Botta e risposta fra Alessandro Marescotti (PeaceLink) e Corradino Mineo (Rainews)

Libia: Rainews diffonde bugie di guerra?

"Libia, i ribelli entrano a Bani Walid senza combattere" (Rainews 6/9/2011). "Libia. Le forze del rais resistono a Bani Walid" (Rainews 10/9/2011). La prima delle due notizie era falsa ed era propaganda psicologica. Come mai Rainews l'ha diffusa senza verificarla?
18 settembre 2011

Da: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
A: Mineo Corradino <c.mineo@rai.it>
Inviato: Fri Sep 16 15:32:49 2011
Oggetto: Libia. Reclamo alla Rai per le notizie false di Rainews Nuovo logo di Rainews 24



Alla redazione di Rainews

Oggetto: Perche' pubblicate notizie false?

Vi scriviamo per un reclamo.
Possiamo conoscere il nome del giornalista che dieci giorni fa ha pubblicato sul web questo pezzo del 6/9/2011 zeppo di informazioni non veritiere?
Perche' Rainews non verifica le informazioni della propaganda di guerra?

Ecco la notizia falsa:
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=156165

> "I militari (lealisti) sono stati costretti a fughe precipitose, e hanno
> lasciato alle proprie spalle interi arsenali, compreso un missile Scud
> intatto che fa bella mostra di se' nel deserto a poca distanza da Bani
> Walid. I soldati di Gheddafi hanno abbandonato le uniformi, i documenti, e
> sarebbero tornati a casa, "in abiti civili, molti travestiti da donne",
> sostengono i ribelli non senza ironia. Da 48 ore le armi tacciono, il
> mistero sulla sorte del rais tiene ancora i suoi sostenitori con il fiato
> sospeso, ma anche loro, oramai, fanno la fila alle bancarelle per comprare
> i simboli della rivoluzione e della nuova Libia".

Questo scriveva il 6/9 Rainews (e' un testo di propaganda goffo e inventato a fini di guerra psicologica) mentre l'Ansa il 14/9 scriveva quanto segue, smentendo tutto.

> BANI WALID - Gli insorti libici che da giorni assediano Bani Walid, roccaforte
> a sud di Tripoli ancora in mano ai lealisti, hanno dato due giorni ai residenti per
> lasciare la città , prima di sferrare l'attacco decisivo. L'annuncio è stato trasmesso
> a più riprese via radio.

Come si vede l'informazione diffusa da Rainews era falsa.

In questi minuti vi sono ancora notizie di violentissimi scontri.

Dare un'informazione bugiarda non fa bene all'informazione e soprattutto alla pace.
Se siete uomini e donne di pace, non diffondete la propaganda di guerra.
E' un vostro dovere dare informazioni dopo averle verificate.

> "Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue
> fonti, per accertarne l'attendibilità e per controllare l'origine di
> quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la
> verità sostanziale dei fatti (...) Il giornalista deve sempre rispettare
> il principio della massima trasparenza delle fonti d'informazione,
> indicandole ai lettori o agli spettatori con la massima precisione
> possibile. L'obbligo alla citazione della fonte vale anche quando si usino
> materiali delle agenzie o di altri mezzi d'informazione".

A queste regole vi dovete attenere.
Tutto cio' e' sancito nella "Carta dei doveri del giornalista" (sottoscritta dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana l'8 luglio 1993).

Questi doveri con la guerra di Libia non sono stati osservati con il dovuto scrupolo, e cio' reca un grave danno all'informazione; Rainews non ha fatto purtroppo eccezione nel non attenersi alla Carta dei doveri del giornalista.

Chiediamo una spiegazione perche' e' venuto meno il nostro diritto a un'informazione veritiera.

Alessandro Marescotti


Da: Mineo Corradino <c.mineo@rai.it>
A: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
 

> Non "si vede" proprio niente,  caro signore. Erano vere tutte e due. La
> tensione a Bani Walid (che ancora oggi resiste) e la fuga di tanti fedeli
> al Raiss, che hanno abbandonato le divise, arraffato l'argenteria e
> abbandonato il criminale (Gheddafi, almeno l'ultimo Gheddafi) cercando di
> mettersi in salvo. A noi il dovere di raccontare l'una e l'altra storia. E
> mi pare che lo stiamo facendo senza troppe cadute. Corradino Mineo

 

Da: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
A: Mineo Corradino <c.mineo@rai.it>


Gentile Corradino Mineo,
ringrazio per la risposta, che tuttavia "non risponde" alle domande poste. Avevo chiesto chi fosse l'autore della vostra pagina web e non ho avuto risposta. E' importante sapere se è un inviato o se è uno che riporta notizie di altri.

C'è scritto nella pagina web di Rainews su Bani Walid: "I ribelli hanno chiesto e ottenuto la consegna delle armi da parte dei civili".

Questa è un'affermazione che non ha alcuna conferma. Manca la fonte. Avete fatto una verifica?

