Invece di ridurre il più possibile l'uso della plastica
La plastica negli altoforni ILVA
Vorrebbero alimentare gli altoforni ILVA con centomila tonnellate/anno di plastica. E' una quantità di plastica enormemente superiore a quella prodotta dai tarantini (che non producono mezza tonnellata di plastica all'anno). A Taranto arriverà la plastica di tutto il mondo?
7 agosto 2020
Solo carbone o anche plastica?
Cosa finirà nelle fauci voraci degli altoforni dell'ILVA?
Il progetto è sul sito della Provincia di Taranto. Vorrebbero bruciare negli altoforni ILVA qualcosa come centomila tonnellate/anno di plastica. È una quantità di plastica enormemente superiore a quella prodotta dai tarantini (che non producono mezza tonnellata di plastica all'anno). Quindi - se passa il progetto - negli altoforni dell'ILVA arriverà la plastica di tutto il mondo trasformandoli in grandi inceneritori. Il porto di Taranto vedrà arrivare navi cariche di rifiuti di plastica. La plastica sostituirebbe una parte del carbon coke, con una riduzione della produzione delle cokeria, che è altamente inquinante e che è una minaccia per la salute degli abitanti del quartiere Tamburi di Taranto.
C'è chi invita a fare muro esprimendo con decisione un parere contrario a questo progetto di trattamento dei rifiuti plastici alternativi al carbon coke.
Ma immaginiamo per un attimo di lanciarci in questa lotta anti-plastica e di voler bloccare questo impianto. Dovremmo dimostrare che questo progetto produce più inquinamento del coke e della cokeria. Cosa molto difficile. 
Ma soprattutto una simile lotta ci porta a scegliere il coke al posto della plastica o la plastica al posto del coke. E' una cosa assurda e insensata. 
La nostra lotta è per la chiusura delle fonti inquinanti dell'ILVA, senza farci deviare su una iniziativa di retroguardia che ci distoglie dal nostro vero compito e che - anche se vinta - ci lascerebbe con il coke e la cokeria dell'ILVA.
La gente è arrabbiata e ha bisogno di avere una controparte da bersagliare. Ma stiamo attenti a scegliere l'obiettivo e la controparte. Stiamo attenti a lanciare contro l'ILVA una campagna plastic-free per poi scoprire che, vincendo, otteniamo nuovamente il carbone.
La nostra controparte è il ministro Patuanelli, non l'azienda che vuole bruciare la plastica negli altoforni: è Patuanelli che consente di tenere accesi gli altoforni. E' Patuanelli che tiene aperta l'ILVA benché Mittal voglia andare via. E' Patuanelli che deve esprimersi su questo uso duale futuro dell'ILVA che trasformerebbe gli impianti siderurgici in grandi smaltitori di plastica non riciclabile. 
La nostra controparte è Patuanelli e a lui chiediamo di fermare gli altoforni e con essi il progetto per bruciarci dentro la plastica.
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