potuto seguire di persona La Musica contro il Silenzio a Varese e a Brescia e abbiamo conosciuto gli organizzatori. Così abbiamo proposto loro un’intervista per raccontare meglio questa splendida iniziativa contro l’apartheid e il genocidio in Palestina. Ne è nata un’intervista a più voci.
Riusciranno i posteri a decifrare quanto della nostra civiltà abbiamo scritto - digitato - archiviato nei tanti "formati" di bit, via via sempre diversi e incompatibili?
È il dipendente perfetto per un Paese che investe più in armi che in stipendi. Basta abituarsi al ronzio, che poi anche tanti colleghi umani mica sono poco rumorosi. Non chiede aumenti, non ha figli da mantenere, non si lamenta. Ed è sempre puntuale, non discute e agisce con precisione.
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