Che a Bani Walid vi sia stato il fuggi fuggi generale ("I militari sono stati costretti a fughe precipitose, e hanno lasciato alle proprie spalle interi arsenali", scrive Rainews) è falsa. Qual è la fonte? La Carta dei doveri del giornalista richiede la trasparenza delle fonti.

Ma è falso ANCHE il vostro titolo del 6 settembre:
Libia, i ribelli entrano a Bani Walid senza combattere
è il titolo della pagina web di Rainews del 6/9/2011 ore 13.29
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=156137
(spero che non cambiate il titolo sul web, così come ora appare)

Lo smentite voi stessi il 10 settembre:
Libia. Le forze del rais resistono a Bani Walid
è il titolo della pagina web di Rainews del 10/9/2011 ore 21.43

Perché incappate in scivoloni così grossolani?

Non ho ottenuto risposta sulla carta dei doveri del giornalista, circa l'obbligo di verifica delle fonti. Ma per voi - che dovreste smarcarvi dalla propaganda di querra - questo obbligo dovrebbe essere un diritto e non un dovere.

Che tristezza trovare bugie di guerra non verificate su Rainews, il canale satellitare che guardo ogni giorno.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
www.peacelink.it


Da: Mineo Corradino <c.mineo@rai.it>

A: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
 

 

Guardi, io non escludo che possiamo aver commesso errori. In qualche misura lo do' per scontato. Noi abbiamo mandato a lungo in Libia Salah Metnani. Ci ha raccontato, in diretta da Misurata, di un raid Nato che ha fatto bel 14 vittime innocenti. Notizia che (molte ore dopo) ha trovato conferma. Ci ha raccontato dii armi, divise e mezzi blindati abbandonati da fedeli di Gheddafi in fuga (a sud di Beni Walid). Notizia che ho potuto riscontrare in altri media. Pensavo che di questo parlasse nella sua mail. Sulla guerra (e in particolare su questa guerra senza fronte, ne' veri eserciti e il controllo dei cieli in mano allaq Nato) le notizie sono per forza contraddittorie. Una all news non puo' aspettare troppo  e quindi e' naturale che compia degli errori. Io dico ai miei : sbagliate sempre in buona fede,  correggetevi sempre se vi accorgete di aver sbagliato. E' il modo, a mio avviso,  meno ipocrita di onorare il ruolo di servizio pubblico.
 Non sono in grado di darle una risposta più' precisa ma passo questa mail al responsabile del sito Internet, che conosce i particolari meglio di me. Non vorrei, pero', che la sua protesta nascondesse una intensione tutta ideologica (ricevo varie mail del genere). A scanso di equivoci, chiarisco che considero l'ultimo Gheddafi un criminale contro il suo popolo (come Riina e Provenzano lo sono stati in Sicilia), che qualche anno fa ho cancellato dalla lista dei collaboratori di Rainews24 uno "storico" che aveva paragonato  Peres a Hitler, che partecipero' con entusiasmo alla Perugia Assisi, ma non mi piaccione quelle frange "pacifiste" che strizzano l'occhio agli Assad (in quanto anti occidentali) o mostrano indulgenza  verso tesi  negazioniste.
Cordiali saluti


Corradino Mineo

Da: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
A: Mineo Corradino <c.mineo@rai.it>

Gentile Corradino Mineo,

grazie per questa nuova risposta e per aver passato la mia email a chi di competenza.

Grazie per aver riconosciuto che Rainews puo' sbagliare.

Chiarisco subito. Il mio reclamo non contiene alcuna simpatia per Gheddafi. Da sempre - sul sito
di PeaceLink - Gheddafi e' stato criticato e attaccato per le reiterate violazioni dei diritti umani.
Basta consultare il nostro sito per trovarvi tutto tranne che connivenza.

Il paragone di Gheddafi con Riina e Provenzano dovrebbe porvi una domanda imbarazzante.
Sono state dette molte bugie per la loro cattura?
Credo che non ne sia stata detta neppure una, per fortuna.
La lotta alla mafia non poggia su bugie e su interessi nascosti ma su verita' documentabili.
Se noi venissimo a sapere pero' che nella lotta alla mafia e per catturare Riina e Provenzano
lo Stato organizzasse una campagna mediatica di bugie - come hanno fatto Nato e Cnt sulla Libia -
allora ci sarebbe da riflettere.

Ho collaborato con Roberto Morrione in "Libera Informazione" e non abbiamo mai dovuto
inventare bugie o ingigantire i fatti. Se una buona causa produce bugie per raggiungere i propri fini
danneggia gravemente la propria credibilita'.

Vorrei fare un paio di domande, se non sono di disturbo.

- Qualcuno in questo momento sta violando la risoluzione Onu 1973 sulla Libia?

- Come mai Bersani e Frattini a marzo parlavano di una risoluzione Onu che non ci avrebbe
portato a bombardare e destituire Gheddafi?

Per quanto riguarda me vorrei sgombrare ogni dubbio sul "pacifismo": sono un estimatore
di padre Alex Zanotelli.

A proposito... intervistatelo sulla Libia! E' una voce fuori dal coro.

Buon lavoro

Alessandro Marescotti
Presidente di Peacelink
www.peacelink.it

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