Partecipare alla guerra in Libia non ci metterà al sicuro ma ci esporrà a nuovi pericoli. E’ tempo di riconoscere che il primo interesse concreto, vitale, dell’Italia è la pace. La decisione americana di intervenire direttamente con nuovi bombardamenti è il segno dell’escalation in corso. Dicono che stanno combattendo lo stato islamico ma la guerra non ha mai risolto un solo problema senza crearne di peggiori.
La cronaca di queste ore mostra ancor di più quanto sia necessario e vitale uscire dall’Impero militarista e guerrafondaio, difendere la democrazia e la Pace. Il 12 marzo nuova grande mobilitazione in tutta Italia
4 marzo 2016 - Alessio Di Florio
Macché autunno caldo! Arriva una primavera caliente di lotte per la pace
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Decolla la proposta di una giornata di mini-manifestazioni in tanti comuni d'Italia – iniziative spontanee e fai-da-te – per sensibilizzare la popolazione ai pericoli di un nuovo intervento militare italiano in Libia. Si vuole così preparare il terreno per la riuscita del grande incontro nazionale contro la guerra che Alex Zanotelli convocherà, non appena otterrà le adesioni delle varie associazioni pacifiste italiane.
Dopo le manifestazioni riuscite di sabato contro la guerra permanente, urge ora incalzare di continuo il governo, sollecitato da più parti a mandare l'Italia in una nuova e catastrofica avventura militare in Libia.
Una comunità di volontari per la pace, i diritti e l’ambiente ha messo in campo una vasta serie di iniziative per promuovere il cambiamento e la giustizia sociale tramite la comunicazione, la controinformazione e la cittadinanza attiva.
La prefazione al rapporto di quest'anno è scritta da Francesca Albanese relatrice speciale delle Nazioni Unite che attribuisce a DBIO molta influenza nello sviluppo del suo lavoro
